Pulire l’aria e ingentilire la città, sono questi i propositi pratici dell’introduzione nella legge di Bilancio della detrazione del 36% per chi si prenderà cura del verde privato. Se vogliamo considerare l’aspetto di vantaggio fiscale, purtroppo non si vedono grandi benefici per i singoli cittadini, giacché il 36% fa riferimento a un importo di spesa limitato a 5.000 euro. Comunque, portare un po’ di verde fra asfalto e cemento non accontenta solo il “ragazzo della via Gluck”.
Questa timida detrazione si potrebbe configurare come un primo tentativo di educare i cittadini a una maggiore consapevolezza per l’ambiente, incluso quello urbano, in cui si svolgono quasi per intero le nostre vite. In pratica si sta cercando d’introdurre il principio della responsabilità personale anche per quel che riguarda la gestione di Co2 e, in effetti, ognuno di noi qualcosa può fare, a cominciare da davanzali e balconi, aiuole condominiali e facciate.
Il “Bosco verticale”, progettato dall’architetto Stefano Boeri, svetta verdissimo su Milano e gli edifici che negli ultimi dieci anni hanno adottato la soluzione tecnica del verde verticale (una branca dell’architettura bio) sono ormai numerosissimi in tutto il mondo. Un’anonima facciata può diventare un’intricata selva per dare ospitalità a farfalle e passerotti: forse un’illusione di Arcadia, ma sicuramente un beneficio pratico in termini di smaltimento dello smog.
Visto in ottica di promozioni e loyalty, cosa si può fare? Sicuramente molto, giacché è un terreno da dissodare. Se la detrazione riguarda i privati, questi si possono muovere verso la cosa pubblica e, dopo aver donato alle scuole (attraverso campagne di loyalty ormai storiche) strumenti didattici e pc, ora possono fare la stessa cosa con gelsomini profumati e roselline o anche ciliegi e meli, con frutti da raccogliere in primavera. I cortili delle scuole sono cementificati, ma la possibilità di creare un’aiuola c’è sempre, forse aggiungendo qualche lezione di botanica e di coltivazione “sul campo”.
In termini di iniziative promozionali, a livello di quartiere, il normal retail potrebbe studiare soluzioni pratiche che aiutino i cittadini-clienti a beneficiare al massimo della detrazione, ottenendo effetti estetici di lunga durata che ingentiliscono il davanzale privato e tutta la prospettiva della via.
Già da molto tempo sono disponibili sementi di ogni genere che vengono utilizzate nelle promozioni con “pollice verde”, coerenti con le attività delle aziende di marca. Facili da gestire, grazie al packaging in cui sono confezionate, consentono persino di creare un mini orto in terrazza, ma se lo spazio è solo quello del poggiolo, ecco che la verticalità risolve il problema.
Nella gdo l’offerta di fiori e piante è piuttosto sacrificata, o manca del tutto. Una buona ragione per rivedere l’organizzazione del reparto ortofrutta, aggiungendo un tocco di giardinaggio, magari con sementi private label, e coinvolgendo long e short collection. Vedremo quel che sboccerà.
Luca Finetto
Oltre quindici anni di esperienza nel mercato promozionale, ha gestito con successo l’attività nel canale di brand come Armani, Fiorucci, Fossil, Moulinex, De’Longhi, Atala, Antinori, Breil. Oggi di Ops!, Usag, G3Ferrari, Black&Decker...