Sono stati pubblicati i risultati dell’ultima Global Consumer Confidence Survey di Nielsen relativa al quarto trimestre 2016. La ricerca è stata condotta su un campione di 30.000 individui in 63 paesi (Asia-Pacifico, Europa, America Latina, Medio Oriente-Africa e Nord America), tra cui l’Italia.
Per quanto riguarda l’indice di fiducia degli italiani, l’indagine evidenzia la crescita di 1 punto rispetto al terzo trimestre (58 vs 57 punti ), un dato però inferiore alla media europea, che raggiunge un valore più alto (81 punti), trainato dalle performance di Germania (101) e Regno Unito che (102).
Rimane alta la consapevolezza della crisi, registrata nell’85% dei connazionali (vs 80% nel quarto trimestre 2015) e la preoccupazione riguardo alle prospettive lavorative, ma segnali più positivi provengono dalla misurazione della propensione al consumo: un italiano su cinque (19%) dichiara che quello presente è il momento giusto per fare acquisti, sulla base di una valutazione positiva dello stato della propria situazione finanziaria. Infatti, ben il 25% è dell’idea che quest’ultima migliorerà entro dodici mesi. Questo risultato si configura sensibilmente in crescita sia su base tendenziale (+2 punti) che congiunturale (+6 punti).
“Dall’ultima edizione della Survey di Nielsen sull’indice di fiducia dei consumatori – ha dichiarato l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia – emergono segnali di inversione del ciclo congiunturale. L’indice di fiducia tiene, anzi è in lieve crescita, la propensione ai consumi si configura in aumento, la tendenza al risparmio, seppure ancora consistente, ha imboccato la via del decremento. Un italiano su quattro ritiene che la propria posizione economica sia in miglioramento. Tali indicazioni si possono leggere anche dal punto di vista dell’economia reale. Ci riferiamo, per esempio, all’incremento dell’ecommerce, al rialzo delle vendite dei prodotti premium, al miglioramento, seppure timido, del mercato del lavoro, all’aumento costante delle immatricolazione di nuovi veicoli, all’inversione dell’indice dei prezzi non più in contesto deflattivo. La sfida che quindi ci si pone è quella di investire in tutte quelle risposte che siano all’altezza delle attese del consumatore: colpire i sensi, imprimere nei ricordi le offerte, offrire la possibilità di interagire costituiscono i passi per incrementare l’esperienza di valore che viene richiesta oggi da chi si accinge a perfezionare l’acquisto. La moltiplicazione dei touchpoint risulta un elemento fondamentale nel rapporto domanda/offerta”.