“Vorrei organizzare una lotteria mettendo in palio la mia casa, come devo fare?” Non è una domanda peregrina, tutt’altro: evidenzia una tendenza del momento e sono in diversi a contattarci con questo proposito. D’altra parte, con un mercato immobiliare in calo, si cerca di ingegnarsi come si può, in Italia e non solo. L’idea in fondo è semplice: se il mercato offre 75.000 euro per un appartamento, posso realizzare almeno il doppio, vendendo per esempio 3.000 biglietti da 50 euro ciascuno. Le probabilità di riuscire nell’impresa sono reali, dato che 50 euro sono una scommessa tutto sommato irrisoria rispetto alla probabilità di entrare in possesso di un bene del valore effettivo di 75.000 euro. Il ragionamento non farebbe una piega se non fosse che, almeno per quanto riguarda l’Italia, un’iniziativa di questo tipo si scontra con il più grave dei divieti nell’ambito del gambling, ovvero quello di organizzare lotterie. Nel nostro paese, infatti, non è consentito organizzare manifestazioni a premio per le quali vi sia elusione del monopolio statale dei giochi: la violazione di tale divieto viene punita con sanzioni pecuniarie fino a 5 zeri. In alcuni paesi del mondo, invece, la normativa consente ai privati di indire delle lotterie, sebbene con specifiche e, a volte, complesse regolamentazioni. In Uk, per esempio, la burocrazia è tutt’altro che semplice: l’organizzazione di una lotteria è soggetta a un regime autorizzatorio e spesso è necessario collegare la vendita a una “buona causa”, alla quale devolvere parte del ricavato. Da un punto di vista fiscale, poi, vanno considerate le ripercussioni sulla propria dichiarazione dei redditi, anche per effetto delle plusvalenze. Nel caso in cui, infine, la lotteria dovesse essere considerata illegale dalla Commissione per il gioco d’azzardo, potrebbe comportare una multa fino a 5.000 sterline e una pena detentiva di 51 settimane per il suo organizzatore. In Spagna le lotterie, conosciute come “actividades de juego de ámbito estatal” devono sottostare alla “Ley del Juego” e la “Direcciòn General de Ordenaciòn del Juego” è l’organo del “Ministerio de Hacienda y Función Pública” che, sotto la supervisione della “Secretaria de Estado de Hacienda”, esercita le funzioni di regolazione, autorizzazione, supervisione, controllo e comminamento di sanzioni. Nel caso in cui le lotterie non dovessero avere portata nazionale, andrebbero regolamentate e gestite nel rispetto delle norme di ogni comunità “autonòmica” locale.
È evidente, dunque, che anche laddove consentito, non è una passeggiata organizzare una lotteria privata e va anche messo in conto il rischio di non raggiungere l’obiettivo economico che ci si è prefissati: è capitato a una signora inglese che, per la propria proprietà puntava a raccogliere 1,7 milioni di sterline riuscendo a ottenerne solo 250.000. Una lotteria, tuttavia, resta pur sempre una opportunità e chissà che non si arrivi a consentirle anche in Italia. In fondo, lo Stato cosa avrebbe da temere dalla lotteria di un privato? Potrebbe essere considerata concorrenza al monopolio? Forse sarebbe sufficiente stabilire un iter autorizzatorio molto rigido e istituire opportuni controlli.