Si suole dire, quando si riceve un regalo, che “è il pensiero quello che conta”, ma purtroppo non è così per il destinatario di un concorso che parteciperà solo se il premio promesso sarà “bello”. Eppure, anche la qualità del premio non è condizione di per sé sufficiente a garantire la buona riuscita di una promozione. Tutti sappiamo che trovare il premio giusto, che soddisfi i gusti dei destinatari, che sia appealing, originale e che rispetti le indicazioni delle normative, è la cosa più difficile e con più incognite nell’organizzazione di un concorso a premi.
Se da un lato è molto importante che il premio incontri i “desiderata” dei propri clienti, dall’altro non si può scegliere di mettere in palio indiscriminatamente ciò che riteniamo più interessante senza aver preventivamente verificato che il premio sia proponibile. Troppo spesso si dà per scontato che scegliere di mettere in palio un premio piuttosto che un altro, sia solo questione di budget e che si possa scegliere liberamente di promettere un iPhone piuttosto che un Samsung, una Playstation piuttosto che una Xbox, una Renault piuttosto che una Toyota. Occorre, invece, stare molto attenti per non rischiare di incorrere in potenziali contenziosi. In molti si stupiscono di questo aspetto, convinti che, in fondo, qualsiasi brand dovrebbe essere solo contento di ottenere pubblicità gratis grazie a un concorso. Chi la pensa in questo modo dovrebbe considerare che i brand importanti, che sono poi quelli più ambiti dai nostri consumatori, investono molto nella propria immagine e nella propria notorietà e non possono rischiare di essere abbinati a una promozione che potrebbe essere in contrasto con i valori del loro marchio e possono anche non gradire che altre aziende traggano beneficio, in termini pubblicitari, dall’utilizzo del loro prodotto.
Per questo motivo, una volta individuato il premio ideale per il proprio target, è necessario ottenere un’autorizzazione esplicita alla messa in palio del premio, anche perché l’azienda potrebbe aver fatto accordi di esclusiva con altre realtà commerciali o potrebbe ravvedere dei conflitti di interesse.
Diverso è quando i premi che si vogliono mettere in palio riguardano eventi importanti come, per esempio, Olimpiadi, campionati di calcio, corse automobilistiche o di moto e così via. In questi casi non è proprio possibile ottenere un’autorizzazione dagli organizzatori ed è severamente vietato, per salvaguardare i diritti degli sponsor, utilizzare la notorietà di questi eventi nei premi dei concorsi.
Nella composizione del montepremi, inoltre, occorre prestare attenzione anche all’abbinamento delle tipologie di premi che si intendono proporre, muovendosi con cautela per non accostare marchi fra loro concorrenti, anche quando i premi messi in palio sono completamente diversi fra loro: può diventare un problema serio, per esempio, proporre uno smartphone di un marchio con un televisore di un altro (poniamo un telefono Samsung e un televisore Sony) oppure inserire nel nostro montepremi un forno e una lavastoviglie di due produttori diversi tra loro concorrenti.
Se poi il concorso viene svolto in più paesi, è necessaria ancora maggiore attenzione. Non basta l’autorizzazione del responsabile del brand di una delle country coinvolte, perché gli accordi sono molto spesso nazionali e i referenti sono comunque diversi.