La percentuale di persone disposte a comunicare i propri dati in cambio di qualcosa è superiore a quella di chi è totalmente contrario. È quanto rilevato dall’indagine internazionale di Gfk (consultabile a questo link), condotta nell’estate del 2016 su un campione di oltre 22.000 persone (dai 15 anni in su, provenienti da 17 paesi), cui è stato chiesto se se sarebbero state disposte a condividere i propri dati personali con brand e retailer in cambio di servizi, promozioni o di un’esperienza di acquisto più rapida e personalizzata.
A livello internazionale, i trentenni e i cittadini di Cina, Messico e Russia sono risultati i più aperti rispetto a questa possibilità. E in Italia? Le risposte degli italiani si collocano leggermente al di sopra della media internazionale: il 28% degli intervistati ha infatti dichiarato di essere disposto a comunicare i propri dati in cambio di benefici di qualche sorta. Questa percentuale non varia tra uomini e donne, mentre emerge chiaramente come i più favorevoli alla condivisione dei dati siano i trentenni (32%), seguiti dalle fasce d’età 20-29 anni (31%) e 40-49 anni (30%). I meno favorevoli in assoluto sono gli over 60 con il 24%, mentre a sorpresa i più giovani sono quelli che esprimono maggiori perplessità: nella fascia d’età 15-19 anni ben il 31% degli intervistati si dichiara in disaccordo.