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offerta il campo dei prodotti d’uf-
ficio: dai computer alle stampanti
e alla carta per le stampanti, ma
riesce ad allettare le madri di fa-
miglia proponendo cucine e attrez-
zature da cucina di ogni tipo, ma
anche gioielleria d’alta gamma, e
a indurre in tentazione i padri di
famiglia con le porte automatiche
dei garage, i lawn-mower (i celebri
tagliaerba per i pratini) e i set di
mazze da golf.
Inoltre Costco compra per i mem-
bri del suo club anche piccoli mo-
toscafi, ritira le auto usate e vende
Mercedes e Bmw mostrando i pro-
pri muscoli direttamente alle case
madri e corredando ogni veicolo,
ovviamente, di tutte le assicurazio-
ni e i servizi programmati di manu-
tenzione necessari. E proseguendo
perché non provvedere anche ai
servizi di base per un matrimo-
nio? o a quelli di un futuro funera-
le? Anche in questo la sua offerta
è superlativa: i suoi casket vanno
da 950 dollari per il tipo in mas-
sello, riccamente foderato e rifinito
con inserti in acciaio, ai 2.500 del
tipo in rame naturale e finiture in
bronzo con interno in velluto tra-
puntato color champagne e letto
e materasso su misura. Il tutto da
corredare da una splendida corona
di 100 rose freschissime (garantite
tali) a 320 dollari.
Quanto descritto rende l’idea di
quante e quali aree copra l’assor-
timento di questa catena, nata
dall’idea originaria di un genio del
retail: quel Sol Price che la spe-
rimentò già nel 1954, con il suo
FedMart. Snobbato dagli analisti
quando mosse i primi passi negli
anni ‘80, oggi Costco fattura 95
miliardi di dollari e dà lavoro a
più di 160.000 dipendenti. La sua
presenza è diventata dunque non
trascurabile. Basti citare l’episo-
dio accaduto il 16 novembre 2009,
quando annunciò che non avrebbe
più venduto Coca-Cola, non aven-
do ottenuto dal gigante di Atlanta
soddisfazione dal lato dei prezzi
di cessione della bevanda. Cosa
accadde nei giorni successivi non
è dato sapere, ma il 14 dicembre
dello stesso anno, la bevanda pre-
ferita dagli Americani ricomparve
negli hangar di Costco ovviamente
a prezzi più adatti alla sua specifi-
ca filosofia.
Questo wholesale club non è più
nemmeno una realtà soltanto ame-
ricana. Opera infatti in Canada,
Messico, Australia, Giappone, Co-
rea, Taiwan e soprattutto in Gran
Bretagna dove ha aperto 22 magaz-
zini. La sua prossima tappa sem-
bra essere la Francia, dove il gossip
dice che Costco dovrebbe entrare
nel 2013 per poi aprire al ritmo
di 2-3 punti di vendita all’anno.
E l’Italia? Tranquilli! Nonostante
la predisposizione italica a cerca-
re “il prezzo scontato” e le buone
premesse (teoriche) per un suo suc-
cesso, difficilmente la compagnia
Americana guarderà alla Penisola.
L’incertezza dei tempi burocratici
e amministrativi, le accanite dife-
se corporative sono troppo forti e
restano in fondo lo scudo più effi-
cace per il nostro retail contro l’in-
novazione troppo spinta!
* Presidente di Popai Italy
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n
s
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SPAZI
luglio 2012
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