“Risolvi il cruciverba e potrai vincere 5.000 sterline!”. È questo l’annuncio che veniva “strillato” con estrema naturalezza sull’ultima di copertina di una rivista di enigmistica inglese. Per noi che viviamo in Italia e siamo abituati a considerare assolutamente vietato mettere in palio del denaro, una siffatta comunicazione non può che attirare l’attenzione. D’altra parte, il divieto di mettere in palio denaro, sebbene presente in molti paesi, non è scontato ovunque e in diverse nazioni, come per esempio Spagna, Olanda, Regno Unito, Portogallo, Russia, Messico, i promotori possono organizzare promozioni promettendolo come premio. In Italia, la normativa consente, nell’ambito delle manifestazioni a premio, di mettere in palio beni o servizi, mentre i premi in denaro sono ammessi esclusivamente nelle lotterie e nei giochi soggetti all’autorizzazione degli organi competenti in materia di monopolio di Stato.
Per una determinata fascia di consumatori, tuttavia, la possibilità di vincere denaro nell’ambito di un concorso a premi sarebbe sicuramente di maggior appeal rispetto a qualsiasi altro premio e, in fondo, perché vietarlo? Se le iniziative che lo mettono in palio sono di natura promozionale e nulla hanno a che vedere con le lotterie, in quanto non legate a vendita di biglietti, non si comprometterebbe il monopolio e, caso mai, potrebbe essere sufficiente limitare l’entità della vincita. Da un punto di vista fiscale, d’altra parte, un premio in denaro si presterebbe facilmente a un’operazione di ritenuta sul premio, consentendo al promotore di poter scaricare sul consumatore gli oneri fiscali, che per la loro incidenza spesso comportano una limitazione importante dell’entità del premio che può essere promesso. In Spagna, per esempio, dove questo è consentito, il promotore ha l’obbligo di effettuare la ritenuta sul premio e di operare come sostituto d’imposta mediante la consegna del valore residuo al consumatore. Certo, da un punto di vista della comunicazione, la vincita di denaro che si concretizza con una semplice consegna di contanti o con un bonifico bancario può risultare poco efficace in un contesto, come quello moderno, in cui la differenziazione dai competitor è imprescindibile e per questo diventa sempre più importante trovare mezzi per legare il premio al brand. Un’eccellente soluzione per tenere vivo il legame fra premio e marca, è rappresentata dalle carte prepagate personalizzate che consentono di consegnare “denaro brandizzato”. Seppure la personalizzazione delle carte prepagate comporta alti costi di produzione, diventa indispensabile per soddisfare l’esigenza di legame con i valori del promotore ed è un obbligo in taluni paesi, come per esempio la Spagna, per evitare che le carte prepagate messe in palio vengano utilizzate per scopi illeciti come quelli del riciclo di denaro.
Al fine di consentire maggior libertà di scelta e un minor aggravio fiscale per le imprese organizzatrici, sarebbe auspicabile che la normativa italiana si aprisse anche su questo fronte, uniformandosi a gran parte dei paesi europei.