< PreviousMopita nasce nel 2013 dal desiderio di Eugenio Montini di mettere a frutto trent’anni di esperienza dirigenziale matu-rata nel mondo dei casalinghi. Oggi l’azienda progetta, pro-duce e commercializza in Italia e all’estero strumenti per la cottura, utensili per cucinare e articoli per “vestire” la tavo-la che fanno leva sull’artigianalità, la cura dei dettagli e le intuizioni creative e funzionali tipiche dell’Italian style. I prodotti a marchio Mopita – insieme a quelli degli altri brand dell’azienda (Ambiente by Mopita, Q.b. By Mopita e Füdina) – sono presenti sia nella grande distribuzione spe-cializzata e nei migliori negozi di casalinghi sia in importanti cataloghi fedeltà della gdo: la flessibilità nella personalizza-zione, la capacità produttiva e logistica e i prezzi competi-tivi li rendono soluzioni perfette per incontrare le esigenze del canale promozionale. “Mopita - spiega Margherita So-menzi, nuova promotional manager - è un’azienda fresca, originale e attenta alle esigenze del cliente. La qualità dei prodotti e il servizio al cliente sono elementi imprescindibili per lavorare nel mondo promozionale. La passione e l’entu-siasmo del team sono contagiosi, quindi, l’idea di mettere la mia esperienza al servizio di questa giovane azienda, e di guidarla in questo canale, è stata per me un’opportunità da cogliere immediatamente. Amo le sfide e sono certa che con Mopita ci sarà da divertirsi”. Mopita è anche un brand etico, attento ai principi della so-stenibilità e a soddisfare le normative vigenti in merito ai requisiti dei materiali, che non devono rilasciare contami-nazioni o procurare alterazioni nei cibi. Mopita acquista le materie prime da fornitori selezionati, nazionali e interna-zionali, affida ad aziende specializzate la realizzazione del prodotto progettato e si occupa poi anche del packaging, del merchandising e della comunicazione. “Lavoriamo come una grande azienda – spiega Margherita Somenzi – con il vantaggio però di essere più veloci e più flessibili”. Grazie alla collaborazione con il designer Paolo Grasselli, i prodotti Mopita hanno uno stile immediatamente ricono-scibile. Tra i più recenti progetti del designer segnaliamo i taglieri Novecento (presentati in occasione delle fiere Homi e Ambiente 2019), in legno di frassino olivato e manico in noce, che reinterpretano in chiave contemporanea le forme MOPITA PORTA IN TAVOLA IL GUSTO DELL’ITALIAN STYLEÈ con tale idea che Mopita si è fatta strada nel settore delle pentole e degli utensili da cucina, arrivando a ottene-re in pochi anni una crescita rilevante, grazie alla qualità, al design e ai prezzi accessibili dei propri prodottiA CURA DELL’AZIENDAdella tradizione contadina. E la linea di bistecchiere Six o’clock, dalle forme semplici ma dalla forte per-sonalità, che evocano concetti di archeologia indu-striale molto in voga oggi. Tra le linee più classiche di Mopita invece evidenzia-mo la Raggio di Sole. La sua struttura in alluminio pressofuso ad alto spessore e il fondo rettificato a raggiera consentono di ottenere cotture veloci ed elevate temperature in breve tempo. Perfettamente antiaderenti, queste pentole permettono di cucinare senza l’utilizzo di grassi; le padelle, inoltre, hanno il manico in legno naturale amovibile, che consente di riporle in lavastoviglie, in forno o nei cassetti senza ingombrare eccessivamente.Tra le ultime novità che riguardano il brand, l’accordo di esclusiva con il marchio Wegg per la distribuzio-ne, anche nel canale promozionale, di un innovativo contenitore per bottiglie di vino: un vero e proprio oggetto di design da esibire in tavola, che ha anche un’importante funzione; quella di raffreddare le bot-tiglie, grazie a un sistema raffrescante a gel glicolico, e di mantenerle alla temperatura ottimale fino a 3 ore, per mezzo di un particolare sistema di coiben-tazione. MOPITA PORTA IN TAVOLA IL GUSTO DELL’ITALIAN STYLEI prodotti Mopita sono espressione di una spiccata sensi-bilità progettuale, come dimostrano i taglieri Novecento, che reinterpretano il gusto della tradizione contadina con il design contemporaneo, e le bistecchiere Six o’clock che con le loro linee evocano concetti di archeologia industriale, molto in voga oggi. Wegg, distribuito in esclusiva daMopita, consente di raffrescare le bottiglie di vino e dimanterle al fresco portandole in tavola con stile.Margherita Somenzi, promotional manager di Mopita, vanta un importante curriculum nel canale promozionale. Mopita sarà presente a Homi e Ambiente. HOMI: Padiglione 4, F10 - G01 AMBIENTE: 3.0 E35, 12.0 D86 www.mopita.it La struttura in alluminio pressofuso ad alto spessore delle pentole Raggio di Sole consente di ottenere, grazie anche al fondo rettificato a “raggiera”, cotture veloci e risparmio energetico. -0Hanno perso nei giudizi e risultano meno forti rispetto al 2013-0Hanno guadagnato di più in forza rispetto al 2013Nome CognomeRuolo+0+0Nome CognomeRuolo+0Nome CognomeRuoloNome CognomeRuolo+0Tra i nuovi personaggi, questi i primi tre che hanno ottenuto le migliori valutazioni in simpatia e bravuraNome CognomeRuolo+0Nome CognomeRuoloNome CognomeRuolo+0-0Nome CognomeRuoloNome CognomeRuoloHanno guadagnato di più in notorietà rispetto al 2013+0+0+0Nome CognomeRuoloNome CognomeRuoloNome CognomeRuoloHanno perso nei giudizi e risultano meno forti -21Mario TozziPersonaggio tvGeologo-10-11Franco Di MareGiornalistaConduttoreTra i nuovi personaggi, questi hanno ottenuto le migliori valutazioni in simpatia e bravuraHanno guadagnato di più in notorietà +17+12+8Fabio RovazziCantanteHanno guadagnato di più in forza +25+23+31Alessandro BorgheseChefLady GagaCantanteAlessandro BorgheseChefMarcello MasiGiornalistaSilvia ToffaninConduttrice Federica De DenaroConduttrice140Anna DanesiSportiva137Miriam Sylla SportivaMonica GiandottiGiornalistaConduttriceIpsos Public AffairsTOP STARSondaggio multi-client realizzato da Ipsos presso un campione casuale nazionale rappresentativo della popolazione italiana di 15 anni e più per fasce d’età, sesso e area geografica. Sono state realizzate 6.000 interviste (su 12.000 contatti), mediante sistema Casi, nel periodo 5 settembre - 7 novembre 2018. Agli intervistati vengono proposti ogni anno 900/1.000 personaggi più in voga nel mondo della tv e dello sport. Il confronto è sul periodo omologo dell’anno precedente.9730MANAGEMENTPromotion NOVEMBRE DICEMBRE2018OFFICINEZANIRPM_PUBB_VERIFICA 119/04/18 17:3532MANAGEMENTOVERLAPdi Paolo LucciDIRETTORE DI MILANO LICENSING DAY paolo.lucci@brandjam.it www.brandjam.it www.luccitm.com @PaoloLucci1Sull’evoluzione dell’editoria e della carta stampata sono stati scritti fiumi di parole, e mol-te ne verranno scritte ancora. Alcuni fatti recenti, sviluppi di quelle che i venditori pubblicitari chiamano “iniziative speciali”, che sembrano creare nuovi spunti di business, passano attraverso il licensing, il content licensing e arrivano a toccare l’area del “retailtainment”. Molti editori si sono già avventurati in progetti di brand licensing: Mondadori iniziò addirittura nei primi anni del 2000 con Men’s Health, convinta (giustamente) che la rivista contenesse valori degni di essere estesi in categorie di prodotti che la por-tassero fuori dall’edicola generando royalty interessanti. E non è certo un caso che la stessa Mondadori oggi partecipi agli eventi di licensing come Milano Licensing Day per ricercare licenziatari in maniera proattiva. Anche riviste femminili come Cosmopoli-tan ed Elle hanno già percorso attivazioni di licensing su prodotti fashion e accessori, arrivando anche alle licenze dirette alla distribuzione, come la linea Cosmopolitan con Carrefour. La cessione in licenza del brand come valo-re aggiunto per prodotti di consumo è però il primo e forse più ovvio spunto, ma alcune variazioni su questo tema sono già state innestate con successo tramite la cessione dei contenuti “decorativi” o fotografici: le ricche banche immagini degli editori e il know-how degli archivisti vengono messi a disposizione di aziende e agenzie per perso-nalizzare prodotti o campagne di comuni-cazione, con accordi che spesso prevedono remunerazioni variabili tramite royalty. Ma è il retail l’ultima frontiera che vede gli editori innovativi spendersi come licensor. Wallpaper store online ha aperto da due anni tramite un accordo con The Level Group, sviluppatore italiano di siti di ecom-merce. Monocle, ossessionata dalla carta e dal tangibile, ha aperto due negozi, uno a Londra e uno a Tokyo, mentre sulla rivista (e online) propone una serie di prodotti esclusivi cobranded by Monocle. L’italiana Editrice Domus sta estendendo il business con un neonato progetto di licensing su Cucchiaio d’Argento, mentre con la testata Domus sviluppa progetti in cobranding con aziende e marchi lifestyle. Persino Condé Nast, da sempre restia a cedere i propri brand in licensing, oltre a strutturarsi in Usa con una divisione interna che si occupa di licensing di contenuti e di brand licensing, ha aperto l’anno scorso all’interno dell’a-eroporto di Newark il primo Wired store, negozio tematico di gadget hi-tech concesso in licenza a uno sviluppatore specializzato. Sempre Condé Nast ha lanciato una nuova formula che include retail, collaboration e cobranding: con “GQ for Gap”, la rivista diventa curatore e selezionatore di brand come Balmain, DSquared2 o Msgm che disegnano collezioni di abbigliamento esclusive, prodotte e distribuite da Gap in edizione limitata a livello globale. Il proces-so evolutivo è reso fluido grazie anche alla diversa percezione dei consumatori, ormai abituati a fruire dei contenti su supporti diversi. Anche su prodotti di consumo. La cessione in licenza del brand come valore aggiunto per prodotti di consumo è il primo e forse più ovvio spunto, ma alcune variazioni su questo tema sono già state innestate con successo tramite la cessione dei contenuti ‘decorativi’ o fotografici Il licensing di contenuti si diffonde sempre più in campo editoriale Promotion NOVEMBRE DICEMBRE201834MANAGEMENT*Asteriscodi Francesca CannellaGRAND TOUR NELL’ITALIA DELLA PROVINCIA Un’Italia “migliore di come la raccontiamo o ce la raccontano”. Un paese che, a dispetto della crisi che sta attraversando, vuole guardare avanti e ripartire dalla riscoperta dei valori e dei rapporti di comunità per favorire il rinnovamento economico e sociale. È questa l’immagine restituita da “Tessiture sociali. La co-munità, l’impresa, il mutualismo, la solidarietà”, il saggio (edito da Egea) che il sociologo Aldo Bonomi e l’amministratore delegato di Conad, Francesco Pugliese hanno scritto dopo avere raccolto le impressioni di 15 imprenditori soci di Conad e le voci e le storie delle migliaia di persone incontrate - nelle piazze, nei teatri, nelle mense della Caritas e nelle scuole - in occasione di “Grande viaggio insieme”, il viaggio annuale (alla quarta edizione) che l’organizzazione d’imprenditori indipendenti del commercio al dettaglio compie da Nord a Sud nelle città più o meno piccole dove operano i propri punti di vendita. Realtà provinciali lontane dai riflettori e dalle logiche mainstream dell’Industry 4.0, ma che hanno fatto del radicamento e del fare comunità nuove leve economiche e di competitività. Tra le province toc-cate dal Grande Viaggio compiuto nel corso del 2017 e nei primi sei mesi del 2018 c’è Gubbio, cittadina che ha perso il cementificio e il polo Merloni, ma ha trovato nel proprio patrimonio artistico, gastronomico e paesaggistico un nuovo modello di sviluppo. C’è anche Siracusa, dove la ripresa sta passando per il turismo e l’agricoltura di qualità, come raccontano le vicende della Cooperativa Ovale dell’Anapo, i cui soci sono riusciti a rilanciare una qualità d’arance che non trovava mercato. E, ancora, c’è Brescia, dove l’impronta manifatturiera ha lasciato il posto a piccole e medie imprese che puntano all’agroalimentare d’ec-cellenza e guardano oltreconfine. @Visa_IT La dipendenza dal contante dell’Italia è confermata dai dati: è il Paese tra i Big5 #UE con il più alto incremento del valore dei prelievi da #sportello ATM (+8,9% nel periodo 2008-2016, rispetto a +2,3% in #Germania e a -0,6% nel #RegnoUnito #UK) #BigCountries @TEHAmbrosetti @OSS_FEDELTA Bisognerebbe premiare maggiormente il cliente anche per comportamenti non d’acquisto, come occasioni speciali della sua vita #fedelta17 @Osserv_Digital La maggior parte delle #PMI analizzate usa un’#App per #Smartphone (55%) per interagire con la propria banca, ma persistono ancora alcune imprese che non utilizzano neanche il Pc (8%) #OFINS18 Retwittati da Silvia Contisocial media & communication manager@contisilviaNuovo digital engagement specialist di Melazeta dal 2018, Miche-le Marchigiani ha acquisito esperienza (nel 2011) come progetti-sta nell’ambito dello sviluppo industriale per Diesis, a Bruxelles. Marchigiani ha poi consolidato il proprio backrground in ambito loyalty e licensing occupandosi di marketing mix e customer jour-ney delle campagne italiane dell’agenzia BrandLoyalty. Nel 2017 è entrato nella multinazionale Comarch con la responsabilità di posizionare sul mercato italiano il portfolio di loyalty business so-lution per i principali attori in ambito retail, fmcg, automotive, travel, finance e banking. “Sono entrato nel team Melazeta come specialista di digital engagement, un ruolo chiave che mi permetterà di combinare aree e competenze strategiche che vanno dall’analisi del comportamento alla tecnologia e alla creatività. L’obiettivo è realizzare progetti innovativi di digital gamification, edutainment e customer engagement in ambito b2c, b2b, e b2e (business to employee)”. Michele Marchigiani Boehringer Ingelheim Italia Constantin Schraub Dall’1 gennaio 2019 Con-stantin Schraub sarà il nuovo head of business unit animal health di Boehringer Ingelheim Italia. 54 anni, Schraub vanta un’esperienza ventennale in ruoli in ambito manageriale, da leader nel settore marketing e vendite a direttore di specifiche business unit nell’ambito chimico-farmaceutico. Dal 2014 alla fine del 2016 è stato responsabile consumer heal-thcare in Boehringer Ingelheim Italia, e ritorna oggi in Italia dopo un periodo in Svizzera e in Germania in una multina-zionale farmaceutica francese e come head of marketing projects Chc. Microsoft Italia Elvira Carzaniga Elvira Carzaniga è stata nominata direttore surface di Microsoft all’interno della divisione marketing & operations guidata da Barbara Cominelli. Il nuovo incarico arriva dopo aver rivestito, presso la stessa azienda, il ruolo di office category director central Eastern Europe channel e di device marketing director central Eastern Europe per tutte le categorie Windows, Surface, Xbox e Office. Prima di en-trare in Microsoft, Carzaniga ha ricoperto diversi ruoli in Nokia in ambito sales e mar-keting, a livello sia nazionale sia internazionale. Gruppo Miroglio Alberto Racca Alberto Racca è entrato nel Gruppo Miroglio in qualità di group strategy & transformation director. Si occuperà della pianificazione strategica, della definizione e del controllo di attuazione dei programmi operando a stretto contatto con il presidente Giuseppe Miroglio. Laurea in Managerial Economics alla London School of Economics e Mba alla London Business School, Alberto Racca ha maturato significative espe-rienze in McKinsey & Co. e in Kkr-Pillarstone, partecipando alla definizione dei piani d’ac-quisizione e investimento e a turnaround di successo. Lenovo Natasha Perfetti Lenovo ha annunciato la nomina di Natasha Perfetti come country marketing manager per l’Italia, un ruolo, questo, che la por-terà a promuovere il brand e i prodotti di Lenovo sul territorio italiano nonché a controllare le attività di cor-porate e trade marketing, con particolare attenzione alle linee personal com-puter e smart devices, sia sul mercato consumer sia in ambito professionale. In precedenza Natasha Perfetti ha ricoperto la carica di marketing manager della di-visione Lifestyle & Services di Toshiba, sempre in Italia. Promotion NOVEMBRE DICEMBRE2018A CURA DELL’AZIENDAsnips sempre più strutturata per promozioni di successoL’esperienza di Gianpietro Valentini, chiamato come responsabile del canale promozione, darà rinnovato impulso alle attività del marchio di casalinghiPer le aziende che sono alla ricerca di articoli da utilizzare in promozioni e regalistica di sicuro appeal, Snips da oltre 44 anni propone casalinghi di qualità ineccepibile e di riferimen-to nel ramo degli articoli per la casa.Con l’obiettivo di coordinare e ampliare il settore promotion, in cui è attiva da lungo tempo, Snips ha recentemente affidato il ruolo di responsabile del canale promozionale a Gianpietro Valentini, professionista che vanta una solida e amplia visio-ne del canale promozionale, grazie a una carriera che l’ha visto dirigere per lungo tempo un’agenzia di comunicazione ed eventi specializzata nell’in-store promotion e nel guerrilla marketing e acquisire anche esperienza come area manager in una multinazionale specializzata in prodotti promozionali.La società, che nel 1973, anno della sua nascita, si fece subito notare per il lancio delle famose forbici SNIPS, pensa, progetta e produce da sempre in Italia controllando direttamente ogni aspetto della filiera produttiva e distributiva. La gamma dei prodotti anno dopo anno è cresciuta e si è diversificata per of-frire sempre il massimo degli standard qualitativi sotto i profili della creatività, innovazione e tecnologia produttiva.Tra le serie di casalinghi proposte da Snips spicca la Linea Tempozero, costituita da casalinghi realizzati con uno speciale materiale che consente la cottura ottimale in microonde senza alterare le proprietà nu-trizionali e organolettiche degli alimenti e senza rilasciare il sapore di plastica.Della Linea Tempozero fa parte la Vaporiera 4Lt, vaporiera a 2 piani per microonde: in un solo contenitore è possibile cuocere a vapore, servire e conservare qualsiasi tipo di alimento preservandone il contenuto di vitamine e sali minerali.Gianpietro Valentini /responsabile del canale promozionale/Snips s.r.l. - Strada Provinciale 107 n.7 - Ossago Lodigiano (Lodi) - Tel. 0039-0371-289943 - www.snips.itENGAGEMENT&LOYALTYOggi nessuno mette in discussione l’importanza della fidelizzazione del cliente. “La fedeltà è fondamenta-le!” dicono puntualmente i manager che l’Osservatorio Fedeltà intervista durante le sue indagini annuali. Ma al di là delle dichiarazioni, le imprese italiane mettono davvero al centro la fedeltà del cliente? Quali scelte, quali aspetti dell’organizzazione, quali investimenti ci indicano che la cultura aziendale è una “cultura della loyalty”, con tutti i benefici – in primis i profitti di lungo periodo – che ciò comporta? Vent’anni fa si guardava se l’azienda aveva un programma fedeltà. E oggi? Da cosa si vede se l’azienda è davvero orientata a fidelizzare il cliente? La let-teratura scientifica utilizza una precisa scala di misurazione dell’orientamento delle organizzazioni alla fidelizzazione della clientela. Essa considera diversi aspetti: il livello di priorità assegnato alle strategie di fidelizzazione; le politi-che rivolte ai dipendenti affinché si focalizzino sulle relazioni; la presenza di misure di retention dei clienti; l’impegno del senior management sul tema e altro ancora. Da queste variabili scaturisce un punteggio d’im-portanza assegnata alla fidelizzazione tra 1 e 7. Abbiamo realizzato questa e altre rilevazioni nel corso dell’indagine 2018 dell’Osservatorio Fedeltà UniPr, sostenuta da Promotion Magazine, e presentata nel corso del Convegno del 26 ottobre scorso (gli atti sono consultabili sul sito www.osservatoriofedelta.it). In generale possiamo dire che in Italia vi sono stati progressi, e che l’atten-zione alla fidelizzazione si sta facen-do strada. Cinque anni fa avevamo realizzato una misura simile, ma più semplice, dalla quale era emerso che 5 era il voto medio d’importanza tra le aziende del paese (in una scala da L’indagine 2018 dell’Osservatorio Fedeltà dell’università di Parma evidenzia un incremento degli investimenti nella loyalty, che assorbe quasi metà del budget di marketing. Risulta invece ancora minoritaria la presenza di una funzione interna dedicata alla loyalty e spesso sono utilizzate metriche di valutazione poco efficaci o non si sfruttano appieno i dati disponibili Cristina Ziliani Responsabile dell’Osservatorio Fedeltà Università di ParmaPromotion NOVEMBRE DICEMBRE201836Loyalty, le aziende sono più sensibili ma sono ancora poco strutturate Gli strumenti utilizzati dalle aziende per fidelizzare 30%29% 29%23% 23%18% 18%13% 13%12%9% 9%7%Programma a puntiCoupon Programma a sconto/cashback Dem Short collectionAzioni di crm non promozionali Eventi Premi fisici Offerte riservate ma non personalizzate Catalogo premiPagina social del brandSmsApp37ENGAGEMENT&LOYALTYPromotion NOVEMBRE DICEMBRE20181 a 7). Le aziende italiane nel 2018 realizzano in media un punteggio di 6 anche se, dietro questo voto apparentemente buono, vi è una realtà variegata, dove un’azienda su quattro ottiene ancora una valutazio-ne inferiore a 5, segno di un’organiz-zazione dove il valore della fedeltà è più proclamato nell’annual report che non perseguito con i fatti. Il valore mediano dell’indice di orien-tamento alla fidelizzazione va da 5,6 nei servizi fino a 6,5 nella gdo, che ha anche la percentuale più elevata (oltre il 70% in media) di aziende per le quali la fedeltà dei clienti ha impor-tanza massima. Solo un’azienda su tre ha una fun-zione dedicata alla loyalty, mentre due su tre ritengono la fedeltà un obiettivo trasversale all’organizzazio-ne. Cinque anni fa la situazione era analoga in generale (34%), così come all’interno dei diversi settori l’assetto organizzativo per la loyalty non è cambiato negli anni. Tuttavia, vi è una relazione tra l’importanza assegnata alla fidelizzazione e la struttura orga-nizzativa dell’impresa. Ove vi è una funzione dedicata, i valori dell’indice di orientamento alla fidelizzazione sono maggiori. Era così nell’indagine 2012 e si conferma quest’anno. Se si vuole governare efficacemente la strategia di loyalty, una funzione dedi-cata sembra la scelta più appropriata. Quando la loyalty è un obiettivo trasversale rischia di “essere di tutti, quindi di nessuno”. Un terzo segno concreto dell’impor-tanza che si assegna alla fidelizzazio-ne è legato alle metriche utilizzate per misurare l’efficacia delle proprie strategie in questo campo. Oggi solo la metà (52%) delle aziende realizza misure sistematiche di efficacia delle strategie di loyalty. Vi è da dire che, guardando ai diversi settori, la pratica della misurazione dell’efficacia ha una diffusione molto eterogenea: in modo non dissimile da quanto già constatato in passato, si osserva che mentre nell’industria solo il 31% delle aziende realizza misure abituali, la percentuale raddoppia nei servizi (61%) e giunge al 69% nella gdo. Il retail non food si pone in posizione intermedia con un 53% di aziende che la misurano. Purtroppo, scopriamo che per misu-rare l’efficacia della strategia di loyalty la maggior parte degli intervistati utilizza metriche che con la fedeltà hanno poco a che fare: il fatturato è lo strumento più diffuso (79% tra le aziende che misurano), mentre una delle misure più semplici – il tasso di retention – è calcolato solo dal 53% delle imprese. Non stupisce allora che approcci più avanzati, benché noti da decenni, come il cltv (customer lifetime value) e l’analisi rfm (recency/frequency/monetary) siano usati da meno di una impresa su 3. Vi sono differenze settoriali circa le metriche di efficacia adottate: come tradizione, la brand awareness è una misura tipicamente industriale, quasi sconosciuta in altri ambiti; al contra-rio, la customer satisfaction è molto più comune nel retail e nei servizi che nell’industria; lo stesso vale per le misure che implicano il seguire il cliente individuale nel tempo, ovvero retention, rfm e cltv. Semmai sul re-tention rate è strano che solo il 58% delle aziende della gdo lo utilizzi, trattandosi di una storica misura di base dell’efficacia della fidelizzazione e considerato che queste aziende han-no una funzione dedicata. La share of wallet è nota all’industria, che la ottie-ne tipicamente dai panel consumer, mentre è praticamente inutilizzata negli altri settori, e nella gdo solo dal 27% delle aziende. L’INDAGINE 2018 È MESSA A CONFRONTO CON ALTRE RICERCHE Tra giugno e settembre 2018 l’Osservatorio Fedeltà UniPr ha raccolto oltre 500 questio-nari nell’ambito dell’indagine “Il mercato dei servizi per la loyalty”. Di essi, 363 sono risultati validi e si riferiscono a 196 aziende fornitrici di servizi (oggetto di un altro articolo sul prossimo numero di Promotion Magazine) e 167 ad aziende dei settori indu-stria, retail e servizi, acquirenti di prodotti e servizi per la loyalty. I risultati presentati in queste pagine sono calcolati con riferimento a tali aziende e confrontati con precedenti indagini dell’Osservatorio, tra le quali l’indagine 2017 sull’omnicanalità, quella 2016 sul customer experience ma-nagement, quella 2015 sul crm in Italia e in particolare quella 2012 sullo stato del loyalty management, in cui il cam-pione era piuttosto simile per dimensione (188 aziende) e ruolo aziendale dei risponden-ti. Diversa era la composizione settoriale, con l’industria che rappresentava il 52%, contro il 22% del 2018, a fronte di più spazio occupato dal retail e dai servizi. Inoltre, nel 2018 vi è un 10% in più di aziende di grandi dimensioni. L’indagine 2012 è pubblicata nel volume “Promotion Revolution”, di Cristina Ziliani (Egea, 2015). Le indagini 2015, 2016 e 2017 sono oggetto di white paper disponibili sul sito dell’Osser-vatorio Fedeltà (www.osservatoriofedelta.it) Next >