GÀGGET E BÀGGET
Suona così, nell’itanglese, la pronuncia dei sostantivi gadget (per il Sabatini-Coletti: accessorio originale, curioso più che utile, offerto a fini promozionali) e budget (bilancio di previsione di un’azienda, totale delle somme stanziate per un determinato investimento). Curioso il percorso lessicale per entrambi i termini. L’etimo di gadget nasce nel 1886, in occasione dell’inaugurazione della Statua della Libertà, donata dalla Francia agli Usa: la società francese Gaget, Gauthier & Co. vendette riproduzioni in miniatura della statua, che gli americani, per difficoltà di pronuncia, storpiarono in “gadget”. Per budget si parte dal francese arcaico “bougette” (borsellino), ripreso dall’italiano “bolgetta”.
C’È TAGLIO E TAGLIO
Uccide più la lingua della spada. Nel senso che tra le vittime, la prima è la nostra lingua. Accade quando nella cronaca quotidiana leggiamo: di nascite con tagli attribuiti a Cesare (“parti” cesarei; la derivazione è dal latino “caedo”, tagliare) o in quella finanziaria di spending review (revisione di spesa, no?), cui si ricorre per tagliare le spese presunte non indispensabili nel bilancio statale (copyright Padoa Schioppa); di silos, plurale di “silo” in spagnolo, utilizzato anche in italiano in alternativa a “sili” o erroneamente anche come singolare (altro esempio: un “vigilantes”). Siamo seri, diamogli un taglio!
GRAZIE PRESIDENTE!
Un caso inusitato di product placement, una straordinaria pubblicità gratuita per l’azienda francese Motoblouz produttrice del casco Dexter indossato dal presidente Hollande per celarsi quando entra ed esce dall’appartamento dell’amante, di fronte all’Eliseo. Azienda che prontamente con un annuncio pubblicitario su Libération ha ringraziato monsieur le président per la scelta, ricordandogli che altri modelli della nuova collezione di caschi lo attendevano per le sue gite, insieme con giubbotti da donna, il regalo ideale per San Valentino. Pubblicità, l’anima del commercio. N’est-ce pas?