Parlando di digitale spesso si contrappone “reale” a “virtuale”, come se fossero due mondi costretti a combattersi, con una tendenza del virtuale a distruggere il rivale: i negozi chiudono, i giornali vedono ridursi i propri margini, la pubblicità è sempre più spesso presente sui social network. Esistono alcuni segnali contraddittori, che inducono riflessioni più ottimistiche. Un caso emblematico è il vinile, le cui vendite sono in crescita in tutto il mondo: negli Stati Uniti si è passati dai 4 milioni di pezzi venduti nel 2011 ai 13 milioni del 2014; in Italia, nel 2016, si è registrato un aumento di quasi il 50% rispetto all’anno precedente. Secondo la British Phonographic Industry sono stati venduti 3,2 milioni di vinili nel 2016, un risultato che non si vedeva dal 1991. Il fenomeno riguarda anche i negozi: aumenta lo spazio dedicato al vinile e il numero di quelli dedicati unicamente ai 33 giri. Oggi acquistano il vinile anche teenager e under 25 che vogliono ascoltare i loro artisti preferiti attraverso oggetti più seducenti e più collezionabili. Risultati impensabili dieci anni fa, pur ricordando che il vinile rappresenta una piccola parte del mercato discografico, dove domina lo streaming con 45 miliardi di canzoni ascoltate. Anche in altri ambiti l’esperienza materiale non sembra essere spiazzata dal digitale: in 10 anni Istat rileva un aumento di frequentatori del cinema, di mostre e musei, di concerti di musica leggera. Guardando il numero di biglietti venduti, in 10 anni il cinema è cresciuto dell’1,7%, il teatro dello 0,1%, recuperando un calo avuto fino al 2014, mostre e musei sono saliti di ben il 23%, i concerti del 34% e monumenti e aree archeologiche sono esplosi a un + 43%, con associata una forte crescita dell’indotto, sempre più valorizzato (e con buona pace del Tar del Lazio). Tanto spazio c’è ancora: l’indagine SponsorValue intercetta un grande interesse per le partecipazioni reali: i Mercatini dell’Alto Adige, Domenica al Museo, le Giornate di Primavera del Fai, Eurochocolate, il Carnevale di Venezia, ma anche i saloni del libro attirano e interessano molti italiani. Inoltre in questi anni cresce la fruizione multimediale dello sport e cresce la pratica sportiva, nel mondo e in Italia: Istat rileva che coloro che fanno pratica sportiva in modo continuativo sono aumentati dal 20% al 26% in 10 anni, e l’indagine SponsorValue ci racconta che un italiano su due pratica abitualmente un’attività sportiva in modo non agonistico. Nel giro di un anno, le persone che svolgono una qualche attività fisica sono aumentate di oltre 400.000 unità, e c’è un crescendo di manifestazioni sportive legate alla pratica diffusa, segno della vitalità “reale” del settore. La sensazione è che “materiale” e “virtuale” siano due mondi intrinsecamente legati, e che il secondo sia in grado di potenziare e moltiplicare le possibilità del primo. Pensarli connessi, intimamente collegati è la sfida più importante, forse quella che consentirà di avere successo nel prossimo futuro. Del resto pare che la materia vinse all’inizio la sua sfida con l’antimateria, per coabitarci a lungo.
La rivincita della materia nell’era del digitale
Andrea Alemanno20/06/2017