Mi è tornato alla memoria il grottesco e surreale film di Marco Ferreri “Non toccate la donna bianca” leggendo la recente notizia relativa alla polemica del M5S contro l’iniziativa promozionale a favore di scuole “Punti che contano” di McDonald’s. Per i pentastellati il sistema dell’istruzione di ogni ordine e grado è un tabu avvolto da un’aura di sacralità, non lo si può avvicinare e tantomeno toccare. Al di là della facile ironia su un atteggiamento che non riconosce la realtà, ovvero che anche alla base del sistema scolastico vi è l’economia, è opportuno riflettere su alcuni punti. Il costo dell’istruzione è elevatissimo, tanto più oggi che, oltre a insegnanti preparati, necessita di supporti didattici moderni ed efficienti (per non parlare del costo delle strutture come gli edifici, i luoghi per fare sport ecc.). Un costo che le tasse scolastiche non possono certo coprire sia che si parli di scuola pubblica sia di quella privata. È quindi un problema nazionale trovare le risorse per fornire le scuole di tutti gli strumenti didattici necessari, evitando anche scompensi fra grandi centri urbani e piccole località, fra aree del Nord e del Sud. L’intelligente e lungimirante scelta, che alcune aziende hanno fatto, va proprio in questa direzione. È una decisione che si inquadra nel loro senso civico, o se vogliamo usare la terminologia appropriata, è un progetto di corporate social responsibility. Prendersi cura della scuola è un impegno sociale importante che guarda al futuro e ai risultati che verranno. Le promozioni in questo contesto svolgono un ruolo determinante poiché centrano contemporaneamente diversi obiettivi: sostengono i consumi che sono motore di ripresa economica, aiutano le famiglie orientando preferenze che coniugano soddisfazione per una spesa ben fatta con il risultato sociale che produce, destinano risorse alle scuole che altrimenti non avrebbero. Le promozioni sono una disciplina di comunicazione complessa, mai disgiunta dal marketing, in cui confluiscono gli insegnamenti della psicologia sociale. Bisogna averne una conoscenza approfondita e capirne le modalità espressive che, oggi, sono sempre più articolate grazie alla tecnologia. Soprattutto bisogna avere consapevolezza dei molti e diversi campi di applicazione delle promozioni e dei programmi di fidelizzazione, bisogna avere uno sguardo scevro da pregiudizi e ridicoli tabu, considerando la sostanza delle realizzazioni e la validità dei benefici, che comunque rientrano in un’ottica di etica e di responsabilità sociale secondo standard internazionali condivisi. Non disgiunta dall’istruzione è tutta la cultura, dall’immenso patrimonio artistico a quello storico e archeologico, dalla musica (su cui c’è ancora moltissimo da fare per avvicinare i ragazzi all’apprendimento) alla letteratura. Un campo vastissimo, aperto alle iniziative delle aziende che potranno fare affidamento sulle promozioni per apportare un concreto contributo a beneficio di istruzione e cultura, il nostro patrimonio comune.
Andrea Demodena
Dopo la frequenza di Economia e commercio in Cattolica, si iscrive a Lettere Moderne, presso l’Università Statale di Milano, laureandosi a pieni voti con una tesi in storia dell’arte contemporanea. Come giornalista ha collaborato con Juliet, Art Show, Tecniche Nuove, Condé Nast, Il Secolo XIX, Il Sole 24Ore. Dal 2000 si occupa di marketing e promozioni. Dal 2014 è direttore di Promotion.