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« Previous Page Table of Contents Next Page »94 gennaio 2012
di Marco Maglio*
Il diretto del diritto
T ra le tante
novità che il 2012 ci chiama ad affrontare è utile credo segnalarne un paio che riguardano il trattamento dei dati personali o, se preferite, la privacy. Mi riferisco a quell’insieme di norme che disciplinano la raccolta e l’uso di informazioni riferite alle persone. Sono regole che hanno un impatto rilevante in molti settori che interessano il mondo economico. Basti pensare che il direct marketing e in generale tutte le attività che mirano a stabilire una relazione duratura con i clienti si basano in modo sostanziale sul trattamento di dati personali.
Da molti anni ormai siamo abituati ad applicare regole giuridiche rigorose che richiedono di predisporre un’informativa e, a certe condizioni, di raccogliere un consenso espresso dagli interessati. Le regole sono complesse, mutevoli e soggette a continue variazioni,
Una direttiva eUropea di prossima approvazione
stabilisce che per i dati personali raccolti per finalità di marketing occorre il consenso dell interessato
Arriva l’anno zero della privacy?
pratica, d’ora in avanti si potranno trattare i dati di persone giuridiche, enti e associazioni, pubblici e privati, senza dover chiedere il loro consenso
Ma se questo è stato il botto di fine anno che ha salutato la fine del 2011, il nuovo anno porta con sé cambiamenti ancora più radicali. Entro la fine di gennaio è prevista infatti l’approvazione della riforma della direttiva dell’Unione Europea sulla data protection. Una modifica radicale che avrà un impatto profondo sulla vita quotidiana non solo dei cittadini europei, ma anche di molte aziende. Obiettivo della revisione è quello di modernizzare e rafforzare la normativa, anche rispetto all’avanzamento della tecnologia, per far sì che la tutela della privacy dei cittadini comunitari, indipendentemente dal paese in cui essi vivono e a prescindere dallo stato in cui sono stabilite le aziende che trattano i loro dati personali, sia conforme
basti pensare che in Italia il dlgs n. 196 emanato il 30 giugno 2003 e denominato, con una certa ambizione di stabilità, “Codice in materia di dati personali”, ha subito le modifiche di oltre 20 interventi normativi. Un’autentica alluvione di norme, non sempre coerenti e di segno univoco.
L’ultima di queste novità normative, giunta a fine anno con la conversione in legge del decreto cosiddetto Salva Italia, è assai rilevante e segna una forte liberalizzazione per le attività di comunicazione diretta business to business. In pratica è stato completamente liberalizzato il trattamento dei dati riferiti a società, degli enti e delle associazioni; queste informazioni,
grazie a questa riforma, pienamente operativa da fine dicembre 2011, non sono più considerate dati personali. Questo vuol dire che il business to business non ha più regole privacy. Quindi mani libere per l’uso delle liste di aziende (ma – attenzione - non di liberi professionisti o imprese individuali) anche per attività di
marketing. È un cambiamento importante che allinea la normativa italiana sulla tutela della privacy a quella di tutti gli altri paesi europei. L’Italia, infatti, era l’unico stato dell’Unione Europea assieme all’Austria ad aver recepito la direttiva comunitaria 95/46 applicando la tutela dei dati personali, oltre che alle persone fisiche, anche alle persone giuridiche. In
Con la conversione in legge del decreto cosiddetto Salva Italia è stato liberalizzato il trattamento dei dati riferiti a società, enti e associazioni
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