Pagina 83 - Promotion Magazine 140

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empi duri ci aspettano. Dopo l’amaro risveglio che ci trova
prigionieri del “ma-uro” (la sgangherata valuta unica nata
dalle ambizioni anti-americane di Francia e Germania),
l’impoverimento di una parte della nostra popolazione di-
venta probabile. Il nostro retail potrebbe portare sollievo al disagio
con nuovi formati di vendita destinati al massimo risparmio, qua-
lora copiasse dagli Stati Uniti l’accademia del retail, l’enorme labo-
ratorio da cui scaturiscono esperienze imprenditoriali di ogni tipo.
Ho inutilmente spiegato più volte che, contrariamente a quel che
dicono coloro che gli Usa non li conoscono, in quel paese si spreca
meno che da noi. Il mercato reso libero ricicla tutto: merci usate,
invendute o danneggiate. Anche i poveri, gli immigrati recenti o
clandestini, i dropout sono per il commercio un target interessante
e non per spirito altruistico, ma per l’opportunità di buoni profitti.
Lo intuì il giovane e sveglio Jim Read, che nel 1946 iniziò a smalti-
re scorte militari accumulate e inutilizzate durante il conflitto, per
dedicarsi poi a quelle delle imprese private. Da quell’umile, utile,
oscuro lavoro nacque la catena che oggi si chiama Grocery Outlet
e che con i suoi 150 store dispersi in cittadine di Oregon, Idaho,
Washington, California, Nevada e Arizona, serve la tanto (da noi)
disprezzata “famiglia media” americana. La novità è che, dopo il
disastro finanziario del 2008, quest’insegna ha visto crescere le sue
vendite a tassi di due cifre. Oggi, non solo gli individui spiaggiati
sulle rive del fiume del denaro facile e dei consumi affluenti o gli
studenti squattrinati dei college sono parte del flusso di clienti di
Grocery Outlet (d’ora in poi Go). Varcano le soglie dei suoi supermer-
cati anche le “cicale” delle classi medie fregate dagli sporchi gio-
Nei suoi supermercati entrano i
“poveri”
di questa epoca di crisi e gli studenti squattrinati
dei college, ma anche le “cicale” delle classi
medie fregate dai maghi di Wall Street
Grocery Outlet serve
la “famiglia media”
Osservatorio Popai
di Daniele Tirelli*
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maggio 2012