Per anni le previsioni di crescita sono state via via ridimensionate, ma ora è diverso: Istat non ha fatto in tempo a stimare la crescita di fine anno a + 1,2% (agosto 2017), che sia Prometeia sia Standard&Poor’s hanno stimato a fine anno un + 1,4%. Ma cosa sta accadendo al consumatore?
L’usuale indagine Acri (Associazione di Casse di Risparmio e Fondazioni bancarie), presentata il 31 ottobre, indica un “lento ritorno alla normalità”: paura e preoccupazioni, pur ancora presenti, stanno lasciando spazio a un atteggiamento più tranquillo, più fiducioso riguardo al futuro. Il numero di famiglie colpite dalla crisi negli ultimi 12 mesi si è decisamente contratto (dal 36% al 23%, livello più basso anche del 2011) e c’è un netto miglioramento in termini di soddisfazione rispetto alla propria situazione economica, che torna ai massimi del periodo post euro: i soddisfatti (il 56%) superano gli insoddisfatti, con un incremento di 5 punti percentuali rispetto al 2016, anche se si allarga la forbice tra chi se la cava e chi è in seria difficoltà.
Si assiste a una ripresa di ottimismo, trainata da una rinata fiducia nel futuro del proprio territorio (saldo + 3), specie nel nord, e da aspettative nettamente migliori circa l’economia europea (saldo + 5 rispetto al – 10 del 2016). Permangono forti differenze territoriali: mentre nel nord-ovest si registrano i principali segni di ritornata fiducia e la situazione nel nord-est è positiva e in miglioramento, nel sud questi segnali sono molto poco presenti, quando non del tutto assenti.
Torna per tutti la voglia di consumare; si riducono i tagli e alcune spese aumentano in modo rimarchevole. Quando si affaccia al mercato, il consumatore italiano vive l’atto del consumo con meno preoccupazione, anche se rimane un’alta selettività delle spese che lo rendono guardingo rispetto alla riduzione dell’inutile e dello spreco: i prodotti fondamentali e i semidurevoli registrano un crescente interesse, che riguarda più moderatamente anche la cura del sé e il divertimento fuori casa.
I dati ci dicono che chi è in seria difficoltà continua a tagliare ogni spesa, anche se si concede qualche lusso sulla telefonia. Coloro che hanno dovuto faticare per mantenere il proprio tenore di vita sono sempre attenti, ma iniziano a spendere un poco di più per auto, elettronica, alimentari e telefonia. Chi ha mantenuto costante la propria qualità di vita senza difficoltà rafforza buona parte dei propri consumi: aumentano in particolare le spese per telefonia, elettronica, auto e casa, e anche quelle per la cura della persona, mentre c’è ancora cautela sul fuori-casa. Infine, ci sono i consumatori senza problemi: aumentano tutte le voci, specie quelle per cui si registra una minore propensione delle altre categorie, come viaggi, ristoranti, vestiario.
Il miglior andamento della situazione personale, le minori preoccupazioni per il futuro immediato, l’affievolirsi dell’ansia di risparmiare a vantaggio di un risparmio senza troppe rinunce testimoniano di un paese che cerca di tornare alla normalità e sembra pronto a sperimentare livelli di consumo più elevati di quelli degli ultimi anni.