I dati diffusi dall’ultimo “Osservatorio non food” di Gs1 Italy in relazione alle vendite nel 2023 di prodotti non alimentari in Italia mostrano un quadro articolato e dinamico, con una crescita generalmente ridotta rispetto all’anno precedente, ma con nette differenze tra comparti. Molto bene per esempio profumeria e automedicazione, in calo invece l’elettronica di consumo. A penalizzare gli acquisti sono soprattutto l’inflazione e il carovita. Il rapporto di Gs1 Italy analizza anche le ripercussioni sulla rete distributiva e delle tipologie commerciali ed evidenzia una preferenza, da parte degli italiani, per i punti di vendita specializzati e soprattutto per alcuni prodotti per i canali online.
La ricerca prende in considerazione 13 comparti: abbigliamento e calzature, elettronica di consumo, mobili e arredamento, bricolage, articoli per lo sport, prodotti di profumeria, casalinghi, prodotti di automedicazione, edutainment, prodotti di ottica, tessile casa, cancelleria, giocattoli. Nel 2023 il giro di affari ha superato i 110,3 miliardi di euro, prevalentemente distribuiti tra abbigliamento, elettronica, mobili e arredo, bricolage, che insieme rappresentano il 65,4% del totale. Rispetto all’anno precedente, la crescita è stata contenuta e corrisponde allo 0,4% (nel 2022 era stata del +4,3%). Il trend generale dell’ultimo quinquennio resta comunque positivo (+6,2%).
La maggior parte dei settori ha registrato aumenti delle vendite, pur se con diverse intensità. Meglio di tutti hanno fatto la profumeria, con un balzo in avanti del 11,1% e addirittura del +23,1% sul 2019 (vendite per 7,5 miliardi di euro), l’automedicazione (+4,2% per un valore di 8,7 miliardi di euro, +16,8% sul 2019) e casalinghi (+2,8%). A registrare la peggiore prestazioni è stata invece l’elettronica di consumo, che ha perso il 4,8% in un anno fermandosi a 21,1 miliardi di euro di sell out (ma conservando un +10,2% su base quinquennale). A seguire l’edutainment (-1,6% per un giro d’affari di 4,7 miliardi di euro, ma un +13,8 sul 2019). Abbigliamento e calzature perdono lo 0,9% sul 2023 (21,6 miliardi di euro di vendite) e complessivamente arrivano a un -5,9% su base quinquennale. Si tratta di un comparto che registra numeri positivi esclusivamente per le vendite online, che crescono dell’8,6%.
A fronte della crescita dell’e-commerce e della preferenza, segnalata soprattutto per alcuni comparti, per i punti di vendita specializzati, l’Osservatorio registra la chiusura di circa 9.200 negozi nel 2023, confermando un trend di riduzione della rete di commercio fisso non alimentare avviato da tempo particolarmente accentuato per settori come il tessile e biancheria per la casa, libri, giornali e cartoleria, calzature e articoli in cuoio. Benché resti quello con la rete più estesa e capillare, il settore ad aver registrato il numero maggiore di chiusure è quello dell’abbigliamento (con la perdita di circa 2.900 esercizi).
La ricerca di Gs1 Italy ha anche avviato la lettura della rete commerciale di grandi superfici specializzate e grandi magazzini, attraverso l’analisi di 5 tipologie di agglomerazioni commerciali: commercio urbano centrale (che rappresenta il 43,5% dei punti di vendita totali), centri commerciali, parchi commerciali, aree periferiche e altri poli (come stazioni e aeroporti), factory outlet. Nel contesto di un calo generale (sono stati persi circa l’1,2% di punti di vendita), tengono solo i factory outlet, gli unici ad aver chiuso l’anno con un aumento della rete di vendita (+0,8%).
Guardando alle diverse tipologie di punti di vendita, la leadership per il non food resta alle grandi superfici specializzate (gss) di cui i consumatori apprezzano ampiezza e profondità dell’offerta, oltre a servizi di consulenza pre-vendita e radicamento sul territorio. La rete delle gsa (grandi superfici alimentari) è rimasta invece stabile e fornisce numeri rilevanti solo per alcuni comparti come cancelleria, giocattoli, casalinghi e tessile. Per le grandi superfici non specializzate è stato un anno dinamico, con un aumento numerico dei grandi magazzini, me una diminuzione dei cash & carry. I negozi specializzati restano invece in vetta nei comparti in cui è maggiormente percepita l’importanza dei servizi pre e post vendita, oltre alla personalizzazione degli acquisti, come casalinghi, cancelleria, bricolage, ottica e nel 2023 anche profumeria.
Da ultimo, si è stabilizzato nel 2023 il peso dell’e-commerce, con un peso maggiore in alcuni comparti come l’edutainment e l’elettronica di consumo.
“Il 2023 – ha commentato Marco Cuppini, research and communication director di Gs1 Italy – ha segnato una nuova tappa nel percorso di ripresa dei consumi non alimentari, che mostra un trend di +6,2% nel quinquennio 2019-2023. Questa tendenza di fondo ha mostrato un’intensità diversa all’interno dei singoli settori merceologici, rispecchiando i differenti atteggiamenti degli italiani nei confronti degli acquisti di prodotti non food. Per esempio, l’attenzione al benessere personale ha sostenuto la spesa destinata ai prodotti cosmetici e di automedicazione, mentre la conferma dei bonus statali ha incentivato gli italiani ad ammodernare le proprie case, con interventi di efficientamento energetico e di aumento del comfort domestico”.