Se ti promettessero un jet Av-8 Harrier del valore di 32 milioni di dollari a fronte di un collezionamento di 7 milioni di punti della tua bibita preferita, non proveresti ad aggiudicartelo? Non mobiliteresti amici e parenti per farti aiutare a raggiungere la soglia richiesta? È quello che ha fatto il ventenne John Leonard alla fine degli anni ’90, come raccontato nella miniserie di Netflix “Pepsi, dov’è il mio jet?”, fra le 15 più viste del 2022, e narra della battaglia giudiziaria che il ragazzo ha intentato contro il colosso del beverage accusato di aver fatto quella che sembrava a tutti gli effetti una promessa e non – come sosteneva l’azienda – soltanto una trovata pubblicitaria.
Pare impossibile che una multinazionale come Pepsi abbia potuto sottovalutare il valore della promessa pubblica contenuta in uno spot pensando che bastasse promettere un premio così grande da rasentare la ridicolaggine per dare per scontato che tutti comprendessero che, nelle loro intenzioni, si trattava di uno scherzo. Ma così non è stato e questa leggerezza è costata al colosso americano anni di cause giudiziarie e incalcolabili danni di immagine.
L’intenzione era quella di creare uno spot avvincente ironizzando sulla possibilità di aggiudicarsi un premio fuori da ogni portata con una quantità di punti apparentemente irraggiungibile ma evitando di specificare – per non sminuire la forza dello spot – che quella non era una promessa concreta. Di fatto, il messaggio, privo di qualsiasi clausola esplicativa, faceva presupporre a tutti gli effetti una promessa al pubblico che è il negozio giuridico in cui si inquadrano le manifestazioni a premio anche in quei paesi che non le normano esplicitamente.
La promessa al pubblico diventa vincolante nel momento stesso in cui viene comunicata e pubblicizzata e, quindi, resa pubblica. Conoscere il significato giuridico di una promessa al pubblico è la base per comprendere alcuni “perché” della normativa italiana sulle manifestazioni a premio i cui vincoli appaiono talvolta incomprensibili se non inquadrati in questo contesto.
Il divieto, per esempio, di poter organizzare un’operazione a premio “fino a esaurimento scorte” è una conseguenza diretta dell’irrevocabilità di una promessa pubblica che deve essere rispettata fino al termine della sua durata. Lo stesso vale per l’impossibilità di cambiare le condizioni di partecipazione e i montepremi a meno che non si introducano condizioni chiaramente migliorative per i destinatari.
In tutti i paesi, più o meno esplicitamente, è considerato obbligatorio e necessario regolamentare le manifestazioni a premio mediante un documento che dettagli termini e condizioni e che delinei i diritti e i doveri del promotore e dei destinatari. E, mentre, i contenuti di questo documento vengono preparati con grande cura, spesso non altrettanta attenzione viene dedicata al materiale promozionale con cui la promessa viene resa pubblica e che è vincolante ai fini giuridici.