Le iniziative promozionali che hanno come finalità la dotazione di strumenti e servizi per la scuola sono ormai numerose, ma non ripetitive. Ci sono schemi di fidelizzazione che si propongono di mettere a disposizione degli istituti pc e altri prodotti informatici, altri offrono strumenti musicali, altri ancora cercano di ampliare le biblioteche scolastiche con libri fisici nonché su Kindle; persino i muscoli hanno i loro progetti di loyalty dedicati: i punti raccolti diventano attrezzi per le palestre. Cos’altro si potrebbe fare?
Quel che è certo è che la scuola, dall’asilo al liceo, è bisognosa di aiuti, quindi ci sarà ancora a lungo necessità di iniziative promozionali. Dove e come la grande distribuzione e l’industria di marca potranno intervenire è un campo aperto, che andrebbe orientato sulla base di progetti suggeriti dalle scuole stesse, dal corpo docenti, dagli studenti e dalle famiglie che, finora, hanno mostrato grande entusiasmo e dedizione alle iniziative di questo genere.
Finanziare tramite schemi promozionali e di loyalty la dotazione di strumenti è un aspetto di grande importanza i cui benefici abbiamo tutti sotto gli occhi, ma ce ne sono altri due altrettanto rilevanti. Uno riguarda le campagne d’informazione e di sensibilizzazione verso tematiche che hanno un profondo impatto sugli studenti, solo per citare quelle che sono anche di costante attualità: bullismo, anoressia e bulimia, emarginazione, razzismo. Sono argomenti che dovrebbero coinvolgere e mobilitare docenti, studenti e famiglie. Incontri con esperti, testimonianze di coetanei, consulenza specifica per docenti e famiglie, indicazione di linee guida, proposte di ascolto e di aiuto concreto.
Di progetti da svolgere insieme (le tre categorie di soggetti), o separatamente in modo più specialistico, attualmente non ce ne sono. Possiamo segnalare, sporadicamente, campagne istituzionali e nazionali su un tema (in genere promosse da un ministero), tuttavia entrare nelle scuole e stabilire una relazione one to one è tutt’altra cosa. Anche le aziende, che hanno un forte radicamento locale e già intervengono (per esempio con la dotazione di borse di studio), potrebbero occuparsi di queste tematiche specifiche per gli studenti.
Del tutto inesplorato è il filone che riguarda progetti di startup. Le scuole secondarie, di carattere tecnico, incentivano nei propri studenti le capacità progettuali e stimolano capacità imprenditoriali per dare a questi progetti fattibilità ed esiti economicamente redditizi. Il self-employment sarà una delle modalità che i giovani dovranno affrontare alla fine del ciclo scolastico poiché solo una parte di loro potrà contare sull’assunzione da parte di una azienda. Collegare schemi di loyalty alla creazione di un fondo per le startup che nascono nelle scuole a orientamento tecnico non solo premia l’ingegnosità dei più bravi, assicurando loro un avvio, ma gratifica anche i docenti e il loro impegno.
Andrea Demodena
Dopo la frequenza di Economia e commercio in Cattolica, si iscrive a Lettere Moderne, presso l’Università Statale di Milano, laureandosi a pieni voti con una tesi in storia dell’arte contemporanea. Come giornalista ha collaborato con Juliet, Art Show, Tecniche Nuove, Condé Nast, Il Secolo XIX, Il Sole 24Ore. Dal 2000 si occupa di marketing e promozioni. Dal 2014 è direttore di Promotion.