< Previous38 Promotion MARZO APRILE2020 SPECIALE COVID-19 tra generazioni. Questo significa che, in una situazione di over investment, quale quella prodotta dalla “più forte crescita economica degli Usa”, secon- do le parole enfatiche del presidente Trump, risulta difficile comprendere quale possa essere il moltiplicatore keynesiano animato da ulteriori in- vestimenti. Il mondo occidentale ha bi- sogno di dotarsi di altri shopping mall? Di casinò e resort? Di aerei e navi da crociera? Di building aziendali? Di au- tostrade? Di infrastrutture telematiche? E se l’inflazione determinasse, come sempre, una distorsione del sistema dei prezzi, come verrebbero riallo- cate le risorse disponibili? Gli anni a venire riproporranno la questione del ruolo dello stato e del libero mercato, probabilmente a favore del primo, grazie a un rinnovato, latente desiderio di socialismo, comunque lo si voglia ribattezzare. Quali saranno allora le conseguen- za sul retail? Ho avuto già modo di esprimermi sugli aspetti della Retail Apocalypse già in atto negli Usa da almeno 3 anni e sugli analoghi ma più La distribuzione vincerà se saprà cambiare gioco Giorgio Santambrogio Presidente di Adm Ho letto con la consueta attenzione l’articolo di Daniele Tirelli e concordo: per usare la prosa della metafora calcistica, direi che in questo primo tempo John Maynard Keynes batte Adam Smith 1-0. Un primo tempo in cui l’emergenza sanitaria ha visto come diretta e subitanea reazione l’intervento statale. Non solo negli Stati Uniti, con la monetizzazione del debito pubblico, ma anche in Europa con i corretti in- terventi di quantitative easing, è inevitabilmente aumentato, de facto, il potere politico, pubblico, dell’autorità centrale. Occorre vedere ora, nel secondo tempo, quando entrerà in campo anche il “capocannoniere inflazione”, come finirà la partita. Non ho infatti certezze sul fatto che il trasferimento di liquidità da parte dello stato, peraltro drammaticamente lento (cassa integrazione e voucher statali), si stia tradu- cendo in risparmio privato. Già da questi primi giorni, soprattutto in categorie delicate come la carne, salumi, formaggi, frutta e le verdure, si è assistito a una crescita dell’inflazione, che drena ineluttabilmente ulteriori risorse. L’emergenza legata al Covid-19 ha inoltre creato una situazione nuova all’interno del retail italiano: nelle settimane in cui il decreto del ministero degli Interni blindava il processo di shopping all’interno dei confini comuna- li, si verificava un fenomeno che chiamerei della democratizzazione politica o della penalizzazione della meritocrazia: i primi quintili di punti di vendita in termini di performance (vendite al mq) hanno avuto una crescita minore in termini di vendite a valore e, paradossalmente, i quintili storicamente meno performanti hanno avuto una crescita supe- riore. Sostanzialmente un mercato drogato, in cui le armi del pricing e delle promozioni sono state in un certo senso spuntate dalla “claustrofobizzazione” degli spostamenti dei consumatori, come dimostra il calo di oltre 7 punti della pressione promoziona- le e, ancora una volta, una crescente inflazione. Cavalcando sempre la metafora calcistica, si potrà puntare in ogni caso ai supplementari, in quanto ora, riaperte le frontiere comunali, i grandi performer stanno spingendo su prezzo e promozioni per am- maliare nuovamente i clienti e farli tornare nel punto di vendita elettivo, cercando di vincere la pigrizia di quelli che già si stanno abituando a frequentare non soltanto i piccoli punti di vendita della moderna distribuzione ma anche le botteghe del commercio tradizionale: i fornai, i fruttivendoli, i macellai, le drogherie. Le riserve, rimaste in panchina per circa due mesi, sono tornate in campo, con effetti positivi: pricing, promozioni, il volantino stesso, schierati per recuperare posizioni competitive, permettono infatti di tentare il pareggio (o almeno di limitare i danni) introducendo un inizio di processo deflattivo, con positivi effetti sulla capacità di spesa. Una guerra destinata a esaltare la competitività tra le inse- gne, spingendo la pressione promozionale al 30%: una battaglia di prezzo a livello orizzontale che vedrà favoriti i discount, come suggerisce Daniele Tirelli, ma anche i punti di vendita della distribuzione moderna che più riusciranno, in questo periodo di limbo, a contenere i prezzi e a recuperare i clienti. Il girone di ritorno, che non sarebbe comunque prima della fine del 2021, potrebbe giocarsi su un terreno economico più favorevole, perché i consumatori avranno auspicabilmente recuperato reddito. Vedo con- seguentemente, in questo scenario distributivo più evoluto, un ecommerce che certamente giocherà un ruolo importante, ma limitato vero- similmente alle commodity (ossia per tutti quei prodotti o quelle categorie sui quali non si riesce a creare un solido trust commitment), mentre la distribuzione moderna (con i punti di vendita piccoli, medi o grandi) polarizzerà gli acquisti fisici per quanto riguarda l’area del fresco, del freschissimo, della gastronomia, dell’ortofrut- ta, del chilometro zero, del bio ecc. L’home delivery (totale o parziale) sarà quindi un fatto acquisito: lo abbiamo già visto in questo periodo di emergenza, gestito dalle grandi piattaforme come Amazon, da quelle indigene, in parte dal click and collect e persino dai piccoli negozi di vicinato. Nell’immaginario del cliente è infatti marginale che a portargli a casa i prodotti sia il distributore di Amazon o il garzone del panificio o del pescivendolo. In definitiva, per la nostra business community non è l’Apocalisse, ma se rimaniamo legati ai vecchi paradigmi sarà l’Esodo verso la disfatta. blandi aspetti in Italia. Dunque penso si possa dire quanto segue. In primis, oggi ci rendiamo conto che, al di là della retorica pauperistica, il sistema dei consumi familiari si regge sul su- perfluo, ovvero sulla spesa del reddito discrezionale, ossia la parte (prevalen- te) lasciata libera dal consumo obbliga- to, di sussistenza. Dagli anni ’70, il ruolo dell’obsole- scenza indotta, sia tecnica sia estetica, è diventato sempre più importante e la missione prima del marketing. Il brutale cambio di abitudini indotto TIRELLI_PM187_7a.indd 38TIRELLI_PM187_7a.indd 3812/05/20 09:0112/05/20 09:01L’originalità, questione di stile. Antichi Sapori, una collezione che ha tutto il gusto di una volta e che ricrea quella calda atmosfera tipica delle cucine dei nostri nonni. Un sapore antico, avvolgente, tradizionale che si amalgama perfettamente con la modernità grazie al deciso connubio tra nitura anticata, eleganti manici dal sinuoso design in stile classico e acciaio inox. www.brandani.it promotion aprile 2020.pdf 1 16/04/20 10:35PM_PUBB_VERIFICA.indd 2PM_PUBB_VERIFICA.indd 204/05/20 21:2504/05/20 21:2540 Promotion MARZO APRILE2020 SPECIALE COVID-19 sottoposti alla pressione competitiva (bancari, energetici, assicurativi, educa- tivi, turistici ecc.) In pochissime parole, nel grocery per- sonalmente mi aspetto uno straordina- rio sviluppo dei price impact lifestyle store: Eurospin, Lidl, Md, Todis, Aldi per intenderci, a scapito dei malconci, classici ipermercati e, naturalmente, uno sviluppo accelerato dei category killer, quali Acqua & Sapone, Tigotà, Risparmio Casa e altri. Nel settore della ristorazione, un ridimensiona- mento delle formule familiari classiche a favore delle catene che sfrutteranno anche l’imprescindibile distanziamen- to reso possibile dalle applicazioni digitali per gli ordini e il pagamento, nonché l’abbattimento dei costi grazie alla cucina rapida o al precucinato. Per i supermercati si aprirà la finestra strategica del catering, sebbene io dubiti che essi siano abbastanza veloci da sfruttarla. Nel settore dell’elettronica e degli elet- trodomestici piccoli e medi si conso- liderà il prevalere egemonico (quasi to- talizzante) dell’ecommerce. Per quanto riguarda il tessile abbigliamento è facile prevedere l’espansione dei formati più aggressivi quali Primark e altre nuove insegne dai “prezzi impossibili”, come per esempio la francese Chaus- sea. Grande impulso avrà il fai da te, avendo le famiglie scoperto l’impor- tanza del proprio cocoon domestico, fortezza protettrice dalle minacce di un mondo ostile. Insomma, la trasfor- mazione perenne del retail subirà una sensibile accelerazione. Gli studiosi appassionati di sociologia, psicologia ed economia dei consumi si troveranno di fronte al più grande esperimento osservabile in questi campi dopo la Grande Depressione e la stagflazione del post Vietnam; un fenomeno la cui analisi e interpretazio- ne terrà occupati per molti anni. Ascolto della rete e lettura dei dati Alberto Coperchini Group media vice president Barilla In linea con le conclusioni che ci suggerisce Danie- le Tirelli, credo che da adesso in avanti saremo impegnati anche a ride- finire come comunicare con i nostri consumatori. Sarà sempre più impor- tante capire rapidamente il sentiment delle persone e saperlo interpretare con comunicazioni rilevanti e touchpoint appropriati; in questo senso l’ascolto della rete e la rielaborazione operativa dei dati saranno quanto mai cruciali per operare le scelte giuste. dal Covid-19 dimostra quindi come si possa comunque vivere riducendo gli acquisti ai generi di prima necessità e quasi azzerando i servizi alla persona: bar, ristoranti, parrucchieri, turismo, sport e intrattenimento, trasporti vari ecc. tutti legati alla libertà di scelta e al tempo disponibile. Ovviamente, in parallelo al mancato consumo, si è generato un equivalente risparmio per coloro il cui reddito è stato, anche parzialmente, garantito (dalla cassa integrazione, per esempio). In que- sto caso il trasferimento dello stato si sta traducendo almeno in parte in risparmio privato. Per molti aspetti si è determinata una situazione analoga a quella dell’Urss con il suo overhang monetario (il carico sospeso), determi- nato dall’impossibilità di spendere per ciò che le famiglie ritenevano sogget- tivamente utile e non per quel che stabiliva dall’alto lo stato. L’apocalisse del retail (già in atto) è dipesa, inoltre, non dall’indisponibilità di merce ma dalla saturazione di molti settori (l’abbigliamento, ma anche l’elettronica, l’accessoristica, l’automo- tive ecc.), poiché anche l’obsolescenza indotta trova i suoi limiti. Ne discende che, una volta terminata la pandemia, sarà impossibile recuperare la man- cata spesa in servizi dovuta al fermo globale. Non andremo al cinema due volte invece di una o dal parrucchiere una volta alla settimana e non faremo due settimane sulla neve invece di una e così via. Certo, vi sarà una certa effervescenza di una ritrovata “joie de vivre”, come al termine delle guerre, ma non sarà la soluzione. Piutto- sto, in un nuovo ambiente in cui si ridefiniranno i redditi familiari in base agli inevitabili fallimenti d’impresa, ai licenziamenti e al downsizing di molte posizioni professionali, vi sarà grande attenzione ai prezzi dei generi consi- derati di prima necessità e ai servizi TIRELLI_PM187_7a.indd 40TIRELLI_PM187_7a.indd 4012/05/20 09:0212/05/20 09:0241 Promotion MARZO APRILE2020 SPECIALE COVID-19 Anche la voglia di socialità farà lievitare i prezzi Non possiamo più aspettare il cliente in modo passivo Riccardo Puglisi Università degli Studi di Pavia In quanto “scienziati sociali” gli economisti si trovano in una posizione abbastanza particolare, poiché trattano le interazioni economiche tra individui, famiglie, imprese e organizzazioni pubbliche, ma nel contempo “imitano” gli scienziati nella costruzione di modelli matematici finalizzati a descrivere tali interazioni e – possibilmente – prevederne l’andamento futuro. Inoltre, gli economisti spesso invidiano la preparazione matema- tica degli scienziati: nella fattispecie non faccio eccezione nell’invidiare la formazione da fisico di Daniele Tirelli, il quale però si è applicato allo studio dell’economia e del marketing per la sua capacità di descrivere le possibili evoluzioni macroeconomiche e microeconomiche del nostro mondo durante e dopo l’emergenza Covid-19, rimanendo strutturalmente aperto a immaginare diversi esiti possibili. Per esempio l’espansione Come sempre le idee espresse da Daniele Tirelli sono illuminanti e capaci di stimolare riflessioni. Rispetto all’apocalypse del retail citata nell’articolo, io preferisco parlare di disruption: non possiamo più aspettare che il cliente arrivi passivamente da noi, ma già da tempo si coglie la necessità di portare il punto di vendita verso di lui, un percorso che con l’attuale situazione subirà un’ulteriore accelerazione. Oggi non ha più senso la distinzione quasi oppositiva tra on e offline e anche sotto questo profilo an- dranno ripensati i processi d’innovazione di ogni impresa. Su questa strada, il retail è te- monetaria messa in atto dalla Fed e dalle altre banche centrali può produrre inflazione elevata nel caso in cui s’inneschi il cosiddetto moltiplica- tore dei depositi e gli istituti finanziari aumentino sensibilmente il volume dei prestiti a famiglie e imprese. Ma potrebbe anche accadere qualcosa di diverso – come ben rilevato da Tirelli – ovvero la base monetaria potrebbe rimanere “ingolfata” nelle banche e finire per creare bolle specu- lative in settori o attività finanziarie specifiche. Apprezzo anche l’attento ragionamento sulla nuto a continuare nella ricerca della distintività e di valori forti, comunicati e riconosciuti. Quali? La riflessione profonda va fatta sull’analisi di conquista del proprio territorio uscendo dal de- sueto principio che la gdo deve essere di per sé ecumenica. Sarebbe quanto di più erroneo e pericoloso. Relativamente ai format, accettan- do di fatto i cambiamenti sociali e di consumo generati da questo lungo periodo, ritengo come Tirelli che, oltre ai discount o presunti tali, il supermercato di vicinato sarà ancora un format adeguato, con una forte propensione a quella che io chiamo da sempre “prossimità psicologica”. Per quanto riguarda la scelta di strategia dei prezzi, credo che edlp e hi-lo deb- bano necessariamente convivere, ma andranno riviste le politiche commerciali e di marketing, considerando il pricing sempre più un elemento di base, necessario ma non sufficiente, in un’ot- tica di distintività: o il format ha una credibilità spinta sul risparmio, oppure meglio cercare altri elementi caratterizzanti che integrino l’offerta dei servizi e qualifichino la proposta. I negozi fisici dovranno pertanto caratterizzar- presenza di famiglie e altri soggetti economi- ci che tesoreggiano, ovvero mantengono un livello di reddito pressoché costante, ma nel contempo non possono che ridurre i consumi a motivo del lockdown e della chiusura dei produttori e distributori dei beni e servizi desiderati. Sono largamente d’accordo sulle affermazioni intorno al settore del retail, alle quali aggiungo la questione della probabilis- sima dilatazione dei tempi di apertura degli esercizi commerciali, per compensare con maggior tempo la necessità di far utilizzare – a motivo del distanziamento sociale – molto più spazio pro capite. Infine, non mi stupirei del fatto che l’esigenza di stare insieme con le altre persone si traduca in una maggiore disponibilità a pagare per un posto distanzia- to al ristorante o in hotel o in spiaggia, così da determinare una crescita dei prezzi, non necessariamente di breve durata. si con una quota crescente della marca privata, con la conoscenza e la vicinanza ai localismi (seriamente e non solo per enunciazioni), questo è poco ma sicuro. In futuro, un poco più in là da venire, ma non troppo, occorrerà che i format incarnino una sorta di specializzazione significativa: considerando che il distanziamento sociale sarà la norma, anche se rivisto e corretto, e valutando che i layout andranno ripensati e non si potrà esporre a scaffale tutto e il contrario di tutto, sarà necessario definire dove si vuole essere “destination” e dare giustificazione al consumatore di recarsi nel punto di vendita anziché ordinare comoda- mente dalla propria scrivania. Certo non potremo, a fine emergenza, ripercorrere le strade del passato: sarebbe un errore fatale. È giunto il momento che imprenditori, industria e retail abbiano il coraggio di iniziare veramente una collabo- razione di sistema e non di facciata al fine di evitare la distruzione del valore tanto cara a tutti ancora oggi. Mauro Carbonetti Amministratore Delegato di Magazzini Gabrielli TIRELLI_PM187_7a.indd 41TIRELLI_PM187_7a.indd 4112/05/20 09:0212/05/20 09:02SCENARI Ogni anno tonnellate di cibo vengono gettate nel cassonetto dell’immondizia senza uscire neppure dai negozi. È un fenomeno che si registra nelle società più opulente e che ha dato vita a una risposta nel campo del retail interna- zionale, con la nascita dei cosiddetti “extreme bargains store”, basati proprio sulla vendita di tutti quei prodotti che di lì a poco verrebbero buttati via. Un fenomeno ancora non presente in Italia, ma di cui troviamo interessanti esempi in altri paesi europei, a partire dalla Germania dove a Berlino è stato aperto Sirplus. Finanziato nel 2017 da un crowdfunding di Raphael Fellmer e Martin Schott, Sirplus è riuscito a vendere oltre 500 tonnellate annue di cibo “scaduto” con la mission mani- festa della lotta continua agli sprechi alimentari (va precisato che ciò è possibile perché la legislazione tedesca consente di vendere anche prodotti scaduti in punti di vendita specializza- ti). Dopo l’iniziale successo, Fellmer e Schott hanno aperto altri tre negozi, rafforzando l’archetipo di un sistema di rivendita dei prodotti eliminati dal circuito distributivo dei classici super- mercati, incapaci, nonostante i big data, di gestire in maniera ottimale le scorte. Proseguendo, un altro esempio europeo di “extreme bargains grocery store”, lo troviamo in Danimarca dove, dal 2016, opera Wefood che, in colla- borazione con l’organizzazione umani- taria Danchurchaid, smaltisce prodotti in eccedenza, danneggiati o scaduti (anche qui grazie a una legislazione speciale). Dopo l’avvio di questa inizia- tiva imprenditoriale, sono stati aperti tre punti di vendita a Copenaghen e ad Aarhus e nel 2018 il volume del venduto ha raggiunto oltre 173 tonnel- late. La clientela di riferimento è quella con più basso reddito che può reperire quindi prodotti di prima necessità a prezzi irrisori. Negli Stati Uniti accade la stessa cosa, ma su scala ancor più ampia. I salvage grocery store, dedicati al recupero di cibo invenduto dagli altri punti di vendita, sono praticamente presenti in ogni città americana piccola o grande. Denominati anch’essi extreme bargains store, recuperano la merce dai centri di distribuzione, la selezionano, a volte la rietichettano e rimettono in circolo prodotti in via di scadenza o stagionali, con imballaggi ammaccati o strappati, rimanenze da fallimenti, overstock produttivi e camion danneggiati. Natu- ralmente la clientela di questi punti di vendita è abituata all’offerta di prodotti diversi ogni settimana (a seconda di ciò che è disponibile al momento) a fronte però di prezzi che sono almeno la metà di quelli delle catene locali e Arrivano dall’estero esempi di retailer che offrono merce a prezzi irrisori perché danneggiata, imperfetta, al limite temporale per la messa in vendita, eppure attrattiva per un pubblico in forte difficoltà economica o sensibile al tema dello spreco alimentare Loris Tirelli www.amagi.it Promotion MARZO APRILE2020 42 Un’opportunità per i retailer i prodotti di prima necessità vicini alla data di scadenza Un’ampia offerta di prodotti freschi può accrescere il rischio di non fare sell out prima della data di scadenza. SCENARI_LORIS_TIRELLI_PM187_6a.indd 42SCENARI_LORIS_TIRELLI_PM187_6a.indd 4212/05/20 12:3312/05/20 12:33Dynit srl Via Buozzi 24/26 - 40057 - Granarolo dell’Emilia Loc. Cadriano - BO Italy. Div Gift&Premium Viale della Repubblica 36 20851 Lissone MB www.dynitpromo.it PM_PUBB_VERIFICA.indd 2PM_PUBB_VERIFICA.indd 204/05/20 21:2904/05/20 21:2944 SCENARI Promotion MARZO APRILE2020 spesso anche il 20 o il 30%. Towntalk a Fort Worth in Texas per esempio acquista direttamente dai produttori e dai centri di distribuzione senza società d’intermediazione. Il suo assortimento, al di sotto degli standard delle industrie e dei retailer leader di mercato, è non solo ampio, ma anche piuttosto profondo con un’offerta molto variegata che include alimentari freschi, latticini, uova, formaggio, carni congelate e surgelati, nonché pro- dotti per la ristorazione. Banana Box Grocery, a Newton in North Carolina, con oltre 13 anni di esperienza nel settore alimentare, è conosciuta per il suo processo just in time che le permette di evitare le rotture di stock nelle forniture. Va detto che il più delle volte questi store sono ricavati da strutture di basso costo come il Dar- lene’s Discount a Clanton (Alabama) ottenuto da un semplicissimo, essenzia- le, prefabbricato dai pavimenti grezzi. Particolarmente interessante è The Daily Table, un no profit community grocer che collabora con un network di coltivatori e produttori, in grado di offrire alla clientela prodotti alimentari sicuri a prezzi imbattibili. Fondato da Doug Rauch, ex presidente di Trader Joe’s, nel 2012, The Daily Table è stato inizialmente finanziato dal Blue Cross Blue Shield del Massachusetts. Nel 2013 ha sviluppato una fruttuosa partnership con il Codman Square Health Center che gli ha consentito di aprire, nel 2015, il primo negozio a Dorchester, il secondo nel 2018 a Roxbury in Nubian Square e un terzo nel 2020. The Daily Table richiama per molti aspetti l’ambiente semplice e pulito di Trader Joe’s e offre anche lezioni di cucina e di alimentazione salutista (sempre in collaborazione con il Codman Square Health Center) per una clientela propensa al junk food. È interessante anche l’adesione di The Daily Table al programma Double Up Food Bucks che permette, a determi- nate fasce di clienti economicamente o fisicamente svantaggiate di ricevere gratuitamente quantità supplementari di prodotti freschi del Michigan, se in possesso della Bridge Card (una specie di social card americana), così da mi- gliorare il loro standard nutritivo. E la sicurezza? Questo tipo di rivendite debbono rispettare comunque alcune regole: per esempio, non possono mettere in commercio barattoli rotti, ma sono ammesse scatole strappate o ammaccate o sacchetti di plastica anco- ra sigillati; devono poi essere eliminate eventuali tracce di sporcizia o parassiti. Insomma, gli alimenti venduti nei “salvage grocery store” sono normati e verificati dalle istituzioni come accade per i comuni negozi di alimentari. In particolare è importante la comunica- zione alla clientela per spiegare corret- tamente le indicazioni “sell-by” (data di vendita raccomandata), “use-by” (data di scadenza) e “best-buy” (data consigliata per il consumo ottimale) che hanno significati abbastanza diver- si. È proibito in ogni caso vendere gli alimenti scaduti destinati ai bambini o i farmaci da banco che potrebbero aver perso la loro efficacia o aver subito un’alterazione chimica. Devono essere evitate anche le lattine con grandi ammaccature o danni lungo la linea di saldatura. Invendibili invece sono tutti i prodotti freschi soggetti al rischio di botulismo. Concludendo, sia negli Stati Uniti sia in Germania e Danimarca, gli extreme bargains store rappresentano il layer più basso degli ecosistemi commerciali avanzati che prevedono una grande varietà di formati diversificati per stan- dard qualitativi. In Germania si passa, pertanto, dai raffinati Zurheide Feine Kost (Edeka) a Mere (terza insegna di discount preferita per rapporto q/p) fino a Sirplus. A Los Angeles, si può acquistare al top da Gelsons o Bristol Farms, per scende- re fino a Grocery Outlet e ancora più sotto a Palace Surplus di Inglewood. Solo in Italia, dove è stato invocato il reddito di cittadinanza per contrastare la povertà, si disdegna l’idea di offrire una soluzione commerciale per milioni di incapienti. Forse la pandemia in atto potrebbe, però, rendere attuale anche questo format. I salvage grocery store dedicati al recupero di cibo invenduto sono praticamente presenti in ogni città americana The Daily Table è un no profit community grocer in grado di offrire alla clientela prodotti alimentari sicuri a prezzi imbattibili. SCENARI_LORIS_TIRELLI_PM187_6a.indd 44SCENARI_LORIS_TIRELLI_PM187_6a.indd 4412/05/20 15:3612/05/20 15:36RIPARTIAMO INSIEME! “Guardiamo al futuro attraverso innovazione e sviluppo con una storia che prosegue senza mai fermarsi, da oltre 60 anni” Siamo un’azienda cartotecnica di Verona con un iter lavorativo dalla A alla Z, seguiamo ogni ramo della cartotecnica con il giusto rapporto tra esperienza ed innovazione, con una produzione interna a ciclo completo. Progettiamo e studiamo soluzioni espositive coordinate in grado di far risaltare un prodotto tra molti, creando idee comunicative efficaci, unendo costruzioni tecniche a soluzioni grafiche all’avanguardia. Realizziamo i nostri prodotti con tecniche di stampa offset e digitale, per essere in grado di adempiere ad ogni richiesta di mercato, dalle piccole quantità alle grandi tirature. Noi di Cartongraph crediamo fortemente che l’unico futuro possibile sia un futuro ecosostenibile, portiamo avanti progetti prestando attenzione alla salvaguardia dell’ambiente. Possiamo fornire prodotti certificati FSC® oppure realizzati con plastica riciclabile con carta. Cartongraph s.r.l. 37136 VERONA Via T. A. Edison, 25 ZAI Tel. 045-500049 Email: info@cartongraph.it www.cartongraph.it SIAMO PRONTI! PM_PUBB_VERIFICA.indd 2PM_PUBB_VERIFICA.indd 208/05/20 10:5508/05/20 10:55di prezzo sia di marchio. Per le prime 3 categorie, quindi per il 94% dei consumatori, la sostenibilità è un driver d’importanza da media ad alta, pari quasi alla convenienza e alla fiducia nel brand. La ricerca ha analizzato anche l’atteggiamento dei consumatori in re- lazione a 4 categorie di prodotti (food e beverage, abbigliamento/calzature, personal care/bellezza e prodotti per la casa), rilevando che, rispetto alla media, la prima fascia di consumatori è più elevata della seconda nelle categorie abbigliamento/calzature e prodotti per la casa (rispettivamente 46% contro 35% e 44% contro 38%), mentre la seconda fascia è più alta della prima nel food e beverage (44% contro 35%). Il 70% degli intervistati dichiara di essere disponibile a pagare fino al 35% in più per acquistare prodotti sostenibili, come per esempio quelli ecologici o ricavati da materiali riciclati. Il 57% è disposto a cambiare le proprie abitudini di shopping per contribuire a ridurre l’impatto ambientale, e questo dato sale al 77% nel caso dei consuma- tori più convinti dell’importanza della sostenibilità. In particolare, i consuma- tori spenderebbero di più per brand che offrono prodotti ecologici (“clean”) e salutari (77%), prodotti che semplifi- cano la vita (75%) e che usano ingre- dienti biologici (73%); altri requisiti del brand ritenuti rilevanti (72%) sono il supportare e favorire pratiche di riciclo, l’autenticità, la sostenibilità ambientale e la piena trasparenza. La ricerca ha verificato l’importanza dei principali attributi della sostenibilità anche per quanto riguarda i classici 4 gruppi generazionali ormai di riferi- mento, e l’offerta di prodotti ecologici risulta ancora protagonista, perché è ritenuto il fattore più importante nella scelta dell’acquisto da millennial (81%), generazione X (80%) e boomer (78%) ed è il secondo fattore per la genera- Secondo una ricerca di Ibm Institute for Business Value e Nrf, la sostenibilità e la trasparenza del brand incidono sempre più nel customer journey Francesca Cannella Promotion MARZO APRILE2020 46 I valori del brand sono driver molto importanti nelle decisioni d’acquisto SCENARI Gli attributi dei brand per i quali i consumatori sono disposti a spendere di più Fonte: “Meet the 2020 consumer driving change”, Ibm Institute for Business Value e National Retail Federation Offerta di prodotti ecologici Offerta di prodotti che apportano importanti benefici per salute e benessere Offerta di prodotti e servizi che semplificano la vita Impiego di ingredienti biologici Supporto alle pratiche di riciclo Garanzia dell’autenticità dei prodotti Utilizzo di pratiche di sostenibilità economica e/o ambientale Piena trasparenza economica e produttiva 77 77 75 73 72 72 72 71 Anche se la convenienza resta un fattore guida nelle scelte di acquisto, i consumatori dichiarano di essere anche molto attenti alla sostenibilità e trasparenza del marchio. È il qua- dro che emerge da “Meet the 2020 consumers driving change”, uno studio globale sull’evoluzione delle decisioni d’acquisto di quasi 19.000 consumer di 28 paesi condotto da Ibm Institute for Business Value in collaborazione con National Retail Federation. La ricerca suddivide gli intervistati in 4 categorie di consumatori: la prima, “value-driven” (41%), è influenzata dal rapporto qualità/prezzo; la seconda, “purpose-driven” (40%), si orienta su prodotti che rispecchiano lo stile di vita degli acquirenti, specialmente in ottica wellness; la terza, “brand-driven” (13%), è quella degli shopper più fedeli a brand determinati, mentre l’ultima, “product-driven” (6%), è costituita da acquirenti che sfuggono a logiche sia SCENARI_IBM_PM187_4a.indd 46SCENARI_IBM_PM187_4a.indd 4612/05/20 11:5012/05/20 11:50L’esperienza dei comuni durante l’emergenza Covid19 con una prospettiva sul futuro, anche grazie a LaBCC L’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 658 del 29/03/2020 ha istituito l’erogazione di fondi destinati ai co- muni per la distribuzione di Buoni Spesa, concessi alle persone in condizioni di disagio economico causato dal Coronavirus. Svariati comuni hanno scelto una gestione informatizzata del servizio e si sono affidati a Shopping Plus. Il sistema prevede che il beneficiario del Buono Spesa, caricato sulla Tessera Sanitaria, possa usufruire di parte o di tutto l’importo assegna- to mediante la semplice presentazione della Tessera stessa al momento del pagamento di quanto acquistato. L’incasso avvie- ne, in maniera altrettanto semplice, tramite portale Web o App, negli esercizi commerciali che il comune seleziona e che sono abilitati allo scarico del credito. Tra questi vogliamo segnalare l’esperienza del Credito Coope- rativo ravennate, forlivese e imolese Soc. Coop. ( LaBCC), con l’appoggio del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, che ha atti- vato la piattaforma Shopping Plus in diversi comuni in cui opera o limitrofi; esperienza segnalata anche sul portale Pagamenti Digitali nell’area Payment Innovation. Come sempre LaBCC si conferma una Banca vicina ai cittadini e che ha a cuore le atti- vità commerciali presenti sul territorio, anche e soprattutto in un momento così difficile per tutta Italia. Emanuele Tarroni, Re- sponsabile - Area Organiz- zazione e Servizi LaBCC, coordinatore del progetto per le zone di competenza della Banca, dice a propo- sito: “Conoscevamo NBF e la piattaforma Shopping Plus perché la utilizziamo già per i negozi del centro storico di Faenza attraverso l’iniziativa Faenza Shopping Card. Inoltre, assieme ad altre BCC del nostro Gruppo Bancario, stiamo costruendo piattaforme per la gestione del- la relazione con i nostri Soci, volte anche a favorire i rapporti commerciali tra cittadini ed esercenti che vivono e operano nei nostri territori. È importante, in un mondo sempre più digitale, riuscire a fornire soluzioni anche ai piccoli esercizi commerciali, senza applicare i livelli commissionali imposti dai grandi players internazionali”. Fare dell’emergenza un’opportunità (e per opportunità non parliamo di opportunismo). Una piattaforma informatizzata di gestione dei Buoni Spesa può servire, in futuro, per qualsiasi tipo di voucher, sussidio o incen- tivo che i comuni vogliano erogare (scuola, turismo, etc.). Tale piattaforma può facilmente diventare uno strumento di Loyalty per la valorizzazione del commercio sul territorio, in modo da prediligere le attività locali, con poco assembra- mento di persone e maggiore cura nell’esperienza d’acquisto. Perché l’economia ripartirà, ma per ripartire ha bisogno che ogni componente della filiera produttiva, anche piccola, possa riprendere la propria attività. Sempre Emanuele Tarroni: “La flessibilità di questa piatta- forma ci permette di attivare sistemi di Loyalty molto snelli ed efficienti, che si concretizzano spesso in strumenti di Cashback, dinamica particolarmente interessante e innovativa. Non a caso, all’interno delle soluzioni che abbiamo in cantiere per la valoriz- zazione del turismo locale, dei piccoli centri e borghi, non man- cherà la collaborazione con NBF e le sue soluzioni. Cercheremo di coniugare filosofie di Destination Managing evolute con la sobrietà di user experience concrete e convenienti per turisti ed esercizi commerciali”. DAI BUONI SPESA ALLA LOYALTY A cura dell’azienda www.buoni-spesa.it NBF Soluzioni Informatiche s.r.l. - Via Luciano Lama, 130 - 47521 Cesena (FC) - T. 0547 613432 - info@shoppingplus.it PRED_NBF_PM187_1a.indd 3PRED_NBF_PM187_1a.indd 323/04/20 16:5023/04/20 16:50Next >