Qualche anno fa sono stata a Istanbul con la famiglia e, avendo a disposizione pochissime ore per visitarla, ci siamo affidati a una guida locale che, per fortuna, parlava italiano. Asya (in italiano “Grazia”), mentre ci guidava alla scoperta della magia che solo una città orientale può donare, ci raccontava anche piccoli aneddoti di vita quotidiana e, fra questi, uno mi colpì più degli altri: per potersi concedere qualche bicchierino senza offendere il proprio Dio, alcuni turchi si mettono le mani sulla fronte a mo’ di visiera così da impedire la vista del proprio “misfatto” a colui che guarda dall’alto. Trovai molto curioso questo escamotage in un paese come la Turchia che, anche se non proibisce affatto il consumo di alcolici, ha una normativa molto severa rispetto a queste bevande di cui vieta ogni tipo di pubblicità e forma promozionale, inclusi i concorsi.
Ma non sono poi tanti i paesi che introducono questo divieto e l’alcol marketing offre interessanti punti di esplorazione perché riguarda un mercato di enorme entità che investe ogni anno ingenti somme in pubblicità, promozione e marketing digitale.
L’esposizione incontrollata a un alcol marketing sconsiderato porta a una maggior accettabilità del consumo degli alcolici e a una corrispondente riduzione dell’età in cui si inizia a consumarli. L’Oms ha lanciato un allarme invocando regolamentazioni più efficaci per il marketing delle bevande alcoliche soprattutto nell’ambito digitale. Se, infatti, per i mezzi più tradizionali come radio, tv e giornali, qualche limitazione è stata imposta (in qualche paese più che in altri) rimane un ampio mercato non regolamentato nello spazio digitale: un’enorme opportunità che viene ben sfruttata dalle aziende del settore. Il problema, quindi, trascende i confini e diventa globale perché le tecniche di promozione online riescono a raggiungere anche consumatori di paesi in cui l’alcol è vietato.
Nei concorsi e operazioni a premi, i principali ostacoli riguardano quei paesi in cui la religione influenza fortemente il comportamento degli individui ma, inaspettatamente, anche in Europa troviamo qualche bollino arancione e persino rosso come in Svizzera, Slovenia e Polonia. In Svizzera sono vietati concorsi e forme pubblicitarie per tutti i prodotti diversi da quelli ottenuti da fermentazione (per esempio vino e birra); in Slovenia ogni forma di promozione e pubblicità è vietata per i prodotti con tasso alcolico superiore al 15% mentre in Polonia è vietata ogni forma di promozione sulle bevande alcoliche fatta eccezione per la birra. In generale, quando si vuole organizzare una promozione su questi prodotti è bene verificare di volta in volta le normative di ogni singolo mercato.
Per quanto riguarda il nostro paese, diversamente da quanto avviene per il tabacco, la pubblicità sugli alcolici è permessa come anche la promozione attraverso concorsi a premi e, sebbene esistano alcuni divieti volti soprattutto a protezione dei minori e a propiziare un consumo responsabile, la scarsità di azioni sanzionatorie li fa apparire più come consigli che come delle proibizioni vere e proprie.