Le nuove abitudini dei consumer sotto la lente di Kovid-19 Barometer

Redazione25/03/2020

Come sta cambiando il comportamento d’acquisto dei consumatori nel corso della crisi pandemica? Quali sono i canali media più utilizzati? E quali le aspettative nei confronti di brand e aziende?

Per rispondere a questi interrogativi e fornire alle imprese e ai marchi insight mirati per rimanere connessi con i propri clienti Kantar, agenzia specializzata nel data management & consulting, ha tenuto una web conference il 25 marzo nel corso della quale sono stati trasmessi in anteprima i risultati dello studio “Covid-19 Barometer.

L’indagine, avviata il 13 marzo su più di 25.000 consumatori di oltre 30 paesi del mondo, verrà aggiornata con cadenza quindicinale (estendendosi a 46 paesi) per monitorare il cambiamento nel sentiment dei consumatori nelle varie fasi della crisi sanitaria.

I dati più importanti emersi dalla prima fase dello studio riguardano un aumento del consumo dei media in casa (la navigazione sul web è aumentata del 70%, seguita dal consumo tradizionale della tv che è cresciuto del 63% e dall’uso dei social media che è aumentato del 61%).Whatsapp è l’app che sta ottenendo i maggiori incrementi di fruizione (+60%).

Sul fronte delle attese dei consumatori nei confronti della comunicazione pubblicitaria, le principali aspettative riguardano la capacità dei marchi trasmettere l’idea dell’utilità del brand/prodotto in questa fase di stravolgimento delle abitudini quotidiane (77%), il saper comunicare gli sforzi compiuti per affrontare/migliorare la situazione (75%) e l’usare un tono rassicurante (70%).

Vengono invece reputati dannosi e controproducenti, sempre a livello di comunicazione, che i brand sfruttino le attuali circostanze per promuoversi (75%) e l’impiego di toni umoristici (40%).

I consumatori, infine, si aspettano che le aziende siano attive nel promuovere azioni a tutela della salute dei dipendenti (78%), che favoriscano il telelavoro (62%) e che dimostrino il loro impegno concreto nel sostenere gli ospedali (41%) e i governi (35%).