< PreviousSCENARI Tra tante innovazioni “epocali”, che tali in larga parte non sono, vorrei segnalarne una che è stata messa a punto da GS1 Italy e posta in pratica, in via sperimentale, dal gruppo Fini- per. Si tratta del sistema di gestione dei “prezzi dinamici” alimentato da un algoritmo sviluppato dalla società israeliana Wasteless. In realtà il termine “prezzi dinami- ci” non è corretto, meglio sarebbe chiamarli “sliding price”, ossia prezzi a decrescere, per riservare l’aggettivo “dinamico” alla gestione dei prezzi che si adattano alle fluttuazioni della domanda. Gli sliding price, infatti, rispondono al principio della liquida- zione delle scorte in base alla scaden- za del prodotto: tanto più corta è la loro vita residua, tanto più diminuisce il prezzo al pubblico. Il concetto di sliding price, va detto, non è nuovo nel mondo dei retailer. Lo applicò per primo, in modo siste- matico, William Filene, uno dei tanti geniali retailer ebrei che, al pari di Syl- van Goldman, Leo Kahn, Dave Gold, Sol Price, Isadore Hattem e molti altri, cambiarono il modo di fare distribu- zione al dettaglio e all’ingrosso. Nei suoi department store di Philadelphia e della East Coast, infatti, Filene intro- dusse uno spazio in cui collocare tutti i prodotti da dismettere, grazie a un proprio sistema: in breve, annunciava ai clienti gli sconti sempre maggiori programmati per alcune settimane. Il prezzo veniva gradualmente tagliato sino al giorno in cui la merce inven- duta sarebbe stata regalata. In questo Fissare i prezzi in modo automatico applicandoli in remoto ai prodotti collocati sullo scaffale ormai prossimi alla scadenza, con lo scopo di ridurre al massimo l’invenduto, è la nuova frontiera di un sistema messo a punto da GS1 Italy e posto in pratica, in via sperimentale, dal gruppo Finiper Daniele Tirelli www.danieletirelli.it (Amagi) Promotion MAGGIO GIUGNO2019 Gestire al meglio le scorte in scadenza impostando gli sconti tramite algoritmi IL CAPITALE UMANO L’applicazione sperimentale da parte di Finiper del sistema di GS1 Italy è stata rivolta in primo luogo ai prodotti freschi, anche a peso variabile, i quali presentano una taratura delle scorte problematica. 28modo, la clientela era incentivata a calcolare il trade-off tra un acquisto sempre più vantaggioso e il rischio di non trovarla più, essendo stata acqui- stata da qualcun altro meno predispo- sto a farsela sfuggire. Si trattava, cioè, di un gioco psicologicamente sottile che attivava la propensione al rischio e, allo stesso tempo, la pulsione all’ac- quisto speculativo. L’algoritmo di Wasteless oggi ripro- pone una versione attualizzata e perfezionata del concetto di Filene, utilizzando una tecnologia sofisticata, che permetterebbe di cogliere l’effet- to di retroazione, vale a dire la misura di ciò che si è venduto in base allo sconto operato. Un’informazione preziosa che potreb- be alimentare, a fini previsivi, qualco- sa di analogo al celeberrimo filtro di Kàlman, utilizzato per la stima dello stato e delle traiettorie dei sistemi dinamici (per esempio, gli stabiliz- zatori di un aereo). Per funzionare questa tecnologia necessita di una speciale codifica chiamata G1 Databar contenente i parametri per calcolare lo sconto immediatamente visibile dal cliente grazie alle nuove label elettro- niche con e-ink. Questi device permettono, infatti, di cambiare automaticamente e in remo- to la comunicazione a scaffale. Ovvia- mente, il sistema deve gestire anche l’applicazione del prezzo variabile per SCENARI singolo prodotto alle casse, opportu- namente messe in grado di leggere il nuovo Databar di GS1 Italy. Dopo essere stata rodata per bene, l’algoritmica applicata al problema delle scorte a scadenza potrebbe abbattere una serie di costi inutili senza incorrere in rotture di stock. L’applicazione immediata da parte di Finiper è stata naturalmente rivolta in primo luogo ai prodotti freschi, anche a peso variabile, i quali, com’è ben noto, presentano una taratura delle scorte problematica, difficile e irrisolta. In teoria, però, ogni genere di prodot- to può sfruttare questa soluzione che apporta veri e notevoli vantaggi, tra cui azzerare il tempo necessario per controllare manualmente le scadenze e per rimuovere la merce con una breve expiration date. L’algoritmica potrebbe abbattere una serie di costi inutili permettendo di evitare rotture di stock CREA TIVIT À E STRA TEGIA Via Conchetta, 4 - 20136 Milano - 02.89423303 - info@ef fige.com - www .ef fige.com30 SCENARI Promotion MAGGIO GIUGNO2019 La “pulizia dello scaffale” sarebbe affidata alla stessa clientela (ammes- so di azzerare il prezzo alla maniera di Filene), risolvendo così il cronico problema dello spreco. Inoltre, ha la capacità di attrarre i cosiddetti cher- ry-picker senza bisogno di inefficienti, costose promozioni di prezzo genera- lizzate. E poi è in grado di migliorare la gestione delle procedure di just-in- time tra cedi e punti di vendita e tra cedi e fornitori. La portata di questa innovazione, tuttavia, va ben oltre la mera tecnica di gestione delle scorte e apre affasci- nanti prospettive per la teoria socioe- conomica del rapporto tra consumo e acquisto. Per oltre un secolo la tecnica di vendita dei prezzi fissi ha segnato il successo della distribuzione (sempre più) moderna. Essa, però, implicava un’incongruenza, quella che i manuali di microeconomia chiamano “rendita del consumatore”. Con i prezzi fissi si perdono i potenziali guadagni serven- do chi potrebbe accettare un prezzo più alto di quello esposto. Richiamerò dunque il cosiddetto “reservation price”, il limite verso il basso del prezzo che fa scattare la decisione di acquistare. Se s’ipotizza che la decisione vera, reale di un cliente dipenda dalla valutazione del rapporto tra il valore soggettivo attribuito al prodotto e il suo prezzo monetario, allora occorre- rebbe probabilizzare l’evento in base a quest’ultimo, mentre “scivola” in basso. Qual è il beneficio di acquistare una confezione con la scadenza più lunga? La risposta non è stata affatto chiarita dalle ricerche di mercato. A tal proposito si riscontra, in un gran numero di soggetti, l’evidenza di una razionalità limitata. Cioè, qualcuno sceglie una lunga scadenza perché ritiene che il prodotto sia di miglior qualità. Qualcun altro perché può te- nere il prodotto in frigo o in dispensa più a lungo per ogni evenienza. Altri acquistano e consumano senza fare scorta. A tutto ciò si mischia il pensie- ro “magico”. Ho chiesto ripetutamente ai miei studenti se consumano yogurt l’ultimo giorno della sua shelf-life (vita commerciale, termine entro il quale può essere venduto). La risposta è al 90% positiva. Ho chiesto se lo consu- merebbero un giorno dopo la scaden- za. Al 90% la risposta è no. Allora ho domandato se lo consumerebbero alle 11 di sera dell’ultimo giorno e alle due di notte del giorno dopo e tutti hanno capito l’incongruità delle risposte. Un altro dei tanti punti d’interesse sollecitati da questa importante inno- vazione riguarda la sua adozione su ampia scala. Sappiamo che, per ovvie ragioni di sicurezza, l’integrità del pro- dotto è notevolmente più lunga della sua scadenza. Non di meno, se si evidenziasse una notevole sensibilità al prezzo sconta- to, certe aziende potrebbero pensare a un ulteriore accorciamento della shelf-life in funzione competitiva, al fine di accelerare le rotazioni e intro- durre permanentemente una forma di promozione nascosta. Ovviamente il meccanismo imitativo del “I do what you do, because I did it” evidenziereb- be dinamiche inesplorate e certamen- te affascinanti. In conclusione, l’incentivo dei prezzi decrescenti agirà con conseguenze a oggi imprevedibili, ma certamente oltremodo interessanti per chi studia e analizza le insondabili componenti nascoste del consumer behavior. L’ALGORITMO CHE FISSA LO SCONTO AUTOMATICAMENTE Non conosciamo i dettagli dell’algoritmo di Wasteless, ma dal suo funzionamento si può desumere che con- cettualmente sfrutti qual- cosa di analogo a ciò che in fisica viene chiamato “mo- mento di una forza”. Questa variabile è così esprimibile M = F x B, dove F è la forza applicata in un punto alla distanza B (braccio) dal ba- ricentro. A sua volta la forza può esprimersi così F = M x dv/dt, cioè massa per accelerazione. Tradu- cendo il tutto in termini economici, la forza di un prodotto potrebbe essere data dalla quantità di pro- dotto in stock (massa) mol- tiplicata per l’accelerazione (o decelerazione) delle ven- dite. Il tutto rapportato al “braccio”, ovvero la distan- za dalla data di scadenza. Semplice e intuitivo. Se così fosse, a seconda delle scorte esistenti, della velocità con cui vengono smaltite giorno per giorno e del tempo che manca alla scadenza, l’al- goritmo potrebbe decidere quale sconto applicare au- tomaticamente. Il vantaggio sarebbe poi quello di poter cogliere l’effetto di retroa- zione, vale a dire la misura di ciò che si è venduto in base allo sconto operato. Questa innovazione apre affascinanti prospettive nello studio del rapporto tra consumo e acquisto international@promosfera.com / info@promosfera.it www.promosfera.it Où voulez-vous planifier votre prochaine promotion? Où voulez-vous planifier votre prochaine promotion? Vuoi fare un concorso all’estero? PrPrP omosromosrfefef rarar , al tuo fiancoa, al tuo fiancoa ovunque nel mondo. Vuoi fare un concorso all’estero? Promosfera, al tuo fianco ovunque nel mondo.32 SCENARI Promotion MAGGIO GIUGNO2019 LA SFERA DI CRISTALLO di Andrea Alemanno GROUP DIRECTOR di IPSOS PUBLIC AFFAIRS andrea.alemanno@ipsos.com www.ipsos.com @andreaalemanno L’imballaggio, l’involucro che protegge e ricopre i prodotti, è l’emblema dei problemi legati all’uso della plastica su cui si sta focalizzando l’attenzione dei consumatori, con l’87% degli italiani che si dice molto preoccupato per l’impatto del pack sull’ambiente Oggi la plastica, “materiale alchimistico per definizione”, come scrisse Roland Barthes, sembra ribellarsi al suo creato- re, come se l’uomo fosse una sorta di ap- prendista stregone, incapace di regolarne la potenza e l’uso. Ma cosa è successo? E dove può portare questa tendenza? Per capirlo è necessario considerare la sensazione diffusa che si siano superate le soglie del disastro ambientale, per una responsabilità collettiva, spesso consapevole: quasi 3 persone su 4 ritengono di aver personalmente contribuito alla formazione dell’isola di plastica nell’oce- ano pacifico, non preoccupandosi per anni dell’inquinamento. Come ci raccontava il mai troppo compianto Alex Langer più di 30 anni fa “le cause dell’emergenza ecolo- gica non risalgono a una cricca dittatoriale di congiurati assetati di profitto e di distru- zione, bensì ricevono quotidianamente un massiccio e pressoché plebiscitario consenso di popolo”. L’ampio consenso di cui parlava Langer sta però venendo meno, e le perso- ne sono sempre più preoccupate del futuro proprio e del pianeta: ciò è legato ai cam- biamenti climatici, alle prese di posizione di molte istituzioni e alla crescita di sensibilità di alcune aziende private. Un aspetto im- portante perché il consumatore chiama tutti gli attori in correità e ritiene che non si stia facendo abbastanza: si avverte l’urgenza di agire in modo serio e corale, anche pressan- do le istituzioni perché prendano posizioni più forti per arginare il problema, agendo su regolamenti e sulla leva fiscale per disincen- tivare i comportamenti non virtuosi. In questo scenario la plastica è vissuta come un problema serio, sentito in modo diffuso. L’imballaggio, l’involucro che protegge e ricopre i prodotti, ne è l’emblema, l’elemen- to iconico su cui sta crescendo l’attenzione: l’87% degli italiani è molto preoccupato per l’impatto del pack sull’ambiente. A questa attenzione sull’impatto ambientale si associa, seppur minoritaria, una preoccupazione ri- guardo a possibili effetti negativi sulla salute, che – qualora diffusi – potrebbero accele- rare il processo di allontanamento veloce e acritico dai polimeri come sono oggi cono- sciuti. Prevale comunque una forte ambiva- lenza, determinata da una parte dalle preoc- cupazioni descritte, dall’altra dal fatto che le materie plastiche hanno un’indubbia utilità e pochi sono pronti a farne completamente a meno. Inoltre, esiste un’idea abbastanza diffusa che si confonde con la speranza, che la tecnologia sia in grado di far fronte al problema in futuro, sia identificando materiali plastici senza controindicazioni, sia recuperando le plastiche in circolazione; del resto la preoccupazione per gli imballaggi è minore quando si tratta di bioplastiche o di plastica completamente riciclabile. L’uomo alchimista e apprendista stregone in fondo è fiducioso nel fatto che, oltre ad aver creato il problema, possa trovare la soluzione: solo non bisogna attendere troppo tempo per dare segnali positivi e concreti in questa direzione, ossia che la presa di coscienza collettiva del problema si traduca in azioni serie, volte a usare una plastica di minore impatto, con una gestione ottimale di riciclo e smaltimento ove essi fossero necessari. È ora di affrontare il tema degli imballaggi in plastica Piazzale Cocchi 8, Vedano Olona (VA) - www.peb.it - backoffice@peb.it - +39 0332 867 51134 IL PUNTASPILLI di Marilde Motta TITOLARE di AD PERSONAM contatti@adpersonam.eu www.adpersonam.eu SCENARI Non sono molto frequenti, superati di gran lunga dai con- corsi basati solo sulla fortuna, ma i contest d’abilità potrebbe- ro tornare in auge. A cambiarne le sorti sarà il digital printing. Come funziona? La stampa digitale ha fatto molti progressi, aumentando la velocità di impiego su qua- lunque superficie e abbassando i costi. Ne discende la possibilità di imprimere sulle confezioni di prodotto migliaia di varianti di un messaggio, ma anche immagini diffe- renti. Si può intervenire sia sulla confezione primaria a contatto del prodotto, quando il messaggio deve essere reso visibile solo dopo l’apertura della confezione secon- daria, oppure direttamente su questa (si pensi alle singole confezioni di merendine racchiuse in una busta che le contiene). La versatilità del digital printing apre la strada alla creazione di giochi d’abilità di vario tipo, per esempio una mistery novel, di cui si deve scoprire l’assassino (seguendo le puntate settimana dopo settimana e collezionando quindi la storia completa stampata sul packaging del prodotto), una soluzione efficiente come una short collection. Ad apparentarla con questa c’è una replica degli atti di acquisto in un tempo mediamente breve (due o tre mesi al massimo) che accompagna la naturale rotazione del prodotto. Per trovare ispirazione ai giochi d’abilità basterebbe avere sotto gli occhi la mitica Settimana Enigmistica, una fonte inesau- ribile di enigmi, rebus, aguzza la vista e molto altro, che da decenni intrattiene una schiera di appassionati. Una volta individuato il gioco d’abilità, lo si può illustrare sulla confezione o inserirlo. Per sfruttare il potenziale della flessibilità e rapidità di realizzazione del digital printing una via è quella di scegliere un gioco che possa essere risolto combinando un nu- mero limitato di pezzi del puzzle (ovvero di confezioni di prodotto da acquistare). Soluzione efficiente quando la rotazione dei prodotti, in particolare quelli stagionali, è già molto alta, così il gioco, proponendosi sempre nuovo, non stanca. Quasi ad ogni settimana può corrispondere un’originale proposta e una nuova sfida. È anche importante stabilire il livello di complessità della soluzione a cui far corri- spondere un valore del premio adeguato. D’altra parte, è certo che i consumi più sono giocosi più attraggono, se poi sono anche sfidanti hanno un’ulteriore possibilità di successo. L’abilità nel risolvere il gioco non è necessariamente quella di una sola persona. Capacità e competenze possono essere aggregate e, prevedendo uno svi- luppo online, si possono formare squadre virtuali. A parte la creazione di storie il cui snodo va risolto e che quindi si protraggono per un certo tempo (sicuramente più adatte a una fidelizzazione), il digital printing si presta molto bene proprio quando velo- cità e innumerevoli varianti sono il fattore discriminante per mantenere alto l’interesse dei consumatori verso il prodotto. Sorte e abilità possono anche combinarsi per soddisfare tutti. La versatilità del digital printing apre la strada alla creazione di giochi d’abilità di vario tipo, grazie alla possibilità di imprimere sulle confezioni di prodotto migliaia di varianti di un messaggio, ma anche immagini differenti Contest d’abilità in auge grazie al digital printing Promotion MAGGIO GIUGNO2019 OPI_MOTTA_PM182_1a.indd 3401/07/19 17:3335 Promotion MAGGIO GIUGNO2019 MANAGEMENT A Brand Revolution i progetti di stampa creativi di Press Up Il 7 giugno nello spazio Daylight di Superstudio Più, a Milano, si è tenuto Brand Revolution 2019, un vernissage ideato da Stratego Group con il pa- trocinio di Dma Italia, allestito con 15 progetti di stampa innovativi - non solo sotto forma di mock up per la mostra, ma anche pronti per il go-to-market - per marche del lusso e del mass market. I progetti sono il frutto di un laboratorio sperimentale durato 8 mesi che ha visto agenzie di comunicazione, brand e stampatori collaborare per dar vita a concept di stampa innovativi per creatività, idee e materiali. In occa- sione dell’evento, Press Up, una tech company specializzata nella stampa online attiva sul mercato dal 2010, ha collaborato con l’agenzia Artefice Group per un’installazione dedicata ai clienti più fedeli di Costa Crociere, e con The 6th per la realizzazione di due packaging special edition, uno per Twi- nings e uno per la pasticceria Betto: le sdraio per le navi da crociera, le scatole per dolci e i supporti utilizzati, come borracce e infradito sono solo alcune delle lavorazioni rese possibili dalle tec- nologie di prototipazione, fustellatura digitale e debossing utilizzate da Press Up. “Non vendiamo semplicemente stampati online – ha detto Vincen- zo Cirimele, ceo di Press Up – ma prodotti che sappiano accarezzare la sfera emozionale, proponendo finiture e nobilitazioni che possano dar vita a stampati di pregio, capaci di valorizzare contenuti e messaggi dei marchi”. HENKEL PROMUOVE IL BRAND BIO PRESTO CON UN LIBRO Per incentivare le vendite dei prodotti a marchio Bio Presto, Henkel ha puntato sull’offerta di un prodotto editoriale, il libro “Nonna consiglia”, che dal 22 maggio al 9 giugno veniva regalato agli acquirenti dei prodotti del brand (per un importo minimo di 5 euro) presso i punti di vendita della catena di profumeria, cura della casa e della persona Acqua & Sapone. Il libro consisteva in una raccolta di consigli sui rimedi naturali e casalinghi che, grazie anche all’ausilio dei prodotti Bio Presto, consentono di risolvere i tipici problemi legati alla cura e alla manutenzione della casa. “Considerato il target della clientela di Acqua & Sapone, costituito principalmente da donne dai 30 ai 60 anni – ha spiegato Manuel Xueref, managing director di Solution Group, l’agenzia che si è occupata dell’ideazione e della realizzazione del progetto promozionale ed editoriale – abbiamo pensato a un libro con i consigli per la casa facendo ricerca nei blog e nei libri pubblicati su quello che è risultato essere un topic di tendenza. Abbiamo anche colto l’occasione per estendere i consigli sui prodotti (dal dentifricio allo sgrassatore e al detersivo per i piatti) dalla gamma Bio Presto ad altri brand di Henkel (Nelsen e Antica Erboristeria)”. Il player internazionale del private equity Bregal Milestone, che gestisce asset per 400 milioni di euro e fa parte del gruppo globale Bregal Investments, fa il suo esordio in Italia scegliendo di affiancare come partner finanziario nello sviluppo tecnologico e di mercato, nazionale e internazionale, Epipoli, società fintech spe- cializzata nel mercato dei servizi prepagati e dei sistemi d’engagement. “Con questa scelta – ha commentato il fondatore di Epipoli Gaetano Giannetto – riteniamo di poter ampliare la nostra sfida di merca- to e accelerare la crescita in termini sia dimensionali sia tecnologici, costituendo un network internazionale di alleanze alle quali potremo dare maggiore impulso. L’obiettivo strategico è quello di esportare nei principali paesi europei, procedendo attraverso acquisizioni, la nostra piattafor- ma. Essa, oltre a gestire le gift card digi- tali, consente l’utilizzo dei big data, degli analytics e delle tecniche di engagement e di loyalty nel mercato consumer in cui siamo oggi ancora più forti anche grazie alla recente acquisizione di Groupalia”. Dopo l’integrazione con Seri System nel 2014 e Value Lab nel 2015, Jakala, il gruppo fondato vent’anni fa da Matteo de Brabant, potenzia il suo posi- zionamento in Italia ed Europa nell’area dei servizi alla gdo grazie all’acquisizione di Volponi, società di Macerata specializzata nell’offerta di soluzioni di fidelizzazione e incentivazio- ne. L’operazione dovrebbe portare nel 2019 il fatturato di Jakala a 250 milioni di euro. “L’acquisizione – ha detto Stefano Pedron, amministratore delegato di Jakala – s’inserisce all’interno della strategia di crescita del gruppo e consolida il ruolo di Jakala nel mondo engagement e loyalty della distribuzione alimentare, permetten- doci di competere nel mercato globale con ulteriore forza. Oggi, infatti, i progetti di fidelizzazione rappresentano circa il 40% dei ricavi netti di Jakala”. Il fondo Bregal Milestone affianca Epipoli come partner finanziario Jakala acquisisce Volponi per migliorare i servizi alla gdo LOYFACTORY lancia la linea di prodotti Pandora Design per il dettaglio qualificato e il mercato promozionale in PET riciclato al 100% La notizia è destinata a rivoluzionare il mercato del promozionale e non solo. La società PLASTEC, fondata e guidata da Luca Rodella, ha recentemente depositato un brevetto tecnico di dirompente impor- tanza, per produrre, a costi sostenibili, oggetti di qua- lità straordinaria attraverso lo stampaggio a iniezione del PET riciclato, recuperato dalle bottiglie. Questo materiale, che vedeva il suo impiego quasi esclusivo nella produzione di imballaggi, viene ora accreditato come materia prima idonea a essere impiegata nella produzione di beni durevoli. Un progetto ambizioso nel quale ha creduto sin da subito Gaetano Passaro, Founder e Amministratore di LOYFACTORY, agenzia specializzata nel mercato promozionale, che ha sostenuto la ricerca sperimen- tale del partner industriale PLASTEC e che ha coin- volto PANDORA DESIGN, azienda storica del design italiano e riferimento assoluto in ambito di strumenti per la tavola. Il risultato è la linea PLASTICA BUONA che lancia sul mercato del dettaglio qualificato e del mercato promozionale una riedizione dei migliori prodotti della storia di Pandora Design e nuovi oggetti durevoli belli e utili sempre a firma della nota griffe. L’operazione vede non solo l’impiego di materia prima recuperata dalle bottigliette abbandona- te, ma anche l’utilizzo delle migliori plasti- che compostabili. PLASTICA BUONA IL DESIGN SENSIBILE ALL’AMBIENTE Via Mecenate, 76 int. 85 20138 Milano tel 02.500.43.676 info@loyfactory.com A cura dell’azienda PRED_LOYFACT_PM182_2a.indd 301/07/19 17:36PLASTICA BUONA IL DESIGN SENSIBILE ALL’AMBIENTE SI PARLA TANTO DI PLASTICA E BIOPLASTICA, FACCIAMO CHIAREZZA A cura di Luca Rodella, inventore e founder di Plastec “bio-based”, ovvero plastiche del tutto uguali ad alcune tipologie di quelle presenti nel set- tore A ma il cui monomero è ottenuto da fonti rinnovabili come ad esempio l’olio di ricino. Ci sarebbe qui da valutare se sia preferibile destinare un ettaro di terreno alla coltura delle canne da zucchero necessarie per la produzione di 3.000 kg di politene avendo come beneficio emissioni negative di CO2 in fase di produzione (la famosa Carbon Footprint), ma è al momento possibile soprassedere su questo dilemma etico in quanto la scarsissima disponibilità di questi materiali ne rende pressoché impossibile l’utilizzo per operazioni su larga scala in Europa (nel 2018 ne sono state prodotte 1.200.000 tonnellate e si prevede per i prossimi 5 anni un misero incremento di poco superiore al 10%*) -nei settori successivi troveremmo i materiali biodegradabil / compostabili che possono es- sere ottenuti dal mais, dalle patate eccetera in C e dal petrolio in D. L’illusione che è stata genera- ta dall’errata comunicazione di questi ultimi tempi ha portato molti a ritenere che le plastiche tradizionali (settore A) possano essere sostituite dalle plastiche biodegradabili. La cosa è di fatto impossibile per le differenti caratteristiche meccaniche, termiche, strutturali, estetiche e via di seguito di queste due tipologie di materie prime che non sono né sostitutive né complementari le une delle altre. Prova ne è il fat- to che nei prossimi 5 anni si prevede un incremento della produzione delle plastiche compostabili di solamente il 41% dalle 912.000 tonnellate prodotte nel 2018*… nulla se paragonate alle 348.000.000 tonnellate di plastiche tradizionali prodotte nel 2018 che dovrebbero nell’immaginario comune sostituire! Le plastiche biodegradabili/compostabili hanno la loro corretta coniugazione nella realizzazione di articoli usa e getta… anche qui a patto che trovino il loro fine vita in un composter industriale in quanto, se un bicchiere in PLA (giusto per citare un materiale che riempie le “pagine disinformate”) viene abbandonato nell’ambiente o viene gettato assieme alle plastiche tradizionali, non troverà la temperatura costante di 60°C, l’umidità controllata e l’apporto di opportuni microrganismi che ne permetteranno la biodegradazione in 6 mesi. PLASTICHE DA RICICLO Per quanto riguarda le plastiche ottenute da RICICLO, il quadro risulta ancora più semplice: esiste un vivo mercato di materiale rigenerato; anche colossi della trasformazione si stanno gettando in questo che si prevede diventerà un florido business e con il passare del tempo una varietà sempre maggiore di differenti materiali e gradi è resa disponibile. Le di- scriminanti per il successo di questo modo di essere veramente eco-friendly sono 2: -la prima è adeguare una normativa vetusta, risalente al 1973, che proibisce l’impiego di plastica riciclata per la realizzazione di articoli destinati al contatto alimentare anche quando se ne dimostri con prove di laboratorio l’idoneità. Negli anni sono state apportate alla normativa una serie di deroghe per permettere ad esempio l’impiego del 50% di riciclato nella produzione di bottiglie di plastica, ma il regolamento europeo 282/2008 volto a regolamentare, permettendolo, l’uso di plastica riciclata a contatto con gli alimenti, in Italia non è ancora stato recepito. -la seconda è il riuscire a rendere economica- mente conveniente l’utilizzo dei materiali pro- venienti da processi di recupero, non limitando il loro utilizzo ad una scelta etica. Plastec è orgogliosa di contribuire alla tra- sformazione di un sempre maggior numero di bottiglie in PET abbandonate. Albert Einstein era solito dire “dal disordine e dalla confusione cercate di tirare fuori la sempli- cità”. Raramente si è assistito a una situazione di tale caos come quello che caratterizza le discus- sioni sulle materie plastiche in questi ultimi tempi. Confusione che, in taluni casi, è alimentata ad arte per trarne effimeri vantaggi di breve periodo, come ad esempio capita con quei prodotti che si fregiano di loghi ammiccanti all’eco-friendly potendo di fatto rivendicare solamente l’essere riciclabili, ovvero am- mantando di novità e dando un valore etico ad una caratteristica da sempre propria della plastica. Confusione che nella maggior parte dei casi rimane figlia di una “sana” mancanza di informazione, che sarebbe altresì molto facile colmare. Basterebbero due semplici distinzioni: con la prima si dovrebbero distinguere le plastiche VERGINI dalle plastiche ottenute da RICICLO e con la seconda si potrebbero facilmente identificare le caratteristiche proprie dei vari materiali. PLASTICHE VERGINI Per quanto riguarda le plastiche VERGINI risulterebbe efficace dividere le plastiche in biodegradabili / non biodegradabili (da destra verso sinistra) e plastiche ottenute da petrolio / da fonti rinnova- bili (dal basso verso l’alto). Le quattro aree che si verrebbero così a delineare riassumerebbero l’intero spettro delle plastiche disponibili; in particolare: -nel settore A troverebbero posto i 348 milioni di tonnellate di plastiche tradizionali prodotte ogni anno; quelle tanto bistrattate ma senza le quali non si potrebbe avere l’elettricità in casa perché non si avrebbero gli isolamenti e non sarebbe possibile avrebbe il computer sul quale si stanno digitando queste parole… giusto per essere banali quanto lo sono i puristi sostenitori del “plastic free”. -nel settore B troverebbero posto i polimeri 25+25+25+25B AD C *Fonte: European Bioplastics, nova-Institute (2018) A cura dell’azienda DAL PET ROL IO NO N BI OD EG RA DA BI LI DA FONTI RINNOVA BILI BIO DE GR AD AB ILI PRED_LOYFACT_PM182_2a.indd 401/07/19 17:36Next >