Il concetto di fedeltà cambia a seconda delle generazioni

Sempre più aziende, sia in Italia sia all’estero, adottano una prospettiva generazionale per valutare i segmenti di consumatori. Tale approccio è supportato anche dalla ricerca scientifica: secondo la Generational  Cohort Theory (J.P. Meriac, D.J.  Woehr, C. Banister, 2010), infatti, gruppi di individui nati nello stesso periodo e che hanno esperienze di vita analoghe,  specialmente negli anni più formativi,  sviluppano simili valori, attitudini e modi di pensare. Questo si riflette, successivamente, nei loro comportamenti, inclusi quelli di acquisto.

Tra le varie generazioni, tanto le aziende quanto gli accademici stanno focalizzando la propria attenzione sui consumatori più giovani, in particolare sulla Generazione Z (11-26 anni). Anno dopo anno, gli individui appartenenti a questa generazione diventano sempre più rilevanti: per esempio, Edge by Ascential (2023) stima che già nel 2025 questi rappresenteranno il 27% degli  occupati a livello mondiale. Diventa pertanto fondamentale capirne a fondo le preferenze, le abitudini d’acquisto e la ricettività a fronte di strumenti di marketing e di fidelizzazione tradizionali.  L’Osservatorio Fedeltà dell’Università di Parma ha cercato, con le sue ultime indagini, di comprendere che cosa significa fedeltà per i più giovani, e se strumenti di loyalty management come il programma fedeltà e i suoi vantaggi  riescono ancora ad attrarli e trattenerli.  Nella ricerca da noi condotta, e presentata a ottobre 2023 al convegno annuale e nel white paper di recente pubblicazione, abbiamo pertanto coinvolto a fini comparativi 1.000 consumatori appartenenti alle generazioni Z, Y (o Millennials) e X.  Un primo dato interessante che emerge riguarda le differenti sfumature che i consumatori di diverse generazioni attribuiscono al concetto di fedeltà verso un brand. Per la Generazione X, la fedeltà si esprime sostanzialmente attraverso la lunghezza della relazione con il brand. Il 37% dei consumatori della Generazione X,  infatti, contro il 27% dei Gen Y e il 20% dei  Gen Z, ritiene infatti che essere un cliente  di lunga data equivalga a essere un cliente  fedele. Per i Millennials, invece, la fedeltà  equivale soprattutto a restare con il brand  anche quando sono disponibili delle alternative  (34% dei rispondenti appartenenti  alla generazione). Altro aspetto sempre  rilevante per questa generazione è la socialità  vissuta attraverso il brand, nel parlarne  ad altri consumatori.

La Generazione Z, infine, mostra  una concezione più articolata della  fedeltà a un brand: sono infatti tre le  definizioni con cui concordano. Anche   per la Generazione Z, la fedeltà equivale na continuare a scegliere un determinato  brand a fronte di alternative; rispetto ai  Millennials, tuttavia, considera fedeltà  anche il pagamento di un premium price  come un segno di fedeltà. Infine, la  Generazione Z si ritiene fedele laddove  riesce a instaurare con il brand un rapporto  di vicinanza a livello personale o  emotivo (18%).

Queste sostanziali differenze  di opinione tra le generazioni si  manifestano anche riguardo alle caratteristiche  dei brand che portano a decidere  di esservi fedeli. I Millennials,  per esempio, trovano che la possibilità  di connettersi con gli altri (60%) attraverso  la marca sia un driver di fedeltà.  La Generazione X apprezza particolarmente  l’offerta di prodotti adatti ai propri  bisogni individuali (90%), seguita da  una buona assistenza clienti (85%) e da  prezzi competitivi (83%). Un dato interessante  è il fatto che, per la Generazione  Z, questi stessi tre fattori sono i più  rilevanti come driver di fedeltà al brand,  e hanno uguale peso (75%).  Non ci sono invece differenze significative  tra generazioni per quanto riguarda  l’offerta di esperienze personalizzate e  di un programma fedeltà da parte del  brand: si rileva infatti un segmento trasversale  – corrispondente al 70% dei  consumatori intervistati – che apprezza  entrambi, indipendentemente dalla  generazione di appartenenza.  Ritroviamo una conferma di questo dato  anche nell’iscrizione e nella partecipazione  ai programmi fedeltà. Innanzitutto,  l’82% dei rispondenti ha infatti dichiarato  di essere iscritto ad almeno un  programma fedeltà, e la maggioranza di  questi (74%) è iscritto a un massimo di 4  programmi. Analizzando il dato per generazioni, anche in questo caso, emerge che  la maggior parte dei consumatori tende a  sottoscrivere un numero limitato di programmi  fedeltà a cui partecipare attivamente.  Al restante 18% dei rispondenti,  che ha dichiarato di non essere iscritto ad  alcun programma fedeltà, è stato invece  chiesto di indicare i motivi per i quali non  vi partecipano. Tra le motivazioni principali,  il fatto che sia necessario troppo  tempo per ottenere un vantaggio (12%)  e l’offerta di vantaggi poco interessanti  (12%) o di poco valore (11%). In maniera  analoga, pertanto, non ci sono differenze  significative tra generazioni per quanto  riguarda le ragioni della mancata iscrizione  ai programmi fedeltà.

In secondo luogo, abbiamo poi misurato  esplicitamente la potenzialità  del programma fedeltà nel generare fedeltà  al brand, chiedendo ai partecipanti  di esprimersi in merito a una serie di  effetti comportamentali e attitudinali. In  tal senso, rileviamo che: per il 71% dei  partecipanti il programma li fa restare  più a lungo clienti del brand; per il 66%  il programma influenza favorevolmente  le loro opinioni sui brand; per il 64% il  programma fedeltà influenza la scelta dei  brand da acquistare e fa acquistare di più.  Per ognuno di questi effetti – che, come  si vede, riguardano un ampio segmento  di consumatori membri di un programma  fedeltà – non sono state rilevate differenze  significative tra generazioni:  l’adesione ai programmi si conferma  pertanto un driver della fedeltà trasversale  alle generazioni.

 

Alla luce dei risultati fin qui presentati,  i programmi fedeltà appaiono  pertanto uno strumento di retention e miglioramento delle relazioni efficace,  anche sulle generazioni più giovani. La  ricerca infatti ci mostra che le diverse  generazioni manifestano differenti preferenze  per i vantaggi offerti dal programma  fedeltà, che pertanto riesce a risultare  nel complesso attrattivo per tutti. I partecipanti alla ricerca hanno indicato  i loro vantaggi preferiti, a partire da un  elenco di 22 vantaggi che abbiamo identificato  sulla base dei programmi italiani  in uso in diversi settori. Le preferenze  espresse sono state poi riconvertite in un  ranking relativo a ciascuna delle tre generazioni:  la tabella mostra, per esempio, i  primi 7 vantaggi considerati più importanti  dai consumatori italiani e il relativo  spaccato generazionale.  Tra i risultati più interessanti che emergono:  il regalo di compleanno è il vantaggio  preferito dalla Generazione Z, seguito  dal premio a fronte di una certa soglia di  punti e dagli sconti sui prodotti e servizi.  Il vantaggio preferito dalla Generazione  Y è rappresentato dai campioni gratuiti,  mentre quello della Generazione X dagli  sconti sui prodotti/servizi. Il catalogo  premi è molto più attrattivo per le Generazioni  Y e X, così come la possibilità di  provare nuovi prodotti in anteprima.

Giada Salvietti