Con un pensiero alle occasioni colte o perse durante il Black Friday, uno al meteo, uno al Governo e uno al mondo, l’italiano si appresta a lanciarsi nel nuovo anno, carico di sentimenti contrastanti. Il Black Friday, una delle ultime festività laiche capace di spingere l’ottimismo nei consumi di massa, è una buona parabola di come stiano andando le cose in questi tempi. Nasce nei primi anni ‘60 nella distribuzione tradizionale, esce dai confini americani solo 10 anni fa ed è atterrato in Italia da poco, diventando un elemento centrale nelle vendite e nelle campagne comunicative prenatalizie. Si calcola che riesca a moltiplicare le vendite 7/8 volte rispetto a un normale venerdì, incrementando soprattutto le vendite offline; inoltre genera un enorme traffico nei negozi, assai utile in vista degli acquisti natalizi. Contrariamente a quanto si pensi, la velocità delle offerte digitali non elimina il ruolo del negozio fisico, ma lo rende complementare; la pensano così il 57% degli italiani. La tecnologia che elimina il contatto umano genera invece un diffuso scetticismo. Quindi il nuovo percorso agli acquisti (path to purchase) è sempre più fluido e omnichannel, l’esperienza fisica completa l’esperienza online, aggiungendo alla velocità e alla convenienza un senso di reale, l’aspetto umano, che comunque ci rassicura, ci attrae, ci rasserena. Abbiamo tutti bisogno di essere rasserenati, perché sembrano delinearsi sfide che spaventano o almeno preoccupano. Sfide economiche e ambientali, che fanno vacillare le certezze sul futuro. La crisi sembrava essersi lentamente ridimensionata (anche se il pil è ancora inferiore a quello del 2008), le cose via via stavano migliorando, se comparate con alcuni anni fa. Il rapporto Acri racconta però di come questo miglioramento non convinca del tutto i cittadini, preoccupati che l’Italia si possa di nuovo trovare impreparata di fronte a una nuova crisi internazionale. Gli italiani reagiscono come al solito, cercando di risparmiare di più e creando quel cuscinetto di riserve che pochi anni fa è stato un imponente ammortizzatore sociale.
La serenità è messa in crisi anche dai cambiamenti climatici e dalle conseguenze sull’ambiente: quasi 4 persone su 5 nel mondo temono di trovarsi alle soglie di un disastro ambientale. Questa preoccupazione cresce anno su anno (nel 2014 solo il 12% conosceva bene il concetto di sostenibilità, nel 2018 erano il 20%, nel 2019 il 36%), e non dipende solo dall’effetto Greta o dalla diffidenza verso la plastica, ma da qualcosa di più profondo. Cresce l’idea che il mondo non possa andare avanti così e reagiamo cercando di orientare i nostri comportamenti, specie negli atti di consumo più semplici, ma arriveremo anche a scelte più importanti via via che la consapevolezza aumenterà. L’italiano che inizia questo 2020 ha ancora tanta voglia di festeggiare, ma è più guardingo di quello del 2019 e si prepara a vivere all’insegna di un consumo più consapevole, più attento agli aspetti economici e ambientali. Farà domande alle quali dovremo essere pronti a rispondere. Buon 2020!