Che nel processo d’acquisto siano sempre più tenuti in considerazione i giudizi espressi da altri consumatori è un dato di fatto. In molti casi, prima di scegliere un prodotto o un servizio si leggono i commenti – sempre più diffusi in rete – di altre persone che lo hanno già sperimentato. Uno strumento potente, che però può peccare di veridicità. Lo sa bene Tripadvisor, il famoso sito di recensione nell’ambito del turismo, che dopo un incessante successo deve fare i conti con l’inchiesta dell’Antitrust avviata a maggio scorso. L’Autorità garante è chiamata a valutare entro sette mesi se il sito abbia diffuso informazioni ingannevoli, tali da influenzare negativamente le scelte dei consumatori, e se abbia adottato idonei strumenti e procedure per contrastare il fenomeno delle false recensioni sul sito. Carenze che sembrerebbero confermate dalla semplicità della procedura d’inserimento delle recensioni, accessibile anche a soggetti che, oltre a poter restare anonimi utilizzando un nickname, non sono stati ospiti degli alberghi o dei ristoranti valutati. Un problema che può essere affrontato con un atteggiamento proattivo, come ha scelto di fare Pixartprinting, società leader in Italia del web to print, adottando una procedura di certificazione terza delle recensioni: si tratta del sistema offerto da Reevoo che misura la customer satisfaction, basandosi su questionari inviati esclusivamente a chi ha sperimentato realmente il prodotto. Tutte le valutazioni (Reevoo dichiara un 15% di risposte), inclusi i commenti negativi, sono pubblicate sul sito dell’azienda cliente, con l’unica riserva di rispedire al mittente, chiedendo una nuova opinione, le recensioni che risultano diffamatorie o oscene.
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