< Previous48 Promotion LUGLIO AGOSTO2019 ENGAGEMENT&LOYALTY di advertising e promozionali) riduce il rischio per l’impresa. Lo sviluppo di nuovi prodotti/servizi o l’aggiunta di componenti informative ai prodotti/servizi esistenti è una delle aree che attira maggiore attenzione. In particolare, oggi abbiamo acquisito che ci troviamo nell’era dell’”economia dell’esperienza” e che le persone cerca- no e acquistano esperienze, piuttosto che singoli prodotti e servizi, cosicché tendiamo a ragionare in questo campo parlando di “aggiungere valore alla customer experience” grazie ai dati. Ci sono tanti casi interessanti. Abbia- mo studiato recentemente il settore dell’hospitality, dove le catene di hotel hanno fatto grandi passi avanti per migliorare l’esperienza del cliente. Qualche giorno fa la catena Hyatt ha lanciato la nuova app, riservata ai membri del programma fedeltà, che permette di prenotare, scegliere la stanza, sbloccare la serratura eliminan- do la necessità della chiave sia per la propria stanza sia per le aree dell’hotel riservate agli ospiti come palestra e spa, sapere quando la stanza è stata riordinata, vedere contenuti video dai propri abbonamenti a servizi streaming GLI OSTACOLI A UN USO MIGLIORE DEI DATI DI CLIENTE Fonte: Osservatorio Fedeltà UniPr 2019 30+18+16+13+12+11+A30% 18% 16% 13% 12% 11% direttamente sulla tv della camera senza bisogno di altre credenziali, fare richieste al personale dell’hotel e ricevere feedback tramite chat, vedere il programma degli eventi e meeting in svolgimento nell’hotel durante i giorni di permanenza. L’app di Delta Airlines ha appena in- trodotto un altro esempio di servizio a valore aggiunto per il cliente: ti informa quando la tua valigia è stata caricata a bordo, quando è stata scaricata e stima anche tra quanti minuti sarà disponi- bile sul nastro del ritiro bagagli. L’app di United Airlines ti dice: “hai tre ore prima della tua coincidenza, quando sei al terminal X se cerchi un posto per bere qualcosa sappi che la birreria Y è proprio di fronte al gate da cui parte la tua coincidenza”. Un’altra via per creare valore con i dati è quella di diventare “piattaforma”, attraverso l’apertura a terze parti. Viene ovviamente in mente Facebook, ma è più interessante considerare le aziende nate con modelli di business tradizio- nali che si stanno aprendo a questo approccio, e considerare l’esempio delle catene di supermercati Kroger e Safeway in Usa. Hanno annunciato che monetizzeranno i dati dei clienti raccolti tramite i loro programmi fedel- tà e i propri asset digitali fungendo da media agency per i loro partner, che sono sostanzialmente i brand del largo consumo. A luglio la divisione innova- zione di Kroger ha presentato Stratum, un servizio di analytics a pagamento alimentato con i dati di comportamen- to, sia in store sia online dei clienti del retailer, che i brand potranno utilizzare non solo per le analisi più tradizionali delle vendite, come si fa ormai da un ventennio, ma per campagne di co- municazione targettizzate. Pioniere in questo campo è stato un altro retailer americano, Albertson’s, che ha aperto nel 2018 Albertsons Performance APPUNTAMENTO A PARMA PER IL CONVEGNO DELL’OSSERVATORIO I risultati contenuti nei grafici presentati in queste pagine sono provvisori, perché è ancora in corso l’indagine che l’Osservatorio Fedeltà sta svolgendo tra le aziende italiane sulla creazione di valore con i dati di cliente. Lo studio coinvolge circa 250 aziende di diversi settori (in prevalenza retail, servizi e industria del largo consumo), per il 75% appartenenti al b2c. Promotion Magazine e l’Osservatorio Fedeltà invitano i lettori il 24 ottobre a Parma alla XIX edizione del Convegno dell’Osservatorio dal titolo “Dati, valore e fedeltà”, durante la quale saranno presentati i risultati definitivi della ricerca. Integrazione dei dati tra touchpoint e fonti Utilizzo dei dati tra diverse funzioni aziendali Qualità dei dati Accessibilità dei dati Capacità di analisi Execution veloce ZILIANI_PM183_2a.indd 4802/09/19 12:34DATI, VALORE E FEDELTÀ XIX Convegno dell’Osservatorio Fedeltà UniPR SAVE THE DATE! Giovedì 24 ottobre, ore 10 Nuova location Auditorium “Carlo Gabbi” presso Crédit Agricòle Green Life Via La Spezia, 138 Parma I nostri Sponsor: Casi, ospiti eccellenti e le ricerche dell’Osservatorio Rifl etteremo con Google, Nielsen, Unipolsai e molti altri su come creare valore per i clienti partendo dai datiPromotion LUGLIO AGOSTO2019 ENGAGEMENT&LOYALTY Media (Apm), un servizio in grado di raggiungere milioni di clienti sui social, sulle property digitali dell’insegna e su siti di terze parti, generando flussi di ricavi aggiuntivi per il retailer, in un settore dove i margini del core business sono tradizionalmente molto bassi. Qual è lo scenario in Italia? Oggi più della metà delle aziende è in grado di leggere i dati storici di cliente per fare ipotesi su come soddisfarne i bisogni, ma pochissimi utilizzano strumenti predittivi: il 10%. I vantaggi della internal data moneti- zation potrebbero però essere limitati dalle capacità dell’impresa di estrarre valore e dalla sua cultura, così come da fattori esterni di tipo legislativo, com- petitivo o tecnologico. L’Osservatorio Fedeltà sta svolgendo proprio in questo periodo un’indagine tra le aziende italiane sulla creazione di valore con i dati di cliente. Con l’avvertenza che i risultati che presentiamo in questo articolo sono ancora provvisori, poiché lo studio non è concluso, troviamo interessante condividere alcune eviden- ze, calcolate sulle risposte di circa 250 aziende di diversi settori (in prevalenza retail, servizi e industria del largo con- sumo), per il 75% appartenenti al b2c. Abbiamo innanzitutto chiesto ai manager qual è l’ostacolo principale che impedisce un uso migliore dei dati di cliente nella loro azienda. L’inte- 50 grazione dei dati tra le diverse fonti e touchpoint appare la sfida principale, seguita da un problema organizzati- vo, quello della condivisione dei dati tra funzioni aziendali. Troppo spesso infatti i dati sono ancora “confinati” al marketing, all’agenzia che si occupa dei social media, al customer service, e non diventano patrimonio integrato e comune. Ulteriori indicazioni sugli ostacoli alla creazione di valore con i dati vengono dalle risposte degli intervistati sul tema della personalizzazione. Le strategie di marketing utilizzano in modo crescen- te la personalizzazione dei messaggi, delle offerte, del pricing, dell’esperien- za, facendo leva sui dati di cliente. I manager hanno indicato le difficoltà reali che incontrano sul cammino verso la personalizzazione. È molto inte- ressante notare che nel giro di pochi anni la sfida culturale è stata superata: sono poco più del 20% le aziende dove l’ostacolo principale è convincere il top management dell’importanza della personalizzazione, e poco più del 30% le aziende che vedono proprio nella cultura dell’impresa la difficoltà da superare. Senza dubbio le questioni legate alla privacy e alla recente en- trata in vigore del Gdpr hanno reso le imprese molto caute e frenano diversi approcci alla monetization, in primis a quella che coinvolge terze parti. Ci stupisce invece che per tanti manchino l’adeguata formazione dei dipendenti e soprattutto l’infrastruttura tecnologica. Oggi il mercato italiano dei fornitori di prodotti e servizi per la loyalty (che abbiamo analizzato nell’ul- timo white paper dell’Osservatorio, scaricabile dal sito www.osservatorio- fedelta.it) è ricco di soluzioni di tutti i tipi per le diverse attività che coinvol- gono i dati di cliente, dagli strumenti di analytics a quelli di automation delle campagne digitali. PRIVACY E GDPR FRENANO LA MONETIZATION DEI DATI Particolari indicazioni sugli ostacoli alla creazione di valore con i dati vengono dalle risposte degli intervistati sul tema della personalizzazione. Se da una parte è molto interessante notare che nel giro di pochi anni la sfida culturale è stata superata (sono poco più del 20% le aziende dove l’ostacolo principale è convincere il top management dell’importanza della personalizzazione e poco più del 30% le aziende che vedono proprio nella cultura dell’impresa la difficoltà da superare), dall’altra le questioni legate alla privacy e alla recente entrata in vigore del Gdpr hanno reso le imprese molto caute e frenano diversi approcci alla monetization, in primis a quella che coinvolge terze parti. 45% 33% 44% 32% 33% 23% LE DIFFICOLTÀ REALI LEGATE AL RENDERE PIÙ PERSONALIZZATA L’ESPERIENZA DEI CLIENTI Fonte: Osservatorio Fedeltà UniPr 2019 Problemi con i dati e con la privacy Manca l’infrastruttura tecnologica È una questione di cultura interna Il ritorno sull’investimento in nuovi programmi e/o processi Mancano competenze/adeguata formazione dei dipendenti Convincere il top management ZILIANI_PM183_2a.indd 5002/09/19 12:36PM_PUBB_VERIFICA.indd 126/08/19 12:0052 ENGAGEMENT&LOYALTY Promotion LUGLIO AGOSTO2019 In un settore dove i competitor si moltiplicano e la contraffazione è alle stelle, le aziende fashion dovrebbero avviare serie strategie di lead generation per entrare in contatto con i propri clienti, costruendo database proprietari arricchiti con informazioni comportamentali, utili per gestire le vendite Big data ancora poco sfruttati nel promettente mondo fashion L’industria della moda cresce a doppia cifra ed è previsto che entro il 2022 raggiungerà 765 miliardi di dollari. Il comparto fast fa- shion traina la crescita insieme alle vendite online che in 3 anni arriveranno al 36% del mercato. Complici marketplace come Ama- zon, ma anche gli etail multimarca, come Zalando e Yoox. Quest’ultimi sono stati per molti anni i driver delle aziende verso le vendite online, insieme a player terzi cui veniva affidata la gestione ecommerce in outsourcing quando la quota del mercato online non era ancora consolidata. Oggi invece entrano in concorrenza con le mar- che stesse, che lasciano questi circuiti per lanciare canali ecommerce proprietari. Si affacciano sul mercato anche i primi player della fashion subscription che, a fronte di un canone mensile, permettono di affittare un certo numero di outfit, lasciandoci liberi di restituirli o di acquistarli nel caso non vo- lessimo più separarcene. Un nuovo paradig- ma, quindi, che come già avvenuto in altri settori, sposta l’attenzione del consumatore dal possesso allo sharing. In tutta questa corsa, i big data sono i grandi assenti: l’analisi dei dati viene usata princi- palmente per anticipare le tendenze della moda attraverso piattaforme che mappano il sentiment online, dai trend setter agli influencer; e per gestire in modo più atten- to la produzione e lo stock di magazzino, limitando gli sprechi. Ma in un settore dove i competitor si moltiplicano e la contraffazione è alle stelle, le aziende fashion dovrebbero avviare serie strategie di lead generation per entrare in contatto con i propri clienti, costruendo da- tabase proprietari arricchiti con informazioni comportamentali, utili per gestire le vendite 1to1. Per farlo basterebbe unire le tecnolo- gie esistenti in un unico tool di brand activa- tion: un attivatore digitale sul cartellino del capo d’abbigliamento, una social login che permetta la raccolta di informazioni rilevan- ti, una customer data platform che mappi e analizzi queste informazioni, una marketing automation che eroghi contenuti personaliz- zati, gestisca offerte ed esperienze basate sul comportamento mappato. Queste piatta- forme si trasformano in veri “driver della conversione” a partire dal capo d’abbiglia- mento, ma anche dall’adv tradizionale, dai materiali btl, eventi, post social. Tutto può trasformarsi in attivatore di opportunità. La possibilità di dialogare con i propri clienti in tempo reale, unita all’analisi dei dati, offrirebbe al brand nuovi insight per differenziarsi dai competitor, oltre che costruire una relazione valoriale col proprio pubblico. Invece, gli unici player che a oggi stanno raccogliendo queste informazioni, al di là dei noti marketplace, sono le smart company del fashion subscription. Il cliente si affaccia a queste realtà con curiosità, si registra e indica le sue preferenze per ottenere una mappatura dei suoi gusti e ricevere outfit personalizzati. Saranno queste aziende, che già oggi e sempre di più domani dialogano in modo personalizzato con i clienti, anticipando e rispondendo alle loro esigenze, a imporsi con gran forza sul mercato. PROGRESS MARKETING di Fulvio Furbatto CEO di ADVICE GROUP www.advicegroup.it @FulvioFurbatto OPI_FURBATTO_PM183_1a.indd 5229/08/19 11:41Whiskey il ragnetto è un digital influencer a misu- ra di bambino. La canzoncina e i video a lui dedi- cati - prodotti da DNA e distribuiti sul suo network YouTube - hanno superato 100 milioni di views e, dopo un tour con la mascotte nei più grandi centri commerciali italiani, Whiskey è pronto a diventare una star televisiva! La serie originale “Whiskey e i suoi amici” - nata da un’idea di Carlo Rossetti per DNA in co-produzione con ShowLab, televi- sion production company con grande esperien- za in target kids - assegna ancora un punto alla creatività e capacità italiana grazie alle musiche, animazioni, sceneggiature, illustrazioni totalmen- te made in Italy. “Non voglio prendermi meriti che non sono miei. L’idea della serie è arrivata dal nostro pubblico. Come casa di produzione partia- mo avvantaggiati, perché Whiskey ha già milioni di fedelissimi fans che ogni giorno guardano i info@dnasrl.com - 0721 416428 - Via degli Abeti, 362 - Pesaro I VALORI AMICIZIANATURADIVERSITÀ Grazie all’amicizia che li unisce, gli animaletti sono in grado di superare qualsiasi difficoltà e di vivere ogni giorno delle avventure indimenticabili. L’unione fa la forza! In ogni episodio, Whiskey e i suoi amici imparano qualcosa sulla natura che li circonda. Le tematiche proposte rispondono alle curiosità più comuni dei bambini nel target di riferimento. La grande quercia, un grattacielo abitato da tante specie di animali, è la metafora di un mondo interculturale, dove le differenze sono una ricchezza per tutti! I PERSONAGGI IL RAGNETTO WHISKEY IL LUMACHINO DADO È un ragnetto un po’ speciale: assomiglia a un pon-pon, ha solo sei zampine ed è il leader del gruppo! È il più saggio e intelligente, e grazie al suo grande libro ha sempre qualcosa da insegnare ai suoi amici. L’APE BIBÌ L’ANATROCCOLO PEPE È la migliore amica di Whiskey ed è dolce come il miele! Sogna di diventare ape regina, ma ha ancora tanta strada da fare! È un timidone, sempre un po’ imbronciato! Non vuole essere rosa confetto, ma di un bel color giallino come gli altri anatroccoli! IL RANOCCHIO HOP HOP LA BRUCHETTA TUTÙ È lo sportivo del gruppo! Non smette mai di saltare, parlare, pensare, fare domande! È vanitosa, un po’ pettegola e non vede l’ora di diventare la farfalla più bella del bosco! suoi video e gli scrivono tramite i nostri social. Non potevamo lasciare i loro messaggi inascoltati!” di- chiara Carlo Rossetti, Ceo di DNA e ideatore della serie. Dopo una prima fase di studio dei personaggi e delle storie, attraverso focus group che hanno visto protagonisti proprio i piccoli fans di Whiskey, la serie è partita. Grande attenzione alle storie, al design dei personaggi e degli ambienti, ma soprattutto grandi opportunità per le aziende che lavorano in ambito licensing e che si rivolgono a un target da 0 a 4 anni. La prima serie è di 26 puntate da 7 minuti e racconta le avventure di un gruppo di simpatici animaletti che vivono in una vera e propria “quercia – grattacielo” che si affaccia su un laghetto di ninfee. All’interno di ogni episodio, pensato per il co-viewing, sono pre- senti “schede didattiche animate” e non potevano mancare le canzoncine, da sempre elementi distinti- vi dei progetti editoriali firmati DNA. Whiskey il ragnetto, da digital influencer a star televisiva! A cura dell’azienda Il ragnetto più famoso del web sarà il protagonista di una nuova serie TV che uscirà nei primi mesi del 2020 su uno dei canali tematici di riferimento nel panorama kids. © 2019 - DNA srl PRED_COCCOLE_PM183_3a.indd 202/09/19 12:45Approccio omnicanale dei loyalty program bancari per recuperare relazione col cliente MICRO E MACRO Antonio Votino chief business division loyalty and direct marketing di Icteam Nulla è stato fatto in questi anni per gestire le aspettative che i clienti nutrono nei confronti della banca e nel gestire una fedeltà di lungo periodo considerando il cliente anche fuori dal mondo bancario. 54 ENGAGEMENT&LOYALTY Promotion LUGLIO AGOSTO2019 Le banche hanno avuto un rapporto ondivago con il loyalty marketing, sicuramente legato alle diverse e alterne vicen- de nella relazione con la clientela dovute alle ripetute crisi finanziarie. I mutamenti della do- manda nel mercato bancario hanno visto crescere anche la necessità di strumenti che oltre alla conoscenza del cliente lo leghino maggiormente alla banca, partendo dalle esperienze del loyalty management di settori differenti. La crisi di fedeltà che oggi le banche devono affrontare è una realtà: una ricerca commissionata da Bnl (gruppo Bnp Paribas) ha svelato come il 25% dei clienti campionati ha cambiato intermediario negli ultimi due anni. Il prevalere delle strategie centrate esclusivamente sui prodotti e la necessità di raggiungere risultati a breve spiega il ritardo nell’assumere la consapevolezza dell’importanza della customer loyalty, con preferenza nell’uso massivo di leve di customer retention di cui il sistema bancario è tra i primi investitori in tecnologia. Ciò ha però condizionato il livello di clien- tela soddisfatta e fedele. Il progressivo inasprimento della competizione, non- ché la crescente concorrenzialità tra le aziende di credito determina la ricerca di nuova clientela a elevata redditività e la necessità di creare con questa un percorso lungo e basato su valori e vantaggi tangibili che differenzino dalla concorrenza, dando alla “centralità del cliente” un significato nuovo. È ormai diffusa la convinzione che il profitto derivi non più dalle vendite di servizi bancari e dal contenimento dei costi, ma dal soddisfacimento del cliente, che è diventato più esigente, infor- mato e sensibile al pricing e che trova nella banca un hub per i suo interessi professionali e personali. Il retail ban- king, che rappresenta l’attività centrale della banca moderna, ha quindi ele- menti che assomigliano ad altri settori, dove la relazione di lungo periodo con la clientela si basa su una gestione del ciclo di vita del cliente duraturo, con il risultato però che la generalità delle banche non ha sviluppato veri e pro- pri modelli di business proprietari e di- stintivi. L’affermazione di uno dei più autorevoli autori di ricerche in ambito loyalty bancario, Anna Omarini, che “La customer satisfaction è alla base della fedeltà, in quanto condizione necessaria ma non sufficiente, e non può essere pertanto il punto di arrivo” spiega perché gli investimenti in crm sono stati diretti solo al monitoraggio e alla gestione di un cliente soddisfat- to, ma non fedele. Nulla è stato fatto in questi anni per gestire le aspettative che i clienti nutrono nei confronti della banca e nel gestire una fedeltà di lungo periodo considerando il cliente fuori dal mondo bancario, mentre il cliente vive, lavora, compra, gioca, si informa. L’evoluzione tecnologica dei sistemi di loyalty management, che hanno sterzato bruscamente verso l’omnichannel e che sono capaci di gestire un ascolto integrato del web e dei social network, per stabilire un prolungato contatto anche prima e dopo il processo di acquisto, consente alla banca di sfruttare l’esperienza del cliente in contesti differenti da quello in esame, ma egualmente importanti nel costruire un rinnovato ascolto di aspettative e consapevolezze. RUBRICA_VOTINO_PM183_def.indd 5402/09/19 12:24EQSG è anche green La sensibilità e l’esperienza di Chiara Malfatto per i temi ecologici ha portato alla nascita della divisione EQSocialGreen La scoperta dell’Estremo Oriente la prima generazione. L’apertura a nuovi settori in Europa la seconda. La sensibi- lità verso le tematiche ambientali la terza. È il percorso che ha portato EQSG a mantenere la sua posizione di leader nel mercato promozionale, publishing e loyalty e che ha portato il gruppo astigiano a dare vita a una nuova divisione, EQSo- cialGreen. Il tutto sotto la regia di Chiara Malfatto, figlia dell’amministratore delegato Fabio e nipote del fondatore Arnaldo, che da tre anni lavora nell’azienda di famiglia nel dipartimento creativo al fianco della zia Paola. Chiara, 28 anni, ha voluto portare in EQSG i frutti degli studi e della ricerca per L’architettura del reimpiego, la tesi che le è valsa la laurea in Architettura per il progetto sostenibile con 110, lode e dignità di stampa al Politecnico di Torino. Dagli interrogativi sulla gestione dei rifiuti alla risposta che offre il moderno sviluppo sostenibile: il principio delle 3R della soste- nibilità, cioè riduco, riciclo, reimpiego, con l’obiettivo ambizio- so di rendere l’economia sempre più circolare. «Non appena entrata in azienda ho percepito una sfida», spiega Chiara: «applicare gli anni di studio ed i principi della progettazione sostenibile in azienda attraverso l’investimento in tecnologie per migliorare competitività ed efficienza, la ricerca di materiali sostenibili, lo studio di packaging reim- piegabili e lo sviluppo di progetti sociali e a basso impatto ambientale». Se a questo aggiungiamo l’attenzione che da anni EQSG rivol- ge al tema dei diritti dei lavoratori, ecco le fondamenta su cui è sorta EQSocialGreen. Le prime storie che la neonata divi- sione può raccontare sono NoWarFactory, OOOBJECT e Stone Paper. Il primo progetto è alla luce del reimpiego, in questo caso di bombe disseminate in Laos e risalenti prevalente- mente alla guerra del Vietnam che vengono trasformate in gioielli dagli artigiani del villaggio di Ban Naphia, nella regione Xieng Khouang. Il secondo affronta invece il tema del riciclo trasformando scarti alimentari, come bucce di zenzero o foglie di aloe, o reti di pescatori abbandonate negli oceani in penne colorate. Il terzo progetto è all’insegna della riduzio- ne di emissioni. Grazie infatti alla tecnologia Stone Paper è possibile realizzare blocknotes, carte geografiche, libri e mol- to altro con una carta ricavata dalla roccia. Completamente impermeabile è prodotta senza spreco di risorse idriche e evitando l’abbattimento di alberi. A queste storie si aggiungono anche le borse e gli accessori realizzati in Etiopia con materiali naturali cotone non-OGM, pelle di zebù, legno di eucalipto e pigmenti vegetali estratti dal suolo: si tratta di articoli unici e fatti a mano da donne dei villaggi rurali per migliorare l’empowerment e la loro qualità di vita, un altro dei temi che Chiara, assieme alle sue colleghe, ha voluto diventassero centrali nel nuovo approccio etico e sostenibile di EQSG. Frazione Sessant 238/Bis, Asti, 14100 www.eqsg.com - info@eqsg.com C hiar a M alf at to, dopo la laurea in A rchitet t ur a per il pr oget to s o s tenibile con 110 e lode e dignit à di s t ampa al P olitecnico di Torino, ha por t ato in E Q S G la sua sensibilit à green. A c ur a d el l’a zie nd a SOVRACOP2_PM183_2a.indd 329/08/19 12:19La mobile gamification porta più risultati se mette il prodotto al centro del gioco METTERSI IN GIOCO Lara Oliveti partner e ceo di Melazeta L’app game “Oreo: Twist, Lick, Dunk”: un successo con oltre 4 milioni di download, 250.000 utenti attivi giornalieri e 70 milioni di sessioni. 56 ENGAGEMENT&LOYALTY Promotion LUGLIO AGOSTO2019 La gamification delle azioni di marketing è denotata dagli utilizzi più trasversali ma, al tempo stesso, arbitrari: esistono infinite possi- bilità creative, ma sono pochi i modi per realizzarle corret- tamente. Oreo e Target sono invece due ottimi esempi di come la mobile gamification possa portare i risultati attesi. L’app game “Oreo: Twist, Lick, Dunk”, con oltre 4 milioni di downlo- ad organici, 250.000 utenti attivi giornalieri di punta e 70 milioni di sessioni, è stata uno dei giochi bran- dizzati con le migliori performance registrate, classificandosi nel tempo al primo posto in 12 paesi e tra i primi dieci in 36 paesi. Questo branded game associa una meccanica conosciuta (vedi giochi come “Slam Dunk King”) alle tipiche azioni del “rituale dei biscotti” (per esempio la colazione), con tanto di lancio di Oreo nel latte. Il gioco man- tiene il prodotto al centro del game- play, sfrutta un design di mass-appeal e consente agli utenti di vincere o acquistare valuta virtuale per rendere l’esperienza sempre diversa e sfidante. L’app prevede inoltre acquisti con denaro reale, le cui revenue sono sud- divise tra brand e sviluppatore: una mossa tattica che ha spinto lo svilup- patore stesso a partecipare attivamen- te alla promozione del titolo. Negli Usa, il retailer Target si è invece trasformato in un “aiutante di Bab- bo Natale” con il progetto “Holiday Wish”: un’esperienza di gioco digitale per creare liste dei desideri di Natale e inviarle a Babbo Natale, con l’offerta di un buono sconto del 10% per tutto ciò che veniva aggiunto alla lista. Sebbene l’app fosse stata rilasciata in distribuzione limitata, i dati raccolti ne hanno dimostrato il successo nelle sei settimane di campagna: quasi 1,7 mi- lioni di articoli totali aggiunti alle liste, per un potenziale di vendita totale di 92,3 milioni di dollari. Inoltre, il 61% degli utenti ha utilizzato l’app più volte alla settimana, incluso un 31% che l’ha utilizzata più volte al giorno, veicolando oltre un milione di visite a Target.com. I genitori accedevano con il proprio account per impostare i profili dei figli e consentire loro di esplorare le cate- gorie della lista dei desideri (giocattoli, videogiochi, elettronica, sport ecc.) e spedire la lettera a Babbo Natale. Gli item potevano essere selezionati e visualizzati in preview insieme a tutti gli accessori disponibili. Inoltre, trovandosi nel negozio o di fronte al catalogo cartaceo, i bambini potevano scansionare gli articoli per aggiungerli automaticamente alla propria lista. Questi brand certamente rappresen- tano eccellenze globali nelle strategie di marketing, ma ci suggeriscono caratteristiche di cui tutti i responsabili marketing e digital possono beneficia- re e ricercare in un progetto di mobile gamification: è semplice da capire e invitante da provare; fornisce feedback immediati sulle prestazioni al giocatore e analytics al marketing; ha una struttura disegnata per obiettivi che richiedono un impegno crescente; fornisce all’utente un chiaro senso di progresso e crescita; è integrato alla campagna di comunicazione; induce gli utenti a condividere le loro espe- rienze con amici e familiari; alimenta una community di appassionati. Efficace per supportare molti progetti di corporate social responsibility. RUBRICA_OLIVETI_PM183_2a.indd 5629/08/19 11:43IL DESIGN NOBILITA LA SECONDA VITA DEI MATERIALI PLASTICI NON C’È PIÙ TEMPO DA PERDERE PER FRENARE IL DETERIORAMENTO DELL’AMBIENTE P r o g e t t o “P l a s t i c a B u o n a” b y P a n d o r a d e s i g n Viene data una seconda vita ai diversi materiali plastici. Il PET ed il POLIPROPILENE assumono una nuova forma utile, bella, duratura e conveniente. • sostiene le tecnologie produttive ecosostenibili più innovative • stimola la creatività dei migliori designer Il risultato è una potente alchimia per soluzioni progettuali ecologiche, accattivanti, uniche e ben posizionate presso il premium retail, perfette per attività Loyalty qualificanti LOYFACTORY Srl - Via Mecenate, 76 int. 85 - 20138 Milano - tel 02.500.43.676 - info@loyfactory.com design Giulio Iacchetti ADV_LOYFACTORY_1a.indd 128/08/19 16:05Next >