La differenza fra concorsi di sorte e lotterie è una delle questioni più delicate per noi addetti ai lavori, dato che in Italia la sanzione per una manifestazione a premio indetta in elusione del monopolio statale dei giochi può arrivare fino a 500.000 euro.
La distinzione fra i due tipi di iniziativa è molto chiara e si basa sulla onerosità della partecipazione: nei concorsi a premio la partecipazione dev’essere gratuita per legge, mentre nelle lotterie è necessario comprare dei titoli di partecipazione. Nonostante il confine sia così chiaramente delimitato, è sorprendente la quantità di richieste che arrivano da aziende che intendono attivare promozioni in cui le probabilità di vincita sono legate al numero di giocate a pagamento effettuate, per non parlare poi delle richieste di privati che pensano di poter realizzare un miglior incasso organizzando una lotteria per cedere i propri immobili o addirittura le proprie società. Molto probabilmente si tratta di persone che hanno preso spunto da iniziative simili realizzate all’estero, anche se è necessario sottolineare che anche in diversi paesi europei le normative prevedono una netta distinzione fra i concorsi di sorte e le lotterie.
La normativa italiana vieta di mettere in palio nelle manifestazioni a premio denaro o ciò che è assimilabile al denaro
Per esempio, nel Regno Unito, in Spagna e in Grecia per lotteria si intende un’attività che includa tre condizioni: il pagamento di una fee di partecipazione, l’assegnazione di premi di valore economico e l’elemento della sorte. In questi paesi, esattamente come in Italia, i concorsi di sorte legati all’acquisto non sono considerati lotterie purché non venga incrementato il valore dei prodotti promozionati. Altrove invece, come nella vicina Svizzera o negli Stati Uniti, i concorsi di sorte legati all’acquisto sono considerati addirittura lotterie illegali a meno che non venga introdotta anche una meccanica gratuita, alternativa e concomitante, che offra ai consumatori le medesime opportunità e probabilità di vincita.
In altre nazioni, come la Turchia e la Polonia, sono invece considerate lotterie tutti i concorsi di sorte, anche quelli a partecipazione gratuita, e la loro organizzazione è soggetta all’ottenimento di uno specifico permesso da parte delle autorità locali. Infine ci sono alcune realtà, come per esempio il Belgio, nelle quali i concorsi di sorte, seppur gratuiti, sono del tutto vietati. Pochi sono invece gli stati che proibiscono di mettere in palio il denaro, diversamente dall’Italia che vieta di promettere premi pecuniari nelle manifestazioni a premio, incluso ciò che è assimilabile al denaro, costituendo un terreno sconnesso per chi opera nel campo e deve mediare fra le esigenze creative delle aziende e le interpretazioni restrittive dell’autorità preposta. Via via abbiamo assistito a veti nei confronti delle carte di credito prepagate, dei gettoni d’oro seppur non aventi valore di corso, delle rate dei mutui e persino delle bollette delle utenze se domiciliate presso la banca del vincitore.
L’auspicio è che questo divieto possa essere normato nei suoi contorni in modo chiaro, a tutela degli operatori in buona fede, e magari con limiti più contenuti, in modo da consentire ai promotori di poter ampliare la gamma delle offerte e ai destinatari di trarre maggiori benefici dalle iniziative promozionali.