Abbigliamento usato selezionato e proposto con stile

Redazione18/05/2016

_L2D9048“Quanto meno abbiamo più diamo. Sembra assurdo però questa è la logica dell’amore” firmato, Madre Teresa di Calcutta. Questa è una delle frasi importanti che appaiono sulle pareti del primo negozio italiano di abbigliamento dedicato all’usato progettato e diretto dalla cooperativa “Vestisolidale” e dal loro nuovo brand “Share”. Il progetto, con punti di vendita aperti a Milano (in viale Umbria 52 e in via Padova 36) e Varese e prossimamente a Lecco e Napoli, è finalizzato al recupero di indumenti, scarpe e borse usati attraverso i cassonetti per la raccolta. I capi, che provengono anche dal resto Europa sono pezzi unici e di alta qualità. Su 100 kg di raccolta solo tre vengono selezionati per qualità e originalità e questo già nei primi mesi ha dato i suoi risultati con ingressi giornalieri nei punti di vendita aperti che vanno dalle 180 alle 200 persone al giorno. L’identità della cooperativa si manifesta attraverso la tutela dell’ambiente creando nuova occupazione per fasce deboli di popolazione italiana e straniera e anche, come avviene in Inghilterra e negli Usa, rivolgendosi a tutti i ceti della popolazione che vogliono sfidare le convenzioni e vestirsi spendendo poco con capi usati, ma perfettamente selezionati e bene esposti nei negozi; negozi che, per la loro bellezza e per la loro cura di immagine, etichette ed espositori, possono essere paragonati ai migliori retailer della moda.

IMG_5195Il concept design non ha, infatti, niente da invidiare ai grandi brand: i colori sono vivaci, le frasi celebri selezionate con cura, gli espositori con carrelli ferroviari perfettamente in linea con l’idea del riciclo come pure una grande pesa con sacchi di iuta che ne abbellisce lo spazio. Share risponde in pieno a tutte le regole che detta il mondo del fashion: eleganza, semplicità, visibilità dei capi, camerini semplici ma comodi, capi ben ordinati, prezzi dettagliati e chiari, vetrine accattivanti, stagionalità regolata dal ritmo di avvicendamento costante dei capi, colori di environmental graphics appropriati e un visual merchandising in linea con il senso del passato e dell’usato, ma rifatto seguendone tutti i dettagli in modo creativo e materico. Un progetto dell’architetto Stefano Cellerino, capace di interpretare nello spazio tutte le logiche e le aspettative del fashion retail, mantenendo per sé un basso profilo, ma donando al concept quello spirito e quell’anima del brand che solo chi sa disegnare retail sa fare. Ogni capo è etichettato con il suo giusto prezzo ed ogni complemento d’arredo è ben scelto e originale.

slideI prezzi vanno perlopiù da 1 a 12.50 euro, mentre per l’abbigliamento bambino si va da 3 a 5 euro. In ogni negozio operano un professionista e una persona con disagio sociale che un lavoro dignitoso può aiutare. Il personale è assunto regolarmente e l’iniziativa è stata supportata dalle fondazioni Unicredit e Cariplo. Obiettivi dell’iniziativa, spiega il dott. Carmine Guanci, Presidente di Vestisolidale, sono l’educazione contro il consumismo usa e getta, con particolare attenzione al riciclaggio come trasformazione dello spreco in risorsa, una seria e concreta opportunità per creare nuovi posti di lavoro per persone svantaggiate e una valida proposta al pubblico di partecipazione a progetti di solidarietà.

Andrea Pasquini, chairman & founder Crea International

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