La ricerca dal titolo “Sostenibilità e digitale: generazioni a confronto. Una rivoluzione che non c’è?” dell’Osservatorio per la sostenibilità digitale ha messo a confronto le percezioni e i comportamenti di 4 generazioni di italiani: Generazione Z (18-28 anni), Millennial (29-44 anni), Generazione X (45-60 anni) e Baby Boomer (61-75 anni) in relazione ai temi connessi alla sostenibilità digitale e all’utilizzo dele tecnologie digitali.
L’analisi ha consentito di conoscere come il rapporto con il digitale cambi in base all’età e quali siano le sfide e le opportunità che ne derivano. Sono quindi emersi percorsi differenti a seconda delle generazioni, ognuno con le proprie peculiarità e criticità.
Dalla ricerca emergono alcuni aspetti chiave: innanzitutto, c’è una netta differenza tra le generazioni. I giovani, ovvero il 48% della Generazione Z e il 33% dei Millennial, sono in gran parte persone che usano molto il digitale e che si impegnano attivamente per la sostenibilità. Al contrario, le generazioni più mature, ovvero il 32% della Generazione X e il 52% dei Baby Boomer, sono per lo più persone che usano poco le tecnologie digitali e non danno molta importanza alla sostenibilità. Indipendentemente dall’età, la ricerca mette in evidenza come quasi un italiano su quattro ritiene che la tecnologia digitale non sia uno strumento utile per perseguire gli obiettivi di sostenibilità.
Altri dati interessanti che emergono riguardano: il 28% dei Millennial non considera la tecnologia un driver di sostenibilità, il concetto stesso di sostenibilità non è conosciuto dal 54% dei Baby Boomer e dal 34% dei Generazione Z.
Anche la consapevolezza dell’utilità del digitale è difforme tra le generazioni considerate: il 94% dei cittadini tra i 18 e i 60 anni e l’87% degli over 60 sono abbastanza convinti che dal digitale derivino perdite di posti di lavoro, ingiustizia sociale, diseguaglianze sociali, con 1 italiano su 8 che ne è molto convinto.
