Internet si sta evolvendo in “metaverso”: uno spazio virtuale, condiviso, costantemente online e attivo anche senza che le persone vi accedano. Avrà una propria economia, lavori, aree shopping e media da fruire: molti sono già ossessionati dall’idea, discutendo di come crearlo e di chi lo realizzerà per primo. Un Internet più tangibile, non tanto un rifugio dalle pandemie quanto un nuovo paradigma sociale: dalle riunioni su video chat a matrimoni e lauree su Animal Crossing, noto videogioco di casa Nintendo.
Il metaverso, termine tratto dal libro Snow Crash di Neal Stephenson del 1992, è però ancora lontano, la tecnologia non è ancora pronta, ma l’obiettivo di un mondo online che riecheggi e soddisfi i bisogni e le attività del mondo reale è condiviso da molti big della Silicon Valley: Facebook, Google e Samsung stanno già facendo grandi investimenti in questa direzione. Secondo il venture capitalist Matthew Ball, è Epic Games (produttore del videogioco Fortnite) a essere il più avanti su questa strada: le caratteristiche principali di un metaverso includono l’essere sempre persistenti, eventi sia pianificati sia spontanei, un’esperienza che si estende e opera attraverso le piattaforme e il mondo reale. Senza limite di pubblico e con una propria economia pienamente funzionante, spinge i giocatori a spendere centinaia di milioni in valuta di gioco, che a sua volta genera centinaia di milioni di dollari nel mondo reale.
Il metaverso necessiterà di molteplici standard aperti e della gestione di un’immensità di dati ad alta velocità
Il concerto virtuale di DJ Marshmello, con 10 milioni di spettatori, è l’esempio più vicino che si possa immaginare di un mix di motori di gioco, interattività e contenuti video. Tim Sweeney, ceo di Epic Games, nel corso del Dice Summit ha sottolineato la necessità di pensare a uno standard, come accadde per la posta elettronica: infatti solo dopo l’inserimento negli indirizzi email della @ i sistemi proprietari riuscirono a connettersi gli uni agli altri. Il metaverso necessiterà quindi di molteplici standard aperti e della gestione di un’immensità di dati ad alta velocità: è difficile pensare che un’unica società possieda tali requisiti, anche se Microsoft e Meta sono i principali competitor in questa corsa. Pochi giorni dopo il rebranding di Facebook in Meta, Microsoft Teams ha lanciato avatar 3D e meeting immersivi grazie ai suoi visori Hololens e a Mesh, una piattaforma collaborativa per esperienze virtuali, con lo scopo di creare spazi virtuali sia per utenti privati sia per le aziende.
Microsoft ha anche fornito un esempio di metaverso applicato alla formazione con Minecraft, il videogioco più venduto al mondo, per ispirare la prossima generazione di esperti di tecnologia, ingegneri, scienziati e matematici: gli studenti della Gran Bretagna possono esplorare 3 schemi proposti dalla National Highways, con un’esperienza virtuale, ma diretta di ciò che sarebbe necessario per costruire un ponte o scavare un tunnel. La grande sfida è oggi creare un metaverso sostenibile, con una propria economia, capace di tutelare e valorizzare il lavoro dei creatori di contenuti e di garantire l’interoperabilità tra diversi ambienti tecnologici.