In Italia, la cultura della responsabilità sociale delle imprese è di lunga tradizione, e l’esperienza di questi anni – il Covid con lo smart working prima, la crisi energetica e l’inflazione poi, a minacciare la coesione sociale – l’ha ulteriormente rafforzata, tanto da farla diventare un fattore determinante di sostenibilità, di valore sociale per le comunità, di valore economico per le imprese, interessate a incrementare le performance dei dipendenti attraverso il miglioramento del clima aziendale, il coaching e la formazione, il team building, il rewarding nello spirito di innalzare l’employer branding, l’employee advocacy e soprattutto la loyalty aziendale. Per questo il welfare aziendale coinvolge sempre più non soltanto i responsabili delle risorse umane, ma anche delle altre funzioni aziendali, come il marketing e le vendite. Ne parliamo con Matteo Romano, ceo & founder di Tantosvago, società benefit (circa 50 milioni di fatturato) entrata oggi a far parte del Gruppo Unipol: il più grande marketplace in Italia per la gestione di attività esperienziali e leisure per il welfare aziendale e i sistemi premiali.
Tantosvago è una digital company specializzata nella creazione di contenuti ed esperienze, che lavora sul versante dei reward a 360°, abbracciando sia il mondo loyalty, con tutte le sue sfaccettature (dal promotion all’incentive), sia quello welfare. Due mondi che convivono?
Matteo Romano: Di più, si integrano. A segnare il perimetro possiamo dire sia l’aspetto meritocratico. Per il welfare aziendale i dipendenti sono più o meno I tutti meritevoli in egual misura, puntando su temi come clima aziendale e sul bilanciamento casa-lavoro; per l’incentive o la loyalty il vantaggio è legato al merito o finalizzato a dei risultati o a incidere sul comportamento. Certamente quello che vediamo dal nostro punto di osservazione, fatto da una piattaforma in grado di erogare migliaia di premi, è che il mercato sta manifestando attenzione verso attività di reward legati al wellbeing.
In questo senso il welfare sta influenzando l’offerta premiale?
Matteo Romano: I contenuti per il servizio alla persona, tipici del welfare, sono spesso esperienziali, immateriali. In questo senso il welfare ha determinato all’interno delle aziende uno spostamento del peso dal premio fisico al premio digitale. Una vacanza o un percorso benessere consentono all’azienda di poter “lavorare” anche sul feedback legato alla fruizione di quell’esperienza. Sono premi emozionali che sono anche più comunicabili: chi è andato alle terme, in palestra o in vacanza crea le condizioni affinché altri, all’interno dell’azienda o del team, possano sognare lo stesso tipo di esperienza. Senza contare che il premio esperienziale è consegnabile immediatamente, non richiede pianificazione, non va in esaurimento, non è soggetto a obsolescenza, non ha i problemi di stoccaggio e delivery.
La tendenza a livello internazionale sembra essere quella di passare dal modello “carota e bastone” dell’incentivazione più tradizionale a un sistema di miglioramento continuo delle performance dei dipendenti attraverso la soddisfazione di tutta la sfera del contributo assistenziale (quasi un surrogato del mercato assicurativo), allo smart working fino ai benefit emozionali. Secondo il vostro punto di osservazione, da quale parte oscilla il pendolo?
Matteo Romano: Il mercato mette a disposizione un ampio bouquet di soluzioni, tutte valide e in linea con quanto profilato dall’articolo 100 del Tuir, quindi che godono dell’esenzione fiscale, tutte richieste dalle aziende e tutte apprezzate dai destinatari. Noi, come dice il nome Tantosvago, ci siamo concentrati sull’aspetto più soft, più emozionale, perché incontra gli interessi della platea più ampia. Noi siamo in grado di coprire qualsiasi esigenza, dalla salute alla famiglia, dalla formazione al tempo libero, dalla cultura allo sport, all’intrattenimento, allo shopping, al benessere e così via. Abbiamo a catalogo oltre 30.000 esperienze, che rispettano la compliance con le normative che regolano il welfare aziendale. Solo il nostro portale Tantosvago Parchi ha offerte per 150 parchi in Italia, in Europa e nel resto del mondo: 14.000 ticket per attrazioni turistiche con possibilità di acquistare biglietti istantanei, aperti a tutta la stagione, che permettono di saltare la fila alle casse, oppure di prenotare biglietti + hotel nella struttura ricettiva del parco o nelle immediate vicinanze. E la stessa ricchezza d’offerta la si trova sul nostro Tantosvago Travel, con specifici servizi per la clientela welfare. Però, come dicevo, abbiamo anche la parte più dedicata al sociale, come il portale OKaring con servizi per la famiglia, dedicati a figli e genitori ma anche a chi si prende cura di un familiare anziano e/o non autosufficiente. Gli esempi sono veramente molti.
La libertà di scelta rappresenta sicuramente un valore, ma come si può aggregare e contrattualizzare un numero così ampio di strutture?
Matteo Romano: Ci siamo accorti di una bisogno e lo abbiamo colmato, facendo incontrare la domanda e la offerta. Abbiamo lavorato sull’integrazione dei sistemi e oggi convenzioniamo strutture partner nei settori viaggi, ristorazione, sport, benessere, musei, teatri, cinema e molto altro, e forniamo soluzioni it personalizzate per ogni esigenza premiale delle aziende. Per permettere con un click ai beneficiari (dipendenti e clienti) di avere la libertà di utilizzare i loro benefit nel migliore dei modi, ogni azienda dovrebbe contattare e contrattualizzare un enorme numero di strutture. Noi abbiamo creato un’interfaccia standard in modo da frapporci tra i merchant (ne abbiamo oltre 24.000) e i welfare provider o le aziende, e rendiamo disponibili ai clienti un’offerta molto ampia di soluzioni plug in, con portali declinati sulle specifiche esigenze relative al prodotto che si intende proporre, ricevendo apprezzamenti per le soluzioni trovate anche dai big del settore leisure (per esempio Booking.com, Gattinoni, Msc Crociere, Virgin Active, Qc Terme, Snowit, Una Hotel, per citarne alcuni). Chiaramente responsive, laptop e mobile.
Come può il destinatario redimere il servizio?
Matteo Romano: Sono soluzioni diverse, ma tutte le nostre piattaforme sono fatte in modo da accogliere modalità di pagamento non usuali, come gift card o codici omaggio. Per il canale welfare utilizziamo una moneta chiamata “credito welfare”, messa a disposizione dell’azienda e che, dopo la scelta, scaliamo dal borsellino del dipendente che ha maturato il benefit; per il canale Lip – nostro acronimo di loyalty, incentive, promotion – chiamiamo la moneta “codice omaggio” e funziona come qualsiasi borsellino punti per redimere i premi.
Queste piattaforme possono essere utilizzate quindi anche per campagne di engagement sui dipendenti?
Matteo Romano: Certamente. Il dipendente può ricevere “punti” in funzione di determinati comportamenti, se partecipa per esempio a corsi di formazione o a webinar. La nostra app Inxentive, rilasciata proprio in questi giorni, è stata sviluppata per creare e gestire community aziendali e consente di aggiornare i collaboratori e mantenerne alto il livello di ingaggio, in modo semplice e divertente. E consente all’azienda di misurare l’effettivo coinvolgimento, in funzione della partecipazione del collaboratore, del tasso di apertura dei messaggi, delle interazioni con le comunicazioni o della partecipazione a survey o monitoraggi. Inxentive, che come dice il nome è pensata per l’incentive, consente anche attività di gamification particolarmente strutturate, ma anche la gestione dei servizi aziendali, come prenotare la sala riunioni o un’auto della flotta aziendale. In questo caso, naturalmente, i punti maturati in funzione delle interazioni possono essere convertiti in premi in un catalogo con un’offerta infinita e personalizzabile. Il vantaggio dell’app – è anche il caso di GoWelfare – è che consente di disporre del credito aziendale quando serve, per esempio mentre si è di fronte alla pompa di benzina o in cassa al supermercato o al ristorante o dal parrucchiere. Naturalmente non si tratta di moneta elettronica: non si può pagare ovunque, ma esclusivamente nel circuito convenzionato. Radicando il servizio sul territorio, favorendo per esempio il consumo di certi servizi in determinate aree, GoWelfare ha trovato un’ottima accoglienza presso la pubblica amministrazione e gli enti bilaterali che, potendo sostenere gli esercenti della zona, sono motore di crescita territoriale.
Andrea Demodena
Dopo la frequenza di Economia e commercio in Cattolica, si iscrive a Lettere Moderne, presso l’Università Statale di Milano, laureandosi a pieni voti con una tesi in storia dell’arte contemporanea. Come giornalista ha collaborato con Juliet, Art Show, Tecniche Nuove, Condé Nast, Il Secolo XIX, Il Sole 24Ore. Dal 2000 si occupa di marketing e promozioni. Dal 2014 è direttore di Promotion.