In un mondo digitale, cosa sta succedendo ai giocattoli? L’industria cerca modi per convivere con lo schermo, studiando crossover in cui la tecnologia è sempre meno visibile e gli aspetti ludico-educativi salgono alla ribalta. Il design thinking dei nuovi smart toys punta infatti su fluidità dell’esperienza, tecnologie meno costose e approccio fisico/ digitale.
Lego è stato un precursore, evolvendosi non tanto per sostituire gli smartphone quanto per creare un ponte diretto alla sua attività tradizionale: la vendita di prodotti fisici. La società danese offre infatti diverse linee in cui la costruzione “fisica” viene trasposta digitalmente via app, ampliando l’esperienza ludica.
Hasbro in partnership con 3D Systems da alcuni anni propone la stampa in 3D e una gamma di giochi digitali volti a insegnare le basi della programmazione. L’accordo con 3D Systems è infatti finalizzato alla commercializzazione di stampanti 3D e piattaforme progettate per creare i giocattoli a casa propria.
Del resto, il mercato Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics) oggi cresce grazie al desiderio di contribuire allo sviluppo dei figli: un esempio recente è Nintendo Labo, che dal suo debutto nell’aprile 2018 ha scalato le classifiche mondiali con oltre un milione di pezzi venduti. Labo consente di costruire giocattoli di cartone e, utilizzando sensori speciali, portarli alla vita con semplici occhiali di cartone che trasformano lo smartphone in un visore vr stereoscopico. La robotica è poi uno dei campi che più stimola l’industria, con prodotti sorprendenti permessi dalla riduzione dei costi dell’hardware e dalla proliferazione di tutti i tipi di sensori miniaturizzati. Tra questi Primo è un kit per bambini di 3-6 anni per imparare a programmare senza ricorrere a uno schermo: un giocattolo tradizionale, senza display, con blocchi componibili da disporre per creare e guidare un robot. La disposizione dei pezzi fornisce istruzioni al robot, stimolando a pianificarne e testarne il posizionamento in modo che il veicolo raggiunga il traguardo. Primo è basato su Arduino e materiali creati con stampanti 3D. L’intero progetto è sotto licenza open source, con file cad pubblici e gratuiti. Per concludere: i giocattoli si stanno evolvendo, spingendo le aziende ad aggiornare i modelli di business, metodi di produzione e relazioni con le licenze.
Gli smart toys offrono nuove opportunità, a patto di saper conciliare età, capacità di attenzione e livello di abilità iniziale. Oltre al prezzo finale, la valutazione dovrebbe includere la longevità (ore di gioco), versatilità (anni in cui verrà utilizzato), tipologia di alimentazione e durata della carica. I produttori più innovativi stanno valutando anche una “scala di giocabilità” che, al pari di un’etichetta nutrizionale, fornisca indicatori quali, per esempio, la capacità di migliorare il linguaggio del bambino o rafforzarne le capacità motorie.
Il mondo del giocattolo in evoluzione tra digital gamification e smart toys
Lara Oliveti09/10/2020