“Qualcosa si muove ma siamo ancora lontani dal considerare chiusa la stagione nera dell’economia italiana”: la premessa con cui il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha esordito all’assemblea dell’Ance (Associazione nazionale costruttori) lo scorso 11 luglio a Roma appare – in un momento come questo – moderatamente incoraggiante, soprattutto perché Confindustria si aspetta che nei mesi estivi la caduta rallenti e inverta di segno verso fine dell’anno, tanto che nel 2014 dovremmo vedere per la prima volta dal 2011 un Pil con segno positivo. Le valutazioni sono tratte dall’ultimo rapporto del centro studi di Confindustria in base al quale si stanno aprendo spiragli positivi per una ripresa innescata dai progressi nel contesto globale e dall’export. L’esaurirsi delle misure di bilancio restrittive, un po’ più di fiducia e il minor costo dell’energia aiuteranno consumi e investimenti. Certo, il passo del recupero sarà lento per le continue difficoltà nel credito, la perdita di competitività, la distruzione di capacità produttiva, la fragilità dell’edilizia, l’erosione del risparmio delle famiglie e l’ulteriore calo dell’occupazione. Per questo il paese e le imprese devono puntare con maggiore decisione sull’internazionalizzazione per adattarsi allo spostamento del baricentro della crescita mondiale, anche in previsione di Expo 2015 che rappresenta una straordinaria occasione per promuovere l’Italia e l’alta qualità dei suoi prodotti.