Anche gli schemi di fidelizzazione possono diventare green e sostenere l’economia circolare. Non si tratta di smaterializzare le operazioni legate all’utilizzo delle carte fedeltà o di impiegare solo quelle in plastica riciclata. C’è un nuovo modello comportamentale che può incentivare modi d’essere e d’agire virtuosi verso l’ambiente, legandoli con quelli dedicati alla ripetizione degli acquisti nel punto di vendita preferito. In diverse parti d’Italia sono già state installate delle attrezzature che servono per la raccolta differenziata di bottiglie, lattine, cartoni vuoti, ben diverse dalle antiestetiche campane e cassonetti per vetro, carta, plastica metalli, multi-accoppiati e altri materiali da packaging presenti da anni in strada. Si tratta d’installazioni gradevoli da vedere che, oltre a raccogliere quel che non serve più, danno in cambio ciò che serve sempre di più: soldi. Irresistibile incentivo per correggere i comportamenti meno virtuosi. Il nome di tutta l’operazione nasce da un neologismo: il reverse vending. Se le vending machine sono dei distributori automatici, in questo caso diventano erogatori d’un pagamento virtuale. Infatti la loro tecnologia dialoga con le “stazioni di conferimento”, dove immettendo correttamente il rifiuto, in funzione di questo vengono rilasciati eco-punti del valore nominale di 8 centesimi. Così, un poco alla volta, la cifra cumulata su un’apposita chiavetta elettronica è liberamente spendibile negli esercizi convenzionati. In pratica, una decina di rifiuti pagano un caffè al bar. Il piccolo comune di Latronico (Potenza) ha lanciato per primo, lo scorso anno, quest’iniziativa denominata la Banca del Riciclo a beneficio dei propri cittadini. Una pratica che potrebbe avere un estesissimo impiego non solo nei molti centri abitati, dove la raccolta non avviene ancora casa per casa: la grande distribuzione, così capillarmente presente sul territorio nazionale, potrebbe cogliere quest’opportunità. Riportare al punto di vendita i contenitori vuoti, immetterli nei diversi contenitori in funzione della tipologia di materiale che costituisce l’imballaggio, ricevere punti fedeltà da caricare sulla tessera, ecco come si potrebbe avviare l’operazione green loyalty. La raccolta differenziata è ormai di vitale importanza, ma ci sono ancora comportamenti poco attenti al bene comune, mentre la sensibilità per il risparmio e per una ricompensa è invece universalmente provata. Se il punto di vendita della distribuzione si dota di queste macchine “mangia rifiuti”, che erogano punti spendibili, ecco che la fedeltà indotta e ben motivata si radica nei comportamenti e il cerchio si chiude con un frequente ritorno allo stesso supermercato che offre questo vantaggio. Poi, per coerenza, i punti cumulati con i rifiuti (tenuti separati, o sommati a quelli generati dai normali schemi di loyalty) potrebbero dare accesso a prodotti e servizi ecosostenibili, ma questa è un’altra storia.
Andrea Demodena
Dopo la frequenza di Economia e commercio in Cattolica, si iscrive a Lettere Moderne, presso l’Università Statale di Milano, laureandosi a pieni voti con una tesi in storia dell’arte contemporanea. Come giornalista ha collaborato con Juliet, Art Show, Tecniche Nuove, Condé Nast, Il Secolo XIX, Il Sole 24Ore. Dal 2000 si occupa di marketing e promozioni. Dal 2014 è direttore di Promotion.