In occasione del Salone della csr e dell’innovazione sociale, a Milano dal 9 all’11 ottobre, sono stati presentati i risultati dell’indagine Ipsos “Complessità e paradossi verso un futuro sostenibile”. Se nel 2023 l’osservatorio aveva rilevato nel pubblico e nelle imprese la percezionedi una eccessiva lentezza nella transizione verso una società più sostenibile, i nuovi dati mostrano ora una maggior consapevolezza del successo in futuro: il 49% della popolazione e il 77% delle imprese partecipanti, ritiene che tra vent’anni il mondo sarà molto più sostenibile di oggi.
Per raggiungere questo risultato le contraddizioni sono viste come inevitabili dal 24% delle persone e dal 52% delle aziende partecipanti al Salone. “Le contraddizioni – commenta Andrea Alemanno, service line head di Ipsos – sono inevitabili in un processo evolutivo, che modifica equilibri, prassi ed interessi che si sono definiti nel tempo. È bene riconoscerlo e comprendere come gestirle, e come gestire tutti i costi e le esternalità negative che si generano in un processo trasformativo. Non devono preoccuparci. Deve invece preoccuparci il lasciarle decantare, l’ignorarle, o l’affrontarle con un approccio non dialettico. Così rischiamo di generare scetticismo e contrapposizione, che rischia di rallentare, quando non minare, il percorso verso un mondo più sostenibile, responsabile, migliore”.
Le preoccupazioni e i dubbi manifestati dai partecipanti all’indagine riguardano invece perlopiù il rischio di zone d’ombra in cui possano prosperare soggetti poco etici (39%) e uno scarso impegno da parte di tutti (32%), oltre a una mancanza di volontà da parte del governo (29%). Giudicando il proprio contributo alla sostenibilità, il 25% delle persone e il 22% delle aziende ammette le proprie carenze.
La ricerca Ipsos evidenzia inoltre quali sono le contraddizioni ritenute più rilevanti, condivise da popolazione e aziende: la spinta all’uso dell’auto elettrica senza che sia chiaro come venga prodotta questa energia, l’eccessiva enfasi sulla sostenibilità in un momento di crisi economica e aumento dei prezzi, la spinta ai consumi con prezzi bassi in contrasto allo sfruttamento dei lavoratori, il continuo lancio di nuovi prodotti a discapito del riutilizzo, le dichiarazioni a favore delle rinnovabili mentre si continuano a scegliere i combustibili fossili, la mancata concretezza degli impegni per la riduzione del gender gap e per la parità salariale.
L’indagine è stata presentata all’interno del salone milanese che quest’anno ha per tema proprio “Sfidare le contraddizioni”. Oltre 500 i relatori coinvolti e 270 le organizzazioni tra aziende, istituzioni e realtà del no profit per una riflessione comune sul futuro della sostenibilità.
“Questa edizione del salone – sottolinea Rossella Sobrero, del gruppo promotore – evidenzia che siamo in una fase di maggior maturità e chi ha creduto che il percorso verso lo sviluppo sostenibile sarebbe stato facile, veloce, senza contraddizioni si rende conto che non è così. La transizione richiede un profondo cambiamento nel modo di pensare, agire, comunicare. In particolare, le imprese realmente sostenibili hanno capito che è necessario avere una visione chiara degli obiettivi da raggiungere e migliorare la capacità di progettazione: bisogna darsi scadenze e tempi certi, ingaggiare in modo nuovo gli stakeholder, decidere come saranno misurati e valutati gli impatti generati”.