Il mercato globale della loyalty vale 350 miliardi di dollari e nel 2019 questo valore salirà fino a sfiorare i 500 miliardi. Questa la stima di Affinity Capital Exchange (Ace), il primo operatore sul mercato che dal 2017, in partnership con Nasdaq, si è proposto come marketplace per la compravendita di titoli di punti fedeltà. Sono 60 miliardi i punti fedeltà che vengono emessi ogni anno e la quota è destinata a salire. Secondo Ace, si tratta della più grande moneta non sovrana del mondo, detenuta e utilizzata quotidianamente da circa 2 miliardi di persone all’interno dei programmi di loyalty. Il concetto di virtual currency nella loyalty non è una novità (se ne parla dai tempi dei Bitcoin), ma non ha mai trovato piena applicazione. Ora, l’apertura di un mercato azionario dedicato esclusivamente ai loyalty program punta un riflettore sul settore, donandogli nuovo valore e rivoluzionando ulteriormente il paradigma del vecchio bollino cartaceo.
Analizzando le partnership tra compagnie aeree e banche in nord e sud America, si trova un’applicazione vincente della virtual currency. Possedere una carta di credito brandizzata con il logo di una compagnia aerea significa guadagnare “miglia” a ogni transazione effettuata presso i partner convenzionati, oltre che, ovviamente, acquistando biglietti aerei. Recentemente i maggiori operatori di volo hanno dichiarato che la vendita di miglia alle banche rappresenta un mercato parallelo che frutta il 50% in più rispetto al core business tradizionale (vendita di biglietti, trasporto bagagli ecc.). Sta emergendo, quindi, un nuovo valore monetario nella loyalty, che verrà abbracciato anche dalle aziende. Un esempio virtuoso è Burger King, che poche settimana fa ha lanciato in Russia i Whopper Coin, nuova virtual currency che permette di premiare il consumatore a ogni acquisto di Whopper (panini). L’utente può utilizzare i Coin accumulati per acquistare altri burger, può regalarli agli amici o venderli online.
Secondo Deloitte, il futuro dei programmi di loyalty potrebbe risiedere in un sistema unificato di emissione e transazione di monete virtuali tramite blockchain, che potranno essere utilizzate da tutti i player per premiare i consumatori all’interno dei propri programmi fedeltà. Blockchain è la parola calda del momento: si tratta di un database strutturato in blocchi (block) o nodi di rete che sono tra loro collegati (chain), in modo che ogni transazione avviata sulla rete sia validata dalla rete stessa. In Italia, alcune aziende hanno già approfittato dei vantaggi portati dalla virtual currency, soprattutto in ambito reward, tra cui la smaterializzazione dei costi logistici e di stock dei premi fisici. Sammontana, Parmareggio, Peroni, Itas e Mukki utilizzano nei loro programmi di loyalty una moneta virtuale, chiamata MyPrize Coin. Per ogni azione realizzata nel programma fedeltà l’utente guadagna punti, che vengono convertiti in monete virtuali da spendere all’interno di un ecommerce dedicato, che accetta solo l’utilizzo di MyPrize Coin. Siamo davanti a un trend in crescita che creerà mercati paralleli e che dovremo imparare a conoscere. In ambito loyalty la virtual currency ha lanciato la sfida. Quali player saranno in grado di coglierla?