Tempo di bilanci per i parchi divertimento italiani, recentemente protagonisti della di Parksmania Awards, kermesse che ogni anno premia le eccellenze italiane e straniere del settore e che, attraverso il coinvolgimento dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani – Federturismo, organizza conferenze e tavole rotonde per analizzare l’evoluzione del comparto.
Il comparto dei parchi permanenti italiani è composto da circa 230 aziende tra parchi tematici, faunistici, avventura e acquatici, e nel 2022 ha generato un giro d’affari di 1 miliardo di euro, tra biglietteria e indotto interno ai parchi, come le attività di ristorazione e il merchandising. Cifra che sale a 2 miliardi considerando l’indotto esterno relativo, per esempio, a hotel, centri commerciali e altri servizi in prossimità dei parchi.
Sul fronte dei visitatori, Siae per il 2022 certifica 18.463.628 ingressi, in crescita del 72% sul 2021, anche se in lieve flessione (-5%) sul 2019, anno che aveva segnato il record storico. Al dato vanno aggiunte le presenze relative a omaggi e operazioni promozionali, arrivando ad un totale stimato di circa 20 milioni di visitatori.
A livello regionale, il primo gradino del podio del Veneto, regione che ospita la maggiore concentrazione di parchi divertimento, seguito da Emilia Romagna, Lombardia e Lazio. Quanto alla stagionalità, i mesi estivi si confermano dominanti, seguiti da aprile e ottobre, caratterizzati da un ottimo tasso di affluenza, sebbene il numero di parchi aperti sia inferiore.
Il trend descritto dai dati Siae prosegue anche nei primi 3 trimestri del 2023, complici i 120 milioni di euro investiti da inizio anno in nuove attrazioni, spettacoli e ampliamenti: la stima è di chiudere al 31 dicembre con un incremento del giro d’affari compreso tra l’8 e il 10%, arrivando a quota 22 milioni di visitatori italiani e 1,7 milioni di stranieri. Nel prossimo triennio sono previsti investimenti per un totale di circa 450 milioni di euro che, oltre a migliorare la competitività dei parchi italiani sul mercato internazionale, avranno immediate ricadute positive sull’indotto e sull’occupazione, migliorando anche l’attrattività turistica dei territori di riferimento.
Nei prossimi anni la competitiva delle aziende del comparto dei parchi si giocherà anche sul loro essere più o meno sostenibili, come spiega il segretario nazionale dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani, Maurizio Crisanti: “I parchi divertimento vengono considerati energivori, ma in realtà lavorano da anni per ridurre il loro fabbisogno energetico e sono stati tra le prime aziende in Italia a promuovere una vera e propria cultura della sostenibilità, sensibilizzando anche il pubblico: dalla riduzione dei consumi di plastica alle pratiche virtuose basate sul riciclo e sulla circolarità, fino all’impiego di energia da fonti rinnovabili. La sfida di oggi, però, è trasformare questa proattività in una vera e propria strategia progettuale, affinché la sostenibilità diventi fattore stesso di crescita per i parchi di domani”.