< PreviousPromotion GENNAIO FEBBRAIO2019Da sinistra i tre membri del board direttivo Fabio Battista, Andrea Tempesta e Luca StellaL’azienda romana ha anche adottato un nuovo payoff, con il quale vuole sottolineare che dietro a ogni progetto c’è un lavoro enorme di creatività, di soluzioni tecniche, di responsabilità per l’ambiente e per la qualitàPROGETTAZIONE, PRODUZIONE, LOGISTICA AL SERVIZIO DELLA RESPONSABILITÀ PER L’AMBIENTEEURODISPLAY DESIGN IN PROGRESS9COPERTINAPromotion GENNAIO FEBBRAIO2019Andrea Demodena Eurodisplay Design In Pro-gress ha scelto un nuovo payoff, “more than you expect”, per distinguere i suoi primi trent’anni di crescita; non un atto di autocompiacimento, sebbene i successi meritino una celebrazione, ma una ridefinizione d’identità e di posizio-namento che il naturale passare del tempo richiede. Ci sono però elementi che non mutano. Il nome Eurodisplay, sul finire degli anni ’80, voleva dare senso a una promessa di dimensione (l’Europa) partendo da una radice concreta, il display (ovvero l’interfac-cia fra brand e consumatore), e oggi l’azienda ha dimensioni internazionali, lavora con multinazionali nel settore del mass market, ma anche con gran-dissime aziende del lusso che hanno il mondo intero come orizzonte. Anche il termine display potrebbe sembrare limitativo se considerato nella vecchia accezione di facilitatore delle vendite. “Eurodisplay Design In Progress – spiega Andrea Tempesta, architetto e membro del board direttivo – ha vi-branti antenne per percepire i cambia-menti e ha la capacità di assecondarli; anche il punto di vendita è cambiato, tutto è diventato una sorta di rappre-sentazione scenica per far provare esperienze al consumatore. Dunque, il nuovo payoff vuole sottolineare che dietro a ogni progetto c’è un lavoro enorme di creatività, di soluzioni tecni-che, di responsabilità per l’ambiente e per la qualità. Un sintetico messaggio che afferma la volontà dell’azienda di andare oltre la semplice soddisfazione dell’esigenza espressa dal cliente. Il de-sign rappresenta il cuore del lavoro di Eurodisplay Design In Progress, ma va capito il vero senso di questo termine inglese, che significa progettazione e che molti confondono con il risultato finale, il prodotto. Fare design richiede un processo che va avanti per fasi: dal capire i bisogni del cliente e interpre-tare il suo brief al trovare la soluzione ideale e realizzarla, nonché renderla disponibile, facendo anche ricerca su tendenze e preferenze dei consumato-ri, analizzando le tipologie di vendita e la loro evoluzione”. L’azienda detiene oltre 20 brevetti che rendono eccellenti le sue soluzioni di design, garantisce un processo di lavoro in modo da rendere effettivo il time-to-market del cliente, è certificata Iso 9001 per essere consonante con le aspettative dei clienti. “La nostra struttura organizzativa – sottolinea Tempesta – fa perno su tre macroaree: progettazione, produzione, logistica. Per tutte non si può più prescindere dalla responsabilità per l’ambiente. L’economia circolare impone ormai a tutti di considerare i materiali non solo nella fase di progettazione e di realizzazione, ma in tutto il loro ciclo di vita, anche quando termina la loro funzione sul punto di vendita. Recu-perare i materiali e immetterli, per quanto possibile, in un circolo virtuoso di rigenerazione e di riutilizzo è di fon-damentale importanza”. Tutte le grandi aziende hanno l’obbligo del bilancio di sostenibilità (economica, ambientale, sociale) ed Eurodisplay Design In Pro-gress ha sviluppato soluzioni adeguate: l’azienda produce display con materiali totalmente riciclabili e adottando solu-zioni progettuali attente a tutti i risvolti green della supply chain. Il Green Lab di Eurodisplay Design In Progress ha creato il Never Ending Display, una soluzione che mette in moto un circolo virtuoso dando agli espositori la possibilità di rinascere praticamente L’azienda romana ha anche adottato un nuovo payoff, con il quale vuole sottolineare che dietro a ogni progetto c’è un lavoro enorme di creatività, di soluzioni tecniche, di responsabilità per l’ambiente e per la qualitàIl progetto FlatDisplay, oltre ai consolidati vantaggi logistici, consente un elevato grado di personalizzazione. L'azienda che ha più brand può in questo modo disporre di un solo tool per tutte le sue esigenze.COPERTINA10all’infinito. Questo tipo di approccio fa sì che l’azienda sia considerata dai propri clienti come un partner e non semplicemente come fornitore. E in questa direzione va anche la cre-azione di una specifica Strategic Busi-ness Unit. “La struttura di Eurodisplay Design In Progress – dice Luca Stella, ingegnere membro del board - è naturalmente cambiata per risponde-re soprattutto alle esigenze di grandi clienti; così abbiamo creato una unità che dialoga con le controparti nelle aziende, che pensa e agisce secondo le loro logiche. Capire le esigenze e saperle trasformare in soluzioni che superano le aspettative è il nostro mo-dus operandi”. Visitando la vasta sede di Eurodisplay Design In Progress, a Roma, si ha la percezione fisica dell’efficienza organizzativa. Il compi-to della Strategic Business Unit è quel-lo di gestire e tenere sotto controllo il flusso delle attività per ogni cliente e per ciascuno dei progetti, coordinan-do le divisioni specializzate. Servendo clienti in settori molti diversi fra loro, con un’altrettanto grande varietà di esigenze per punti di vendita specia-lizzati, Eurodisplay Design In Progress ha infatti separato le specializzazioni per dare loro maggiore profondità di know-how, ma le raccorda poi attraverso la Strategic Business Unit, offrendo al cliente l’opportunità di avere un interlocutore unico. Se l’apporto della creatività è visibi-lissimo nel display, ci sono aspetti della consulenza strategica, del modo razionale di progettare, del controllo dei costi, del governare tutti i processi che non sono d’immediata percezio-ne e vanno spiegati. “Per assecondare le esigenze dei clienti – dice Fabio Battista, architetto e membro del board direttivo – bisogna conoscere bene anche i punti di vendita, che ormai sono punti di relazione; è in Promotion GENNAIO FEBBRAIO2019questo contesto che i display dovran-no agire. Il concetto stesso di display e del suo ruolo è molto cambiato: è diventato un touchpoint di relazio-ne, di empatia, di comunicazione. Il display (ce ne sono di tantissimi tipi) non è solo una struttura funzionale e in linea con lo stile del brand e con il suo universo simbolico, ma deve essere anche in sintonia con l’ambiente dove è collocato. Oggi, il display è soprat-tutto un dispositivo polivalente, deve porsi in relazione con i clienti, deve essere capace di dare informazioni, ma soprattutto deve attrarre, intrattenere e suscitare emozioni”. Il pensiero forte di Eurodisplay Design In Progress è che estetica e tecnologia vanno di pari passo con l’innovazione e con la capacità di progettazione on demand. L’esempio più probante è quello di Visual Trays, un sistema di comunicazione video sullo scaffale per-sonalizzato per le esigenze del punto di vendita. Coperto da brevetto che non ha eguali, il sistema permette di proiet-tare attraverso un monitor filmati scelti da chi gestisce il negozio e conosce perfettamente la propria clientela. “La personalizzazione, fin nel minimo det-taglio – sottolinea Tempesta – non è l’ossessione dei grandi brand del lusso, ma un bisogno sentito da qualunque brand, così come le soluzioni a zero impatto ambientale accomunano tutti non meno del bisogno di una logistica integrata che consenta di abbassare i costi di gestione, magazzinaggio e distribuzione”. Ed ecco dunque l’im-portanza strategica della supply chain per raggiungere gli obiettivi di raziona-lizzazione, funzionalità e risparmio di tutto il processo produttivo. “Il segreto – conclude Tempesta – sta nel disegno di ciascun display: poiché tutto deve essere progettato in modo da divenire la soluzione ottimale secondo ben de-finiti parametri che sono specificati nei capitolati, ogni progetto deve essere il best in class per razionalità di costi in funzione degli standard di qualità da rispettare, deve essere a basso impatto ambientale in base a livelli di riciclabili-tà stabiliti, deve essere facile da gestire in termini di spedizione, montaggio sul punto di vendita e ritiro”.La funzionalità è uno dei punti di forza della progettazione dei materiali espositivi di Eurodisplay Design In Progress, pensati per alleggerire l’operatività del cliente che in pochissimi passaggi può montare il prodotto.DESENZANO DEL GARDA (BS)SAREZZO (BS)www.promotica.itSTRA TEGIEPER MIGLIORARE LAFEDELTÀ DEI CLIENTI:6RENDETEIL VOSTROBRAND AMATOE RISPETTATOASCOLTATEI BISOGNI DEICLIENTI E ANDATEOLTRE LE LORO ASPETTATIVEMETTETECILA FACCIAE SIATECOERENTIOFFRITE SEMPRE ESPERIENZE ESCLUSIVEFATE TESORODEGLI ERRORI:KEEP LEARNINGCREATE ILFATTORE WOWPER COINVOLGEREI CLIENTIWOW!IL NOSTRO OBIETTIVO È IL TUO SUCCESSO!SOLUZIONILo scorso 7 febbraio si è tenuto a Mi-lano il convegno di presentazione dei risultati della ricerca 2018 dell’Osser-vatorio Innovazione Digitale nel Retail, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. Il convegno, giunto alla sua quinta edizione, ha pre-sentato lo stato dell’arte e l’evoluzione dell’adozione del digitale nell’ambito retail, offrendo un’ampia prospettiva, sia internazionale sia nazionale. Dal convegno è emerso come le strategie di imprese retail tradizionali e dotcom convergono sempre più, anche perché con il successo dell’ecommerce il punto di vendita viene svuotato del suo significato originario, non rap-presentando più l’unica possibilità di accesso fisico al prodotto. Una questio-ne che accomuna i retailer tradizionali di tutte le economie avanzate, con la differenza che la nostra distribuzione è estremamente frazionata e che anche le nostre imprese più grandi sono pic-cole. Risulta quindi più difficile avere le adeguate competenze e capacità d’investimento per accompagnare questa trasformazione, anche perché non esiste un modello di riferimen-to riconosciuto come sicuramente vincente. Siamo infatti ancora in una fase di sperimentazione delle proposte innovative, di verifica della loro attrat-tività e della loro economicità. Rispet-to al passato cresce però l’adozione di alcune innovazioni (soprattutto a supporto dei processi di front-end in negozio) e aumenta la consapevolezza delle opportunità che la digital transfor-mation può offrire al retail del nostro paese in termini sia difensivi sia di cre-scita. A livello internazionale, invece, i principali retailer stanno focalizzando i loro sforzi nella sperimentazione di tecnologie di frontiera: durante il 2018 sono state infatti identificate oltre 200 progettualità in ambito retail nel mon-do, con particolare focus su internet L’indagine 2018 dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail promossa dal Politecnico di Milano evidenzia come, nonostante la carenza di competenze e investimenti ridotti, aumenta la consapevolezza delle opportunità che la digital transformation può offrire al retail in termini sia difensivi sia di crescita Gabriele Dorfmann head of loyalty Acqua Group gabriele.dorfmann@acqualoyalty.it Promotion GENNAIO FEBBRAIO201912L’innovazione digitale cresce ma trova ancora resistenze nel retail italiano Priorità d’investimento dei top retailer italiani nel 2018 33%27%24% 24%22%21%19% 19%16%Pagamenti innovativi Fatturazione elettronica Soluzioni di crm Cassa evoluta o mobile pos Sales force automation Couponing e loyalty digitale Monitoraggio clienti in store Business intelligence analytics Digital signage e vetrine intelligentiFonte: Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano13SOLUZIONIPromotion GENNAIO FEBBRAIO2019of things (52% dei casi), intelligenza artificiale (32%) e realtà aumentata e virtuale (16%). Si denota in assoluto una progressiva specializzazione, con le tecnologie personali (smartphone, wearable e simili) destinate ad arricchi-re la shopping experience, rendendo maggiormente emozionali i processi di acquisto pianificati, e dall’altra parte troviamo le tecnologie in store, che paiono assumere sempre più un ruolo di potenziamento della capacità di os-servazione e controllo del retailer sulla shopping experience. Spostandosi in Italia, dove la ricerca è stata condotta sui primi 300 retailer ita-liani per fatturato e su un campione di circa 300 piccole e medie imprese del commercio al dettaglio, si registrano alcune differenze in base alle dimensio-ni di chi opera nella distribuzione. Per quanto riguarda i top retailer, infatti, l’analisi evidenzia che gli investimenti nel 2018 si sono maggiormente con-centrati sui sistemi per l’accettazione di modalità innovative di pagamento (33% del campione), su soluzioni a supporto della fatturazione elettronica e dematerializzazione (27%). Soluzioni crm e sistemi di cassa evoluti e mo-bile pos si attestano al 24%; seguono sistemi di sales force automation o di online selling nel punto di vendita e soluzioni di wifi in store (22%), sistemi per l’accettazione di couponing e loyalty (21%), sistemi di monitoraggio dei clienti in store e sistemi di business intelligence analytics (19%) e digital signage e vetrine intelligenti e interat-tive (16%). Diversamente, le piccole e medie imprese del commercio al detta-glio mostrano di aver preferito investire nell’ultimo anno su soluzioni digitali semplificate e più elementari: il 79% dei rispondenti ha preferito puntare su sistemi di comunicazione con i fornitori tramite email o web, e la medesima percentuale ha pubblicizzato la propria attività tramite un canale innovativo (si-stemi di pubblicità via web, email, sms o social network); il 47% ha installato sistemi di cassa evoluti e mobile pos e il 40% accetta pagamenti mobile, ma solo il 19% ha adottato sistemi di sales force automation e ancor meno ha sviluppato sistemi innovativi di loyalty (15%). Tornando ai top retailer, per il futuro l’85% conferma in assoluto l’inten-zione di potenziare l’investimento per le innovazioni digitali in negozio, in continuità con il passato e con un coinvolgimento del visitatore costan-te rispetto agli anni precedenti. C’è piena consapevolezza che il successo dell’ecommerce, in particolare, e le nuove modalità d’interazione e di acquisto stanno cambiando le moti-vazioni che spingono i consumatori a visitare il negozio. Il negozio del futuro è sempre più complementare e di supporto all’ecommerce, al punto da diventarne inscindibile. Sul punto di vendita convergono i webshopper alla ricerca di nuovi servizi, di nuove esperienze, così come i consumatori che ancora necessitano di vedere e toccare il prodotto prima di diventare acquirenti online. Il punto di vendita può inoltre favorire risparmio di tempo e di denaro, offrendo uno spazio logistico per evadere gli ordini transitati attraverso l’ecommerce. Difatti il 63% dei progetti di store del futuro mappati in Italia è legato alla sperimentazione di soluzioni omnicanale, come l’ado-zione o il potenziamento del modello di click&collect, e alla sperimentazio-ne, soprattutto nell’abbigliamento, di soluzioni di online selling in store. A dimostrazione di questo sono state menzionate le case history di Coop Lombardia e Basko, che hanno lancia-to dei locker digitali e refrigerati dove poter ritirare, in qualunque momento della giornata, la spesa effettuata onli-IL RETAIL IN ITALIA 614.000 punti di vendita (- 5.300 in un anno)983.000 esercizi commerciali369.000 bar e ristoranti (+ 5.400 in un anno) 30%41%23%23%12%6% 5%24%36%Nord (14/1.000 abitanti) Centro (17/1.000 abitanti) Sud e isole (19/1.000 abitanti) alimentare abbigliamento arredamento editoria elettrodomestici/elettronica di consumo/informatica altro Fonte: Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano - dati riferiti al 2017 14Promotion GENNAIO FEBBRAIO2019SOLUZIONIne. Sempre nell’alimentare, Esselunga, dopo un progetto pilota avviato nel 2017 presso lo store di Varedo, ha por-tato il servizio di drive&collect in altri punti di vendita milanesi, a Modena e a Verona. Zara ha inaugurato a Milano il suo nuovo store, completamente omnicanale: il distributore intelligente presente in negozio gestisce in totale autonomia la consegna degli acquisti ecommerce, mentre con l’app è possi-bile fare shopping online direttamente in store. Nike, nel suo nuovo store milanese, oltre al click&collect e al reso in store degli acquisti ecommerce, offre un servizio concierge, che permette di usufruire della consegna a domicilio degli acquisti effettuati in store. L’evoluzione tecnologica in atto ac-compagna e favorisce il cambiamento di paradigma: lo store si trasforma da spazio fondamentalmente transazionale in luogo che si sviluppa in chiave sem-pre più relazionale ed esperienziale, da spazio fortemente orientato al prodotto a una realtà più complessa, orientata al consumatore. L’esperienza in store si trasforma e s’innova nel suo significato: dal “visitare” allo “stare”, da “consuma-re tempo” a “valorizzare tempo”, da “fiction” a “non fiction”, con il punto di vendita che diventa un contesto sem-pre più vicino alla vita reale in cui si utilizzeranno effettivamente i prodotti in vendita. Con l’Apple Town Square, il nuovo concept aperto in Piazza del Liberty a Milano dalla casa di Cupertino, è evidente nella progettazione il passag-gio allo “stare”, offrendo ai visitatori una vera e propria piazza che conduce a uno spazio in cui vengono proposti eventi e attività collaterali alla mera vendita dei prodotti. Sempre a Milano, il primo punto di vendita di Starbucks in Italia offre un luogo in cui il tempo di visita assume nuova dimensione e valore, al punto che sembra fermarsi grazie alla magia del racconto, dalla torrefazione del chicco di caffè al senso di comunità del rito della colazione o della pausa caffè. Nei nuovi format di Ikea il tradizio-nale “do it yourself” viene affiancato dall’immersione in contesti di vita reali, aumentati dall’utilizzo di app e soluzio-ni per la realtà virtuale che consentono di visualizzare in anticipo come un mobile s’integra nel proprio ambiente domestico. Nelle case history di maggiore succes-so l’innovazione di significato prece-de, nella progettazione, quella delle soluzioni tecnologiche di dettaglio, da adottare per i touchpoint all’interno della customer journey map. Il nuovo significato del servizio retail deve essere restituito in modo semplice, distintivo e inequivocabile, grazie a un singolo mo-mento d’interazione, il moment of me-aning. La progettazione del moment of meaning richiede una profonda em-patia e immedesimazione con i cinque sensi del visitatore dello store, perché in un singolo momento dell’esperienza del cliente il nuovo significato venga facilmente e direttamente percepito. Ne sono esempi il “take your name”, la scrittura del nome sul bicchiere in Starbucks, o la matita e il righello messi a disposizione dei clienti di Ikea. Questi due momenti si riferiscono rispettiva-mente ai due significati dei brand, il “sentirsi a casa” per Starbucks e il “do it yourself” per Ikea. Il 2019 si preannuncia come un nuovo anno ricco di trasformazioni e di opportunità per i retailer, sia a livello internazionale, con scenari sempre più competitivi e stimolanti, sia a livello italiano, dove l’evoluzione sociocultura-le in atto potrebbe portare più rapida-mente alla concretizzazione degli sforzi finora effettuati nello sviluppo di nuove soluzioni e nella reinterpretazione dei significati dei servizi retail. MILANO CAPITALE DELL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA IN STORE Dalla mappa dello store del futuro elaborata dell’Osser-vatorio Innovazione Digitale, emerge come Milano stia giocando un ruolo sempre più significativo nell’innovazione: nel capoluogo lombardo è nato un vero e proprio cantie-re a cielo aperto di sperimen-tazione. La città attira anche molti retailer internazionali che tentano l’avventura ita-liana sbarcando proprio qui. Nel 2018 è stato inaugurato in Piazza del Liberty un Apple store innovativo e imponen-te, dove le persone possono connettersi, condividere e rilassarsi. Starbucks (foto in alto) ha invece aperto in Piaz-za Cordusio un vero e proprio tempio del caffè: la roastery milanese consente infatti di scoprire l’arte e la scienza del caffè. La catena di fast food Five Guys è sbarcata in Corso Vittorio Emanuele II, mentre Nba ha inaugurato in Piazza San Babila il suo primo store europeo e nel 2019 sarà la volta di Uniqlo, la catena d’ab-bigliamento giapponese che in primavera aprirà le porte del suo store, ancora in Piazza Cordusio. Gli smartphone trainano il settore dell’elettronica Per i dati dell’Osservatorio Compass sul credito al consumo la telefonia è in assoluto il settore più venduto e finanziato dell’elettronica Christian CarosiGli italiani quando entrano in un nego-zio di elettronica lo fanno nella mag-gior parte dei casi per comprare un telefonino, utilizzando spesso e volen-tieri le risorse economiche offerte dal credito al consumo. È quanto emerge dall’ultimo Osserva-torio Compass dedicato al comparto elettronica di consumo ed elettrodo-mestici, che ha elaborato le informa-zioni tratte dai finanziamenti concessi ai consumatori e quelle fornite dai negozi convenzionati con l’istituto. Secondo i dati della società finanziaria del gruppo Mediobanca, in generale la richiesta di credito al consumo relativo ai prestiti finalizzati nel primo semestre del 2018 è cresciuta complessivamen-te del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2017, raggiungendo 10,45 miliardi di euro e stabilendo un nuovo record dal 2013. Nel settore dell’elettronica, hanno avuto una leggera flessione (- 1,4%) i prestiti, che si sono attestati a quota 540 milioni di euro, ma è aumentato l’erogato medio (+ 3,3% rispetto al primo semestre 2017), che ha raggiun-to quota 916 euro. La telefonia, come dicevamo, rappresenta in assoluto il prodotto più venduto e finanziato: secondo il 60% dei negozi convenzio-nati, è questo il comparto che traina maggiormente le vendite, seguito dai grandi elettrodomestici per il lavaggio (35%) e dai pc/tablet (28%). E la si-tuazione non cambia di molto se si analizza la classifica dei prodotti più finanziati: sul podio troviamo sempre la telefonia, indicata dal 45% del cam-pione, e i grandi elettrodomestici per il lavaggio (41%), seguiti però dagli elet-trodomestici per il freddo (38%). Il punto di vendita fisico si conferma il riferimento preferito per gli acquisti di prodotti di elettronica: il 41% dei con-sumatori (secondo un’indagine ripor-tata dall’Osservatorio Compass e rea-lizzata dall’Istituto Piepoli a novembre 2018) s’informa su internet, ma con-cretizza il suo acquisto in un esercizio commerciale, mentre il 18% preferisce informarsi e acquistare direttamente nel punto di vendita, soprattutto per il servizio di assistenza post vendita (indicato dal 43% degli intervistati). La concorrenza dello shopping online sta comunque progressivamente modifi-cando il comportamento di acquisto: il 21% dei consumatori intervistati di-chiara di acquistare meno in un punto di vendita rispetto al passato e il 36% s’informa in negozio e acquista online. La concorrenza dei retailer online, se-condo i negozi convenzionati, determi-na mancate vendite che incidono per il 41% sul loro giro d’affari complessivo nel settore dell’elettronica e addirittu-ra per il 69% su quello della telefonia, e che li porta a reagire per limitare le perdite. Da un lato, aumentano gli esercenti che offrono, accanto alla vendita nel punto fisico, anche la pos-sibilità di effettuare acquisti online (il 36% dei negozianti), dall’altro cresco-no le promozioni presenti sul punto di vendita: ben l’82% dei convenzionati ritiene molto o abbastanza rilevante il loro impatto sugli acquisti, al punto da determinare il 45% del giro d’affari totale. In particolare, sono i cosiddet-ti “sconti secchi” sul prezzo a essere indicati da due terzi degli intervistati (67%) come la tipologia di sconto più efficace. Fonte: Osservatorio Compass - gennaio 2019 I prodotti più venduti nel comparto elettronica I prodotti più finanziati nel comparto elettronica + 6,4% la crescita in Italia del credito al consumo nel primo semestre 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017, con il superamento della cifra di 10 miliardi di euro a fine 2018 45% la quota di finanziamenti richiesti nel comparto elettronica per l’acquisto di telefonia nel primo semestre 201860%45%35%41%28%38%Telefonia Elettrodomestici per il lavaggio Pc e tabletTelefonia Elettrodomestici per il lavaggio Elettrodomestici per il freddo15SCENARIPromotion GENNAIO FEBBRAIO2019Nel 2018 gli utenti connessi alla rete a livello globale hanno superato i 4 miliardi (per l’esattezza 4,39 miliardi, + 9% rispetto al 2017, più del doppio rispetto al 2012) e gli utenti mobile hanno oltrepassato i 5 miliardi (5,11 miliardi, + 2%). Lo evidenzia l’ottava edizione di “Global Digital”, il report annuale pubblicato a gennaio dall’a-genzia We Are Social e dalla piatta-forma di social media management Hootsuite con il contributo di Global Web Index, Gsma Intelligence, Statista, Locowis, Similarweb e App Annie. Grazie ai dati rilevati in 230 paesi, il report definisce le varie declinazioni dell’universo digitale e l’utilizzo da par-te degli utenti dei principali touchpoint (internet, canali social, device mobili e piattaforme ecommerce). In Italia nel 2018 gli utenti d’internet sono cresciuti del 25,11%, raggiun-gendo 54,8 milioni, l’88% dei quali si connettono quotidianamente, per un tempo medio di oltre 6 ore al giorno, più del doppio di quello speso guar-dando la televisione. Gli italiani vanno online prevalentemente per cercare svago e divertimento: infatti, il 92% si connette per guardare video online, specialmente su Youtube (in prima posizione tra le piattaforme social), ma anche mediante broadcast, streaming e video on demand da tv connesse alla rete (43%). Nei primi posti delle query di ricerca su Youtube vi sono canzoni, film, il videogioco Fortnite e la musica. Il successo di Fortnite su Youtube riflette la generale ascesa del gaming online, con il 16% degli italiani che gioca in modalità streaming live, l’11% che guarda giocare altri gamer e il 5,4% che fa da spettatore a campiona-ti di eSport. Un altro trend emergente è l’utilizzo dei servizi di ricerca vocale o comandi vocali tramite tecnologia voice, dichiarato dal 30% degli utenti. Da sottolineare, inoltre, l’attenzione degli utenti della rete ai temi della privacy e alla navigazione senza inter-ruzioni: infatti, il 35% ha dichiarato di scaricare ogni mese software per bloccare contenuti sponsorizzati (ad blocking) e il 17% di usare sistemi vpn che consentono la navigazione privata. Il 59% della popolazione italiana (35 milioni di persone, + 2,9% rispetto al 2017) è attiva sulle piattaforme social, mediamente per circa due ore al gior-no (un terzo del totale del tempo tra-scorso online), mentre sono 31 milioni (+ 3,3% rispetto al 2017) gli utenti attivi sui social da dispositivi mobili. In particolare, il 97% degli italiani possie-de un telefono cellulare, specialmente smartphone (76%), utilizzato dall’86% degli utenti non solo per andare sui social ma anche per attività di mes-saggistica, vedere video e giocare. I social network sono diventati punto di riferimento per l’intrattenimento, la Il report “Global Digital” evidenzia che gli utenti si connettono soprattutto per cercare svago e intrattenimento e che Youtube è il canale social più diffuso. Tra i trend in ascesa vi sono il gaming e la tecnologia voice Francesca Cannella Promotion GENNAIO FEBBRAIO2019Continua la crescita degli utenti connessi alla rete e ai canali social SCENARILe principali attività svolte ogni mese sul mobileIn % sul totale degli utenti internetFonte: Global Web Index 2018 Messaggistica Video Navigazione su mappe Gaming Operazioni bancarie1687%81%76%49%41%Il mercato del giocattolo chiude l’anno con un fatturato a -1% Nei giorni di Spielwarenmesse (dal 30 gennaio al 3 febbraio), la fiera del giocattolo di Norimber-ga dove s’incontrano i maggiori operatori internazionali del settore e dove vengono presentate le novità e i trend del mercato mon-diale, Assogiocattoli ha presentato i principali dati sull’andamento del comparto del toy europeo nel 2018. I dati rilevati da Npd Group Toys Italy - Retail Tracking Service nel periodo gennaio-di-cembre 2018 confermano il trend negativo del fatturato a livello europeo, che nel 2017 era calato dello 0,2% rispetto al 2016 e che nel 2018 è diminuito del 4%. L’Italia, che ha dimostrato una flessione inferiore (- 1%) rispetto alla media europea, ha registrato una variazione dei prezzi e dei vo-lumi rispettivamente del + 0,4% e del - 1,5%; il dato negativo del fatturato è influenzato dal netto calo dell’ultimo trimestre (- 4%) – periodo a cavallo delle festività natalizie che rappresenta il 54% delle vendite annuali – che ha vanificato la crescita del 2,8% re-gistrata nei primi 9 mesi dell’anno. Ancora una volta gli acquisti na-talizi si sono spostati a ridosso del Natale, e quest’anno, per effetto anche del calendario, è stato solo il giorno della vigilia a dare un contributo positivo alla stagione. Il rapporto conferma il divario tra i canali distributivi: sono diminuiti del 12% gli acquisti negli iper-mercati e supermercati, mentre sono ulteriormente cresciuti quelli negli store online e nelle insegne specializzate (+7%). La categoria delle doll è la più im-portate per fatturato, con il 19,3% del mercato. Il 2018 in particolare è stato l’anno delle playset doll (bamboline e accessori che ricre-ano specifici ambienti di gioco), che hanno triplicato il loro valore rispetto al 2017, trainate da Lol Surprise! di Giochi Preziosi, prima property del mercato. Ha fatto invece registrare un decremento dell’8% la categoria infant/todd-ler/preschool, che è così scesa in seconda posizione. L’anno è stato positivo solo per un’altra catego-ria: la game & puzzle (+ 5%). “Il 2018 è stato un anno difficile per il nostro comparto in Europa – ha commentato Paolo Taverna, direttore di Assogiocattoli – e il fatto che il mercato italiano abbia tenuto non può certo essere considerata una buona notizia. A preoccupare maggiormente gli operatori è il fenomeno della con-centrazione degli acquisti sempre più a ridosso del Natale, fatto che crea problemi organizzativi, di riordini e mancanza del prodotto richiesto. Una nota positiva è, invece, sicuramente la crescita del settore game & puzzle, che allarga le potenzialità del settore e testimonia anche la volontà di riprendere a giocare in famiglia e tra amici”. (F.C.) + 7% l’aumento delle vendite di giocattoli negli store online e nelle insegne specializzate in Italia + 5% la crescita della categoria game & puzzle in Italia 17SCENARIPromotion GENNAIO FEBBRAIO2019messaggistica e la ricerca di informa-zioni: la piattaforma più utilizzata è Youtube (87%), seguita da Whatsapp (84%), Facebook (81%), Instagram (55%) e Facebook Messenger (54%); in posizione meno rilevante vi sono Twitter (32%), Linkedin (29%), Skype (27%) e Pinterest (24%); ancor più di nicchia risultano Snapchat e Tumblr (entrambi al 12% e sui quali sono attivi gli utenti più giovani), e Wechat (11%, utilizzata prevalentemente dalla comunità cinese). All’interno dell’eco-sistema Facebook la fascia d’età 25-34 anni risulta essere la più presente, seguita da quelle 35-44 e 45-54, e su questo dato influisce sicuramente la fortissima penetrazione di Whatsapp come piattaforma di messaggistica regina in Italia. Chi va sui canali social lo fa soprattutto per mandare e rice-vere messaggi (87%), guardare video (81%), accedere a mappe e strumenti di navigazione (76%), giocare (49%) ed effettuare operazioni bancarie (41%). Interessanti anche i dati relativi all’e-commerce e alle attività degli utenti che ruotano intorno allo shopping online. Nel 2018 sono stati 38,4 milio-ni (+ 2,1% rispetto al 2007) gli italiani che hanno comprato sugli store online, per una spesa totale di 15,63 miliardi di dollari (+ 13% rispetto all’anno precedente). Le categorie merceologi-che più in crescita sono quelle relative al cibo e alla cura della persona (+ 18%) e all’arredamento ed elettrodo-mestici (+ 16%). Il 93% degli utenti ha dichiarato di avere visitato nell’ul-timo mese uno store online, l’86% di avere cercato online informazioni su un prodotto o servizio da acquistare, il 75% di aver comprato un prodotto o servizio online, il 53% di avere fatto shopping online da laptop o computer fisso e il 42% di avere fatto acquisti online da smartphone. Next >