Attività con promoter strumento da rilanciare

Marilde Motta11/12/2022

La loro presenza nei supermercati si notava subito, in compagnia di persone attente ad ascoltarle, curiose e disponibili alla prova. Naturalmente erano presenti in tante altre tipologie di punti di vendita, nelle tabaccherie per far assaggiare le nuove caramelle, nella boutique di intimo per invitare a osare la guêpière, nel negozio di casalinghi per illustrare l’ultimo ritrovato in fatto di padelle antiaderenti. Eccole persino nella sala d’attesa del dentista per magnificare le virtù del dentifricio sbiancante.

Erano indispensabili messaggere del brand e dell’imperdibile offerta promozionale. Presentavano con competenza amichevole e modi garbati, poi c’era l’assaggino, l’omaggio, la combinazione di acquisto vantaggiosa. Dove sono finite? Sparite a colpi di Covid e di distanziamento sociale? Ebbene, se ne sente la mancanza perché avevano un ruolo ben definito e di effettiva utilità. A emergenza sanitaria terminata, i progetti con promoter andrebbero ripresi.

Ci sono prodotti complessi e talmente innovativi che hanno bisogno d’essere spiegati con dimostrazioni pratiche d’uso

Non tutti i prodotti si vendono da soli. Ce ne sono molti complessi e talmente innovativi che hanno bisogno d’essere spiegati con dimostrazioni pratiche d’uso, con risposte esaustive e convincenti alle domande di consumatori perplessi. L’elettronica di consumo continua a sfornare prodotti con funzioni così ingegnose che a nessuno sarebbero venute in mente; ci troviamo nella situazione tipica in cui è necessario far nascere il bisogno.

Anche per i piccoli elettrodomestici ci vuole la promoter, per esempio per far apprezzare l’asciugacapelli con sei differenti temperature perché il brand tal dei tali vuole che tutte le consumatrici, Berenice inclusa, si sentano soddisfatte della loro chioma. Il formaggino che fino a ieri era a spicchi triangolari ed è diventato un esagono? C’è una ragione che solo la promoter conosce e vi svela con un vertiginoso argomentare degno di un sofista e con la mitica prova che incrementa le vendite. Ça va sans dire che non tutto era così aulicamente perfetto, non sempre c’era la preparazione sufficiente nello spiegare, la divisa in ordine, il banchetto con una qualche traccia di design o almeno di riconoscibilità del brand il cui prodotto era in promozione.

Però, pur con tutti i correttivi necessari, le promoter dovrebbero tornare in presenza con il loro spirito ciarliero e amichevole. Il loro ruolo è stato “usurpato” dalle influencer di varia sorta che online imperversano con consigli per gli acquisti, fanno vedere il prodotto e come va utilizzato, ma poi passano ad altro prodotto, stessa sceneggiata e così via, giacché più referenze presentano più incassano. Pazienza se poi la consumatrice potenziale si deve sorbire la presentazione senza poter fare domande, senza nessun contatto reale con il manufatto decantato. Ridateci le promoter anche in nome dell’occupazione femminile. Le promoter sono donne che fanno questo lavoro per integrare il loro reddito familiare mentre incentivano i consumi del resto della popolazione. Più utili di così.

 

 

Marilde Motta

Nella comunicazione dal 1978, in costante aggiornamento e approfondimento. Ho scelto le pubbliche relazioni come professione, dedicando attenzione a promozioni e direct marketing, su cui scrivo. Amo all’unisono il silenzio, i libri e i gatti. contatti@adpersonam.eu