Digitali e social ma anche inclusivi, responsabili, concreti e con valori importanti: i ragazzi e i giovani di età compresa tra 14 e 24 anni (che rappresentano l’11% della popolazione italiana) sono legati alla famiglia, all’amicizia e alla vita offline, smentendo gli stereotipi più diffusi sulla loro generazione. È questo il quadro che emerge dalla ricerca “Generazione Z: un futuro che guarda al passato”, commissionata dalla compagnia assicurativa Bnp Paribas Cardif e condotta dall’istituto Astraricerche nel mese di marzo, tramite 1.023 interviste con il metodo Cawi. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare da ragazzi cresciuti nell’era digitale, i rapporti considerati più rilevanti sono quelli legati al mondo reale: gli amici veri sono quelli che si frequentano durante il tempo libero (74%), i compagni di scuola o i colleghi di lavoro (58%), in misura minore le persone conosciute sui social e poi frequentate nella vita reale (37%) e le amicizie puramente digitali (26%). E risulta forte l’attenzione per i valori sociali, come l’apertura alla diversità e l’attenzione per l’ambiente, con una particolare sensibilità per la raccolta differenziata (66,1%) e per la riduzione degli sprechi (60,1%). Per quanto riguarda l’universo digitale, lo smartphone risulta essere il device più utilizzato (93%) e irrinunciabile (87%), anche se non viene sostituito di frequente, considerando che il 46% lo cambia solo quando si rompe; unica vera alternativa allo smartphone è il laptop (75%). Tra i social dominano WhatsApp (89%) e Instagram (82%), mentre Facebook si ferma al 72%. Le app maggiormente utilizzate sono quelle per guardare video (76%), ascoltare musica (67%) o fare acquisti (63%). A proposito di acquisti emerge un dato interessante: i negozi (40,2%) vincono sugli acquisti online (33,9%), tra i quali i beni fisici, come abbigliamento, elettronica ecc. (78,8%), prevalgono sui servizi, quali musica, video, giochi digitali e viaggi (54%). Ed è sorprendente, infine, che negli acquisti i ragazzi della generazione Z siano condizionati principalmente dagli amici (43,1%) dalla famiglia (37,3%) e pochissimo dagli influencer della rete (20,8%); viceversa, oltre il 40,4% si sente capace di condizionare gli altri negli acquisti, senza legarsi ad aziende o brand.